Sesto Posto
I want to lay you down in a bed of Roses
di Setsy
Grammatica: 4.2/5
La grammatica è perfetta, ho trovato solo due errori sintattici. Capitano, soprattutto quando si ha a che fare con la nostra lingua, che nasconde diavoli dietro anche ai più piccoli dettagli pur di esprimere anche la più piccola sfumatura.
Di seguito, gli errori trovati:
La verità è che mentre siamo insieme sei la cura della mia solitudine → -0.3 (“alla mia solitudine” credo sia la forma corretta)
Per me è più facile non credere di essere amato, non raggiungere qualcosa per temere di perderla→ -0.3 (Il complemento di causa in questo caso richiede il sostantivo, quindi “per timore”)
Il legno che affonda nel tuo cuore, sta trapassando anche il mio → -0.2 (O metti una virgola dopo “legno” per chiudere l’inciso o togli la virgola che in questo momento separa soggetto dal predicato)
Stile: 17/20
Lo stile è immersivo, prettamente introspettivo, tiene l’asticella del coinvolgimento alta dall’inizio alla fine. È uno stile definito, sicuro, denso. Ha la capacità di esaltare al meglio ogni più piccolo sentimento, ogni più piccola percezione. Inoltre si sa arricchire senza strafare di figure retoriche – metafore nello specifico – ma arricchendosi di immagini che nascondono più di un significato.
Ad esempio:
- la tua pelle di burro e gli occhi di fiordaliso→ Ci sono tre diversi livelli di lettura per questa frase. Il primo è quello cromatico, per caratterizzare il colore della pelle e degli occhi; l’altro è la metafora tra il burro e la sua pelle, entrambi si scioglierebbero al sole; l’altro è un riferimento alla vita precedente di Rose, e al suo “posto preferito”. I rimandi a elementi agresti è un tocco di raffinatezza.
La scelta di utilizzare frasi lunghe, ricche di subordinate nel complesso funziona, grazie alla capacità di saperle alternare a una struttura sintattica mai uguale a se stessa. L’unico punto più debole si trova nella seconda drabble:
- Mi regali sorrisi che conservano il calore del sole ― che non può baciare la tua pelle di burro e gli occhi di fiordaliso ―, che scavano ferite che non fanno male. → L’uso prolungato del “che”, usato anche per rendere le subordinate di secondo grado, tende a ridondare in tutta la frase in maniera un po’ sgraziata.
Comunque, trovo la scelta di uno stile ricco di subordinate perfettamente coerente con l’utilizzo di un narratore in prima persona, rafforzando maggiormente il carattere introspettivo della raccolta. Inoltre, hai ben gestito soprattutto l’utilizzo di frasi asindetiche, che in questo caso, unite a una prima persona, riescono a dare un tocco di eleganza che ben si addice all’anima “vecchia” di Damon. Nel suo insieme la punteggiatura è usata con maestria, dando le giuste pause alla raccolta, e ho apprezzato anche l’effetto personale che hai saputo dare con i vari punto-virgola, i quali sono un ottimo intermezzo tra una virgola e i due punti nello specifico delle tue drabble: smorzano la lunghezza della frase senza slegare in maniera netta la seconda parte che le riguarda. Anche la parentetica ha uno scopo ben preciso, che è quello di evidenziare quanto straordinario sia l’effetto che Rose ha su Damon: riesce a dargli quel calore che lei per prima non può sentire sulla sua pelle.
L’uso della prima persona ti ha permesso di dare profondità e corpo all’introspezione, ma sai bene che quando si usa la prima persona si deve far in modo di adattarla anche al personaggio. In questo caso, la “voce” di Damon è priva di quei demoni che la rendono graffiante, suadente anche quando vuole auto-ferirsi. In alcuni passaggi si mantiene troppo dolce, troppo musicale. Da parte sua avrei immaginato più un attacco frontale, ricco di pugnalate, come domande ironiche, espressioni più salaci che si andassero a mischiare a quella voce vellutata con cui avvolgi tutta la narrazione, soprattutto perché la prima persona non si riferisce al lettore, ma parla direttamente con il personaggio (cosa che trovo di gran classe: dona al narratore piena potenza). Inoltre il tempo presente dà un senso di vicinanza e immediatezza con gli eventi che avrebbero giustificato un tono e un’espressività meno analitica, ma più istintiva.
