Recensioni per
Altro tè per le bambole
di LadyPalma

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/10/20, ore 20:42

Ehi, ciao ;)
Come sai, io non mi sono mai affezionata al personaggio della Umbridge - anzi, non mi vergogno di affermare che, tra gli antagonisti della Saga, è certamente quello che apprezzo meno e di cui non vedo nemmeno un pregio. Però, mi piace molto il modo in cui la tratti. Di certo non arriverò mai ad amarla, ma le tue storie riescono sempre a stupirmi - e in parte, ad analizzare di nuovo questa donna.
La prima parte l'ho trovata molto triste. Non conosco la vita della Umbridge perché non mi sono mai informata, quindi trovo interessante leggerti per scoprire cosa l'ha spinta a maturare un determinato carattere.
Che fosse una Mezzosangue, era intuibile. Che avesse avuto una situazione familiare non molto rosea, lo avevo supposto ma non ne avevo la certezza.
Come ti dicevo, è una parte molto triste, perché racconti di una Dolores - visto, cosa fai? Mi spingi pure a chiamarla per nome! - ignorata dai genitori - e poi disprezzata, o forse solo temuta dalla madre. E fa un po' sorridere che la Magia, che in Harry Potter ho sempre associato a qualcosa di positivo - i rischi di iniziare una storia quando si è bambina -, in realtà su di lei abbia avuto il risultato di peggiorarla.
La litigata tra i suoi genitori mi ha lasciata un po' perplessa, da una parte posso anche comprendere il timore della madre, dall'altra la reazione e le parole del padre mi hanno ricordato la professoressa del Quinto Anno (dove definisce Lupin un ibrido, sottolineando implicitamente la superiorità di coloro che sono maghi).
Il tè con le bambole mi ha fatto drizzare un po' i capelli. Ti spiego: mi ha ricordato i giochi infantili che a volte le bambine fanno, però il fatto che fosse Dolores a trafficare con tazzine e dolcetti vari, è stato un po' agghiacciante. Non riesco ad isolare la bambina che era da l'adulta che è poi diventata.
Forse sarò ripetitiva, ma io ti faccio ancora i complimenti. Se da una parte abbiamo una Dolores perfettamente IC, con tutta l'antipatia che mi suscita, dall'altra riesci ad umanizzarla e a farmi provare empatia per lei. E' qualcosa che continuo a trovare nelle tue storie.
La parte sul divorzio un po' me l'aspettavo. Helen mi ricorda Petunia, incapace di accettare un altro mondo solo perché lei ne è esclusa (o almeno, questa è la mia impressione).
La frase finale è molto d'effetto, veramente bella e la trovo anche un'ottima sintesi della vita della professoressa (se escludiamo la tresca con Moody. Suvvia, so che non ce né traccia nei libri ma tu fammi sognare xD)
Complimenti per il terzo posto.
Un bacione,
Blue

Recensore Master
26/09/20, ore 12:15

Diciamo che il personaggio lo odio e lo odierò comunque perché la trovo inquietante, ma era da una vita che la mia voglia di leggere fic su di lei si era accesa, soprattutto perché già sapevo che sul gruppo Caffè e Calderotti qualcuno che vi scriveva c’era. E quindi per la prima volta ho deciso di buttarmi su una fic Dolores-centric e… wow, che rivelazione.
Innanzitutto i complimenti vanno per lo stile – sono sicura di aver già letto qualcosa di tuo e quindi probabilmente te l’avrò già detto, ma tant’è, lo trovo pulito e mi piace molto il modo con tanta chiarezza concetti che invece sono complicati, specie se posti davanti agli occhi di un bambino. E proprio per questo mi piace la dualità che si forma, con Dolores bambina che vuole soltanto l’affetto di suo padre, vuole non essere più ordinaria perché in quel modo nessuno le dava attenzione e il mondo che la circonda, più grande, più adulto e molto più complesso di quello che pensa. Eppure essendo suo il pov, scivoliamo quasi con dolcezza tra i suoi pensieri infantili che sono un po’ tutto quello che vorrebbe una bambina alla sua età, ma sono