Recensioni per
La rosa più bella
di milla4

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/05/20, ore 11:36

Ottavo Posto
La rosa più bella
Premio “Io ti vedo” per la miglior rivelazione
di milla4





Grammatica: 4.15/5

La grammatica va abbastanza bene, ho trovato giusto qualche errore, sicuramente sono sviste che all’autore sfuggono sempre quando si deve occupare della revisione di un proprio testo.
Di seguito gli errori trovati:

Mi hai sostenuto quando i demoni nati in quei lunghi mesi prigioniero → -0.3 (di prigionia credo sia più corretto vista la formulazione della frase)
Ed ora sei qui → -0.1 (togli la di eufonica)
con pazienza hai aspettato e ora Melìa era lì accanto al tuo corpo → -0.25 (è lì)
giorno che doveva essere il più felice della tua breve vita ma, moglie mia ti sei rialzata da sola, → -0.2 (aggiungi una virgola dopo “moglie mie” per chiudere l’inciso)


Stile: 16/20

Lo stile è semplice, punta sulla sostanza di trama e non sull’eleganza stilistica, non abbonda di figure retoriche; al tempo stesso è molto espressivo e riesce ad arricchirsi di alcune bellissime metafore.
Prima di ogni cosa devo assolutamente lodare l’uso magistrale della prima persona narrante. Ho notato che non sempre si è capaci di far aderire il narratore in prima persona al personaggio POV. Tu, invece, lo hai usato fare in maniera profonda, sentita, e soprattutto coerente con il personaggio. Ho percepito molto bene la “voce” di Edmure, quel suo arrovellarsi il cervello per gli errori commessi, il suo dover fare i conti con gli sbagli del suo ego, la sua “cecità”. Il tono quindi è quello di un uomo che riflette e prende coscienza del bene prezioso che ha perso e di cui stoltamente non ha saputo godere appieno. Trovo che il tono sia stato adattato perfettamente all’introspezione sia stato coerente con il personaggio POV.
Altrettanto difficile ho trovato l’uso del tempo presente per mettere in atto una storia che ripercorre in retrospettiva i passaggi della loro relazione, guardandoli sotto una luce più chiara, consapevole, e quindi profonda. È un effetto che complica molto la narrazione, soprattutto perché parte del narrato è distante, e raccontato, il ritmo della narrazione è quasi sommario – tende a giocare molto ad abbreviare il tempo della narrazione rispetto al tempo della storia, per poi rallentare lungo i passaggi introspettivi – ma che nel complesso tu hai saputo ben gestire, poiché sei riuscita a mantenere un tono riflessivo, rendendo il passato servo del momento presente e dell’introspezione che hai messo in gioco.
Per fare questo, ti sei avvalsa di frasi lunghe, riflessive, che ben si adattano a questa scelta retrospettiva/introspettiva, ma che a volte diventano forse un po’ troppo ingarbugliate. Per lo più, questo “inconveniente” è dato dall’uso della punteggiatura, in particolare dei due punti.

- Io mi amavo troppo per capire chi c’era oltre i tuoi vispi occhi azzurri, il tuo piccolo viso a forma di cuore: nemmeno durante quell’unica notte ho visto la paura che cercavi di mostrarmi, la richiesta di aiuto a quello che doveva essere il tuo compagno. → L’uso dei due punti è inappropriato e crea un legame sintattico che in realtà non c’è, la frase è continuata non dev’essere subordinata alla precedente, anche perché non c’è secondo me un rapporto esplicativo. Andrebbe meglio un punto-virgola, perché come ti ho già detto le frasi lunghe ben si adattano a narratore e tempo narrante, ma in alternativa anche un punto non andare bene.

- E ora sei qui, il tuo sangue inzuppa le lenzuola e nostra figlia piange sul tuo petto gonfio di latte ma svuotato di vita: ho scoperto ora di avere delle lacrime e sono tutte per te. → Qui invece i due punti possono anche andare bene, perché evidenziano quella che è la rivelazione a cui giunge Edmure, e lo fa proprio attraverso questa scena fondamentale: Roslin morta e la loro figlia ancora sul suo petto senza vita.