Per esempio, nella prima drabble:
- A volte sospetto di prendermi in giro da solo, ma in fondo va bene così: sono l’ultimo che può giudicare qualcuno, persino me stesso. → È bella la frase, intendiamoci, soprattutto l’attacco ha molto dell’ironia di Damon. Io però avrei reso più amaro la parte finale, per rendere quella tipica amarezza/sarcasmo che gli è propria.
In alternativa, per lasciare campo libero alla sua coscienza più “buona” e romantica avresti potuto equilibrare questa mancanza con l’inserimento di qualche dialogo, in modo che comunque ci fosse la sua controparte più “sfacciata”.
Per esempio:
- Una risata arrogante mi storce la bocca mentre pronuncio parole velate di scherno, cercando di allontanarti senza riuscirci. → Avresti potuto rendere questa non frase passiva, ma inserire un dialogo al suo posto che mostrasse con quali parole avesse cercato di allontanarla.
L’immagine del letto è metafora ma si fa anche evocatrice della scena, poiché Rose muore davvero stesa sul letto di Damon, così come quando dici “il mio letto freddo si è riempito di rose” è sia un rimando alla scena sia una metafora del fatto che il letto di Damon – e quindi il luogo che gli è più proprio e dove si sente maggiormente la solitudine – si sia riempito dell’amore, della delicatezza e di tutte quelle qualità che Rose sa offrirgli. In questo senso quest’immagine è impregnata di un erotismo sottile ed elegante.
Non ho nulla da eccepire per quanto riguarda i generi che hai inserito. Trovo il tuo “what if?” più che coinvolgente, ben inserito nel contesto dell’opera originale e reso in maniera tanto credibile da renderlo del tutto fruibile all’interno di quella che è l’evoluzione di Damon Salvatore nel macro argomento “donne”. Per quanto riguarda il drammatico, credo che tu abbia saputo raggiungere altissimi livelli di struggimento con la terza drabble (senza nulla togliere al dramma che segue un po’ la vita amorosa di questo personaggio maschile e che tu hai richiamato nella prima drabble), dove tanto è l’amore che prova Damon, tanto è la dolcezza che c’è dentro il suo gesto, tanto più drammatica riesci a rendere la separazione. Per poter invece parlare del romanticismo dovrei citare l’intera raccolta, ma il culmine lo si raggiunge proprio nella parte centrale:
- Quello che abbiamo fatto è amore, e il mio letto freddo si è riempito di rose. → Dove lo trovi un uomo che non si nasconde dietro a parole come “sesso”, “amplesso” e compagni? Non solo c’è l’ammissione candida e diretta “abbiamo fatto l’amore” ma tu la potenzi con un’immagine che ha del visionario. Soprattutto potente è l’antitesi tra il “letto freddo” e le “rose” che richiamano alla mente del lettore colori più caldi e vivaci.
Infine devo assolutamente lodare il lessico vario, pieno, potente, per nulla semplice ma non per questo artificioso o ridondante. Non una sola parola è usata senza cognizione di causa, non c’è una sola frase di passaggio o di “riempimento”. Le parole hanno potere, e tu hai saputo usare questo potere. Complimenti davvero.
Sviluppo del tema: 15/15
La tua raccolta ha centrato in pieno il cuore del contest, soprattutto perché dall’inizio alla fine l’emozione più forte che si percepisce è proprio lo struggimento del personaggio POV, Damon Salvatore. Uno struggimento che diventa lui per primo protagonista delle tre drabble.
La lotta interiore che si percepisce nella prima drabble rende perfettamente l’idea di quanto, ancor prima della separazione, sia l’esistenza di questo amore stesso a far struggere il personaggio POV. La lotta di Damon contro i suoi stessi sentimenti e l’arresa nella seconda drabble è esattamente quello che avevo chiesto nel tema “rivelazione”, dove alla consapevolezza si susseguono prima la lotta e poi l’accettazione. Trovo che l’accenno agli altri due “amori” di Damon non smorzi affatto il sentimento per Rose, ma che ne “giustifichino” la volontà di resistervi. Le ferite nel cuore di Damon sono tante e il lettore può ben capire così per quale motivo il personaggio si ostini a voler sopprimere sul nascere questo sentimento.
Va lodata sicuramente la separazione interna al tema della “rivelazione”. Nella prima drabble infatti l’amore viene combattuto, viene nascosto, in qualche modo ostacolato sul nascere. Nella seconda drabble, invece, il gioco diventa l’arma subdola con cui l’amore entra in sordina e si pianta nel letto – nel cuore – di Damon. A questo proposito, trovo significativo proprio questo “inganno” che la personificazione di Eros compie, ovvero se l’amore bussa e viene lasciato fuori, allora lui si traveste di “amicizia speciale”. Trovo ironico che Damon sia stato battuto al suo stesso “gioco di maschere” da un sentimento.
A questo punto, quindi, il tema della “separazione” diventa quanto mai violento e doloroso, perché segue immediatamente l’onestà con cui Damon si guarda dentro di sé. La scelta di rendere la separazione totalmente definitiva, con la morte della persona amata, si accende grazie al modo come essa avviene: per mano dell’amato. Non ci poteva essere struggimento più forte. Complimenti.
Titolo, Introduzione e impaginazione: 4.5/5
Allora partiamo fin da subito da quello che tu stessa hai specificato nelle note: il riferimento nel titolo alle “rose” non solo intese come fiori ma come chiaro rimando al nome di Rose, che in qualche modo riesce – in sordina, un po’ – a riempire gli spazi vuoti del cuore di Damon (e anche il suo letto, certo). La dolcezza del titolo riesce a ricalcare tutto lo struggimento e il romanticismo che impregnano le tre drabble, e – non so se sia nato prima il titolo o la storia – ma sono perfettamente in simbiosi, inscindibili; e questo rende il titolo semplicemente perfetto, come se fosse allo stesso tempo la pelle e il cuore della raccolta. La premura poi che rispecchia è la stessa che in qualche modo si evince dal finale: “voglio sdraiarti in un letto di rose”, implica delicatezza, premura, voglia di darle il meglio, cosa che Damon crea, avvolgendo la fine di Rose in un sogno dolce e premuroso. Penso che anche la scelta di riprendere il titolo della raccolta come sottotitolo della seconda drabble sia ben ponderata, perché innanzitutto mette in evidenzia la mancanza della maiuscola in “roses”, cosa che in un qualche modo riesce a cambiare totalmente di significato il sottotitolo, in secondo luogo crea una sorta di centralità, di focus sulla seconda drabble che evidenzia come sia proprio la consapevolezza e l’accettazione onesta dell’amore a legare primo e terzo momento, portando a una fine così tragica.
Anche gli altri due sottotitoli sono stati scelti con cura e sono perfettamente calzanti con le drabble. Il primo è una chiara affermazione e ribaltamento di quello che dice il testo: lui devia i suoi sentimenti, afferma di averne abbastanza, ma il titolo risponde a tutto questo: la verità – che Damon nega anche a se stesso – è che lei è tutto ciò di cui ha bisogno. Il terzo titolo, oltre a riprendere la frase conclusiva del testo racchiude il dolore della perdita in maniera molto vivida.
L’impaginazione è pulita, molto compatta. Ho apprezzato il font del titolo e delle lettere che aprono il paragrafo: conferiscono al testo un tocco di eleganza e di raffinatezza e richiamano un po’ l’idea generale che segue da sempre il mondo dei vampiri, secondo me, ovvero danno un tocco di “antico” e prezioso.