Per il resto, la punteggiatura si avvale molto di virgole, tende a formare periodi lunghi, subordinati, che vogliono rendere il flusso di pensieri, e questo espediente riesce, soprattutto quando la tensione emotiva di fa alta e il narratore esclama, senza pause forti: e io ti amo, dannazione, ti amo!
In questo caso, proprio per via del narratore in prima persona, ho percepito che il lessico, a contrario del tono narrativo, è parecchio lontano da quello che potremmo associare a Edmure. Semplice, a tratti troppo informale e ripetitivo, inoltre ho trovato uno o due termini troppo moderni per adattarsi a lui e al contesto.
Riporto alcuni esempi:

- mi hai sostenuto quando gridavo nella notte → Qui avrei utilizzato un verbo differente, sia per rendere più forte la scena, sia per evitare la ripetizione. “Mi hai stretto” o “mia hai trattenuto” per rendere meglio l’idea di un Edmure che senza Roslin accanto si sarebbe perso nella pazzia e nei sensi di colpa.

- La rosa dei Frey… hai raggiunto i membri della tua casata → Ti sei ricongiunta ai membri della tua famiglia sarebbe stato più elegante.

- Tuo padre aveva creato un orrido spettacolo al posto del giorno che doveva essere il più felice della tua breve vita ma, moglie mia ti sei rialzata da sola, crescendo un bambino disprezzato per colpa di un padre troppo idiota per capire la trappola in cui stava cadendo e troppo stupido per accorgersi, successivamente, dell’aiuto che gli stavi dando. → Non mi convince la formula “al posto del giorno”, la trovo un’espressione troppo informale e priva di carattere. “rubandoti quello che doveva essere il giorno più felice della tua vita” (breve lo eliminerei a prescindere) o “privandoti di quello[…]”. Inoltre questo è un periodo davvero lungo, avrei messo un punto fermo prima dell’avversativa, per renderla più forte e incisiva.

Ci sono però alcuni passaggi che colpiscono e riescono a essere potenti, come le due metafore sulla rosa.
Inoltre l’effetto di ripetere “una timida rosa” a breve distanza ti permette di esternare il dolore di Edmure, di rendere il suo rimpianto, il suo amore, la sua amarezza; come un uomo addolorato che ripercorre con le parole quel concetto che prima non aveva chiaro o non aveva mai espresso a dovere, e adesso sente il bisogno di rimarcare. Lo esalta, lo approfondisce, lo arricchisce di più sfumature. Colpisce poi anche il rimando al “prato pieno di letame” che indica non solo l’abbondanza di figli e nipoti della Casa Frey, ma soprattutto la loro natura meschina, lurida, deplorevole.
La scelta di paragonare poi la sua forza alla quercia è, a mio parere, ricca di un significato che trascende il fandom e che si arricchisce di diversi rimandi. Alla cultura celtica, tanto per iniziare, dove la quercia rappresenta la vita, la conoscenza; ma a rimandi anche al ruolo di nutrice e protettrice che Roslin assume per Edmure e per i figli.
Ultimo particolare che voglio commentare è la ripetizione di quel “piccola”, un continuo rimando alla sua delicatezza e alla sua fragilità, ma anche un rimando al suo essere stata per il marito un essere “marginale”, dato per scontato, che entra in contrasto con il suo ruolo protagonista nei suoi pensieri nella flash, con la sua forza di volontà e il grande sostegno che silenziosamente gli ha dato. Qualcosa di piccolo ma di incommensurabilmente prezioso.
Infine, i generi. Non ho molto da dire in questo punto, entrambi i generi sono stati trattati con cura e sono protagonisti nella storia. Romanticismo e malinconia vanno di pari passo, si intrecciano per trasportare il lettore all’interno della pelle di un personaggio che riesce davvero a sorprendere e a coinvolgere.