Unico suggerimento: le drabble hanno un’impaginazione e un’impostazione di paragrafo molto compatta, formati quasi tutt’e tre dallo stesso numero di righe. La prima e la terza, ho notato poi, sono formate da due paragrafi e sarebbe bello dare la stessa divisione anche alla seconda drabble, portando a capo questa parte di testo:
- Ci siamo spogliati con malizia, come per gioco, ma non ho potuto ingannarmi. Quello che abbiamo fatto è amore, e il mio letto freddo si è riempito di rose. → Questo ti permetterebbe anche di far esaltare quella che io reputo una delle parti più belle e profonde e dense di romanticismo dell’intera raccolta (e forse che io abbia letto finora, in generale).
Trovo che l’introduzione abbia il tono corretto, ovvero quello di parlare al lettore e di attirarlo, di spingerlo a “comprare” la storia, a leggerla insomma. Forse ho trovato superfluo, anche se caratterizzante, il riferimento a Stefan poiché fuorviante e non inerente al contesto della raccolta (non credo ci siano riferimenti al rapporto fraterno). Mentre ben fatto è il modo in cui hai contestualizzato il momento “psicologico” di Damon, la sua relazione con Katherine ed Elena, dando peculiarità a quella poi con Rose, facendola distinguere. Tocco di classe le due metafore che chiudono, sia il sorso di vino – chiaro riferimento a tutte le scene che nella storia sono presenti con Damon che si fa un goccetto – sia la rosa, che richiama perfettamente la metafora più grande di titolo e testo.
Caratterizzazione dei personaggi: 20/20
Rose è una presenza che non diventa mai veramente attiva. La scelta di non soffermarti mai su una scena – tranne alla fine – ma di presentare tutto come flusso di coscienza di Damon, attraverso le sue percezioni, fa sembrare Rose quasi e solo pensiero di Damon, e questo rende l’amore più profondo, più graffiante, quasi come sangue che scorre nelle vene, indelebile per il personaggio POV.
Nonostante il componimento breve, ho notato i piccoli accenni che caratterizzano “esteriormente” il personaggio femminile, quelli alla vita semplice che conduceva da umana Rose. Ho apprezzato tantissimo il riferimento al sole, che per Rose è uno degli elementi che più le mancano, lei che in tutti i secoli in cui è vissuta non ha potuto contare su un anello solare, lei che invece ha la dolcezza e il sole dentro di sé costretta a una vita di oscurità e fuga. A una non-vita.
- Ci siamo spogliati con malizia, come per gioco → È una scelta molto azzeccata non solo per evidenziare l’elemento molto sensuale che ha sempre caratterizzato il personaggio di Damon, ma anche per enfatizzare un aspetto non di poco conto di Rose. Lei è una donna consapevole, sincera con se stessa, e rispetta troppo se stessa per amare un uomo che ama un’altra. Il “gioco” e la “malizia” sottolineano il modo in cui lei si presenta a lui: amica speciale.
E poi c’è la caratterizzazione comportamentale e caratteriale: i sorrisi che lei gli regala, quei sorrisi spontanei che costellano tutte le scena in cui sono presenti loro due; il suo sapergli stare a fianco in maniera discreta, senza pretendere amore, senza compatirlo, ma vivendo la “gioia”, la compagnia. L’IC di Rose, quindi, è stato rispettato
Per quanto riguarda il personaggio di Damon, che te lo dico a fare, è perfettamente IC. Hai saputo metterlo a nudo, sviscerare la parte più fragile, più essenziale del personaggio, che è proprio la sua mancanza di difesa di fronte all’amore.
A partire dalla prima drabble, dove emerge tutta una retrospettiva amorosa che lo riguarda e che mette in evidenzia come questo personaggio si dà completamente quando ama, senza difese, nonostante il sarcasmo e l’arroganza con cui si avvolge. Soprattutto quello che emerge è la sua schiettezza, la sfacciata onestà con cui parla a se stesso. È vero che lui mente – e mente anche a se stesso – ma credo che i suoi sentimenti non possano essere celati, perché le ferite le porta disegnata sulla pelle. E a questo proposito, ottimo anche al modo in cui hai saputo descrivere questo amore per Rose, qualcosa che lascia il segno senza fare male, perfettamente in contrasto con gli amori travagliata e più corrosivi con Katherine ed Elena.