Sviluppo del tema: 15/15

Intanto sei stata bravissima nel dare pari spazio ai due personaggi, mettendo completamente al centro della flash la loro relazione. L’hai sviscerata, l’hai analizzata sotto una luce riflessiva, retrospettiva e, quindi, colma di una consapevolezza che sul momento dei fatti mancava al personaggio. Roslin appare altrettanto protagonista perché è intorno a lei che gravitano i pensieri e le emozioni del personaggio POV, il quale, attraverso la perdita, viene messo davanti ai suoi sbagli e agli errori di cui ha disseminato la sua vita. Allo stesso tempo, poi, riesci ad approfondire la loro vita insieme, il modo in cui l’uno è stato vicino all’altro, in che modo si è sviluppata la loro relazione, la loro convivenza. Questi sprazzi di vita – il figlio maschio, il disprezzo della gente, la vicinanza della moglie – hanno arricchito con personalità la loro storia, rendendola più piena e, quindi, più vicina al lettore. In questo modo, i sentimenti in qualche modo si fanno concreti e chi legge a modo di immedesimarsi maggiormente nei due protagonisti.
Il momento della rivelazione coincide con la perdita. Una perdita che non è dettata da ostacoli o da decisioni di uno dei due personaggi, ma è naturale, dovuta alle conseguenze di un parto difficile e allo stesso tempo alla nascita di un figlia tanto desiderata. Credo che il momento, che dovrebbe essere intriso di una gioia immensa, renda ancora più dolorosa la separazione. In questo momento di vita, di nascita, si mischiano tantissimi temi: la morte, l’amore, il rimpianto, l’ammirazione.
Trovo questa scelta forte proprio perché avresti potuto cercare effetti più devastanti per svolgere questo tema, ma hai scelto quello più inevitabile e antico di tutti: la sorte, o destino, o vita che si voglia chiamare. Lo trovo ironico visto tutto quello che hanno passato i personaggi: proprio quando le cose sembrano essersi messe apposto, Edmure viene privato della possibilità di redimersi come marito. Sembra quasi sorgere spontanea la domanda: se avesse avuto più tempo, avrebbe capito quanto la moglie contava per lui? Non lo sapremo mai, questa possibilità gli è stata tolta.
Tutto questo rende la presa di consapevolezza ancora più dolorosa, perché intrisa dei sensi di colpa del personaggio POV, il quale sente di non aver apprezzato mai abbastanza la moglie. Roslin muore senza sapere quanto la sua determinazione, il suo appoggio, la sua vicinanza siano stati fondamentali per Edmure, il quale se ne accorge soltanto nel momento in cui questo appoggio e questa presenza vengono a mancare.
Nella sua semplicità, quindi, lo sviluppo dei temi è stato intenso, ben strutturato, e soprattutto capace di dare profondità a un personaggio davvero secondario nella serie, la cui storia è stata tralasciata.

Titolo, Introduzione e impaginazione: 4/5

A parer mio, il titolo non riesce a essere all’altezza della storia. Il titolo è sì attinente, ma è anche molto semplice e manca di quel tono malinconico e drammatico che permea la storia. Non ne sa ricalcare la bellezza emotiva. Penso che nel mare di titoli, si perderebbe un po’, nonostante non sia del tutto privo di attrattiva. Il vero problema è che lo trovo poco originale, privo di una vera personalità. Un po’ scontato, ecco. Soprattutto perché all’interno la metafora della rosa è ripresa più volte e in più modi, a partire dal nome stesso della protagonista. Il che, da un lato, dona al titolo un particolare effetto, ma che nel suo insieme non mi riesce proprio a convincere, è come se ci fosse una sovrabbondanza. Avrei optato per un titolo più a tono, più incisivo, che riuscisse a esprimere un’emozione.
L’introduzione è minima, ma al contrario del titolo ha un tono ben definito che riesce a esprimere parte della malinconia che permea la storia. È vero che manca un contesto, ma quell’unica frase riesce comunque a creare un’atmosfera e soprattutto a presentare una storia all’insegna del rammarico e del rimorso, nonché della malinconia che attanaglia il lettore sia nei confronti di Roslin sia nei confronti di Edmure. Riesce perfettamente a creare un primo senso di empatia che non può che catturare l’attenzione.
L’impaginazione asseconda il tono della narrazione e accompagna il flusso di pensieri. Non vai a capo molto spesso, il testo è molto compatto e denso, e lo spazio tra i vari paragrafi dona quelle giuste pause in più per riprendere fiato; una boccata veloce, e poi di nuovo a leggere un altro paragrafo tutto d’un fiato. Ho trovato questa scelta adatta al tipo narrazione. Brava.


Caratterizzazione dei personaggi: 20/20

Entrambi i personaggi sono ben caratterizzati. Si mantengono IC per quel poco che ne sappiamo, ma soprattutto si arricchiscono di particolari e sfumature che riescono a renderli tridimensionali, a farli uscire dallo sfondo, senza però storpiare la loro natura originale.
Parto dal commentare il personaggio femminile.
Di solito inserire riferimenti fisici in una flash a me dà l’impressione di “riempimento”, come se l’autore voglia occupare uno spazio che non sa come riempire. Altrettanto mi risultano inutili perché si presume che il lettore abbia già un’idea fisica dei personaggi e che quindi in una flash si dia spazio esclusivamente alla parte caratteriale e introspettiva. Ma qui ho trovato perfetto il riferimento agli occhi e al viso a forma di cuore perché il personaggio POV evoca queste immagini con uno struggimento e un apprezzamento vezzeggiante che li rende veicoli di sentimenti profondi ma anche di dolore.

- Una timida rosa con la forza di una quercia. → Hai caratterizzato molto bene la forza e la determinazione segreta che in qualche modo si riscoprono in questo personaggio. Diviso tra dovere verso la famiglia e forse dovere verso il suo futuro sposo, ma ancora meglio senso di amore e giustizia verso colui che dividerà la vita con lei, e forse anche un senso di contrasto verso quello che la famiglia di lei vuole attuare.

Roslin è diversa dalla sua famiglia – in questo la frase iniziale è perfetta per descriverla – ha una forza interiore mista a una timidezza di fondo (che forse è riservatezza, ma anche contrasto interiore) che la rendono una piccola luce, fragile, sobria eppure potente. Ho trovato molto calzante e in linea con il personaggio caratterizzarla come un personaggio silenzioso, qualcuno che sostiene senza troppe parole, una presenza muta ma forte nella vita di Edmure. Altrettanto perfetto è l’idea di maternità, il suo desiderio di avere figli, di crescerli, di prendersene amorevolmente cura. La tratteggi come una persona paziente, resiliente, determinata nel suo piccolo, che sa passare inosservata e sa amare abbastanza per due.
Dalle parole di Edmure traspare tutto l’amore e la devozione verso la moglie.

- Tuo padre aveva creato un orrido spettacolo al posto del giorno che doveva essere il più felice della tua breve vita → La ama a tal punto che è arrivato a desiderare il meglio per lei, e di conseguenza e rammaricarsi per il peggio che invece ha ricevuto.

Di Edmure parti con una panoramica retrospettiva, vergata di suo stesso pugno, che ripercorre la sua natura arrogante, presuntuosa a volte, ma anche debole, pronta a sprofondare nel senso di colpa e nell’incapacità a reagire. Un uomo che ha dato importanza solo all’aspetto fisico – e anche per questo motivo inserire quegli elementi che per primi lo avevano affascinato della moglie risulta una scelta vincente – e che non si è curato degli avvertimenti. Un uomo cieco per gran parte della sua vita, incapace di ascoltare, di farsi saggio. Trovo IC anche il modo in cui si abbandona al rammarico, alla nostalgia e al dolore in questo presente: rimarca proprio la sua natura, nonostante la consapevolezza a cui giunge. Molto bene anche l’ardore con cui lo fai parlare, il modo semplice e istintivo con cui si lascia trasportare dai sentimenti (che forse sono sempre stati il suo punto debole), quando bestemmia, inveisce, esclama. Ottimo anche il tono struggente e fiacco con cui accompagna il momento, e il risentimento che mostra verso la famiglia di lei. Ho trovato il suo personaggio profondo, sviscerato da più angolazioni.
In conclusione, davvero un lavoro eccellente che non manca di nulla. Complimenti.


Gradimento personale: 4.5/5

Non avevo minimamente mai pensato a questa coppia, ma tu sei stata capace di farmela amare. Soprattutto sei stata in grado di esaltare due personaggi messi in ombra, del tutto secondari o marginali, facendomi empatizzare con loro, facendomi partecipare al loro dolore, ai loro silenzi, alle loro distanze. Credo che sia uno degli addii più struggenti, perché non è soltanto l’amore quello che è stato taciuto tra di loro, ma anche la gratitudine. A far più male è quasi quell’indifferenza, il modo scontato con cui Edmure considera Roslin fin quando non la perde. Non c’è dolore più grande di quello di non essere considerati, secondo me. E questa storia, puntando su questo, mi ha distrutto. Mi ha distrutto ancor di più perché ho pensato a Roslin, al fatto che morisse senza sapere che alla fine Edmure l’avesse amata, l’avesse capito quello che lei aveva fatto per lui. Forse a lei non serviva saperlo, forse a lei bastava amarlo e occuparsi di lui, forse era riuscita in maniera molto sobria e composta a ritagliarsi un po’ di felicità attraverso i figli; ma questi forse rendono il dolore ancora più grande, perché mi rendo conto che è una felicità sorda, limitata.
La frase che più mi ha ferito è proprio quella in corsivo, perché è piena di una delicatezza e di un trasporto amoroso che ha saputo prendermi alla gola. E niente, è una storia semplice che parla attraverso i sentimenti, e quei sentimenti sono arrivati dritti al mio cuore. Inoltre la maggior parte degli altri partecipanti ha sfruttato l’addio per creare struggimento, mentre nella tua flash lo struggimento avviene attraverso la presa di consapevolezza. Complimenti.
L’unico piccolo neo è che ho dovuto leggerla più volte per apprezzarla fino a questo punto, e parlo dell’aspetto tecnico, perché ci sono alcuni passaggi non fluidi come sarebbe piaciuto a me. E poi, ovviamente questa è una considerazione personale e ne parlo solo qui, mi sarebbe piaciuto un arricchimento figurativo più ampio, qualcosa che rendesse stilisticamente anche il contesto – ossimori, climax – effetti scenici di cui sono dipendente, me ne rendo conto.

Punteggio: 63.65/70

Recensore Veterano
11/04/20, ore 20:12

Ciao!
Partecipo anche io il contest e, nonostante non conosca affatto il fandom (dovrei recuperare) ho adorato il tuo stile e le tue frasi delicate e determinate al tempo stesso.
Si denota il rimpianto del narratore verso l'amata che è morta troppo presto, lascia con l'amaro in bocca in un crescendo di sensazioni che va via via a diventare tragico.
Molto bello il riferirsi a lei, il ripetere del suo nome quasi come una supplica o un incedere, sicuramente è una storia con un significato potente, sia per la trama che per com'è scritta.
Complimenti davvero!
Ile

Recensore Master
10/04/20, ore 12:04

Ciao Milla!
Sto, lentamente, passando a recensire tutte le storie del contest di Nirvana, e mi ha fatto moltissimo piacere vedere che hai scritto su una coppia così insolita. Dirò la verità, l'idea di fondo mi è molto piaciuta, con Edmure che si rende conto di amare la moglie solo nel momento in cui la perde a causa delle complicanze del parto: certo, non è originale al 100%, ma ho trovato molto piacevole il modo in cui l'hai adattata al contesto di loro due. Una cosa che ti vorrei segnalare è un errore su un tempo verbale: "ora Melìa era lì accanto al tuo corpo" che dovrebbe essere al presente. A proposito, come mai hai scelto questo nome per la figlia, ha un significato particolare? Sono curioso^^
A parte questo, ho trovato lo stile molto originale, forse leggermente moderno per GoT ma arricchito da molte belle immagini, tra cui spicca quella della rosa citata nel titolo. Complimenti e in bocca al lupo per il contest!
mystery_koopa

Recensore Master
08/04/20, ore 14:05

Ciao cara Milla, sono contenta che tu sia riuscita a partecipare al contest, anche perchè questa flash che hai proposto è sicuramente interessante!
Hai deciso di parlare di una coppia molto secondaria di cui sappiamo ben poco, e anche di presentare il momento dell'addio come quello "naturale" di una morte per parto: due scelte non banali che ci permettono ci gettare un nuovo sguardo su Edmure e Roslin. I pensieri di Edmure sono ben resi e rispondenti secondo me al carattere del personaggio, che ha amato la moglie ma non è riuscito a esprimerlo fino in fondo.
Mi è piaciuta la metafora continua di Roslin come una rosa: in particolare è incisiva quella dell'inizio, "timida rosa in un prato colmo di letame" che giustamente richiama con il letame l'ambigua famiglia dei Frey e che sottolinea invece la diversità della ragazza.
Ti segnalo solamente questa frase che non sono sicura di aver capito: nessun durante quell'unica notte ho visto la paura che cercavi di mostrarmi, la richiesta di aiuto il tuo compagno. L'impressione è che la parola "nessun" sia di troppo, anche perchè tolta quella parola  l'immagine risulta poi chiara.
In ogni caso, la flash mi è piaciuta, così come mi è piaciuto leggere qualcosa su questa coppia, a cui tu hai saputo dare voce.
Un abbraccio e in bocca al lupo per il contest!
Alla prossima!