Non posso non notare anche che hai saputo mettere a nudo la sua più grande paura: la paura di perdere l’amore. Ha avuto talmente tante delusioni nella vita da non poter sopportare l’idea di mettersi di nuovo in gioco. E questa ritrosia la si ritrova sempre, sia nel rapporto con Stefan ma anche nel modo in cui a un certo punto “scappa” dal suo amore per Elena.
Infine è stato perfetto il modo in cui hai saputo equilibrare nell’ultima drabble il suo dolore e la sua “spietatezza”? No, non credo che renda bene questo termine, ma mi riferisco alla capacità di dare un colpo secco, di saper rinunciare con dolore a quello a cui tiene. Lo si vede anche quando restituisce la collana ad Elena, per esempio: quella confessione che poi cancella dalla sua mente. Lui sa soffrire in silenzio, sa dare una certa mostra di sé quando invece dentro prova un turbine di emozioni. Ecco, quella stessa sensazione l’hai saputa ritrasportare nella terza drabble, dove da una parte lui addolcisce la separazione con questo bellissimo sogno, dalle sue parole si evince la dolcezza, il tentativo di apparire spensierato, gioioso, ma dall’introspezione si sente tutta l’amarezza e il dolore che invece prova.
In questo parametro come vedi non ha influito la questione del narratore POV, perché trovo che invece la battuta di dialogo – l’unica – sia perfettamente in linea con il personaggio, si adegua perfettamente al suo parlato ma soprattutto alla scena, ed è imbevuta di una dolcezza così straziante da fare male tanto quanto fa male a Damon fingere e “stare al suo stesso gioco”. Complimenti.
Gradimento personale: 5/5
Devo vietarti di partecipare con Damon Salvatore al mio prossimo contest. Prometti che sceglierai un altro soggetto, o anche un altro fandom. Tu rischi di spezzarmi il cuore, davvero.
Damon merita amore, e nella sua vita ha sofferto tantissimo. È stato crudele da parte tua dagli tutto ciò di cui aveva bisogno e poi toglierglielo nella maniera peggiore. Il fatto che sia la sua mano a infliggere, in una maniera poi così dolce, il colpo fatale non ha soltanto trapassato il cuore di Rose e quello di Damon, ma anche il mio.
Ho tremato ascoltando la canzone (cerco di ascoltare o leggere sempre ogni più piccolo dettaglio che concorre alla creazione della storia, quindi non potevo esimermi dall’ascoltare la voce di Bon Jovi). Non c’entra niente, ma voglio dirtelo lo stesso. La canzone mi ha fatto pensare tantissimo ad Arthur e Morgaine de “Le nebbie di Avalon”, libro che ho appena finito di leggere, amare e odiare per la sua voluttuosa verità. E sì, credo che sia anche ironico il testo della canzone visto il “what if’” che hai scelto, quasi come se la canzone facesse beffe all’amore confessato da Damon nella raccolta, perché – e spero di non aver preso un grossissimo, ma grossissimo granchio – la canzone parla proprio di un uomo che si rifugia in false storie, tra le braccia di altre donne, mentre il pensiero va a un’altra, al suo unico amore, a quell’amore che ha quasi del divino (e nel caso di Damon, nella serie è Elena). Niente, mi ha impressionato, e trovo che sia un tocco geniale – non so se involontario o voluto – che mi ha fatto letteralmente tremare (per entrambe le ragioni qui dette). Senza saperlo, hai colpito dove faceva più male.
La raccolta è molto bella, ed è ricca di quello struggimento che tanto desideravo leggere. Non potevi farmi regalo più bello. Grazie.
Punteggio: 65.7/70 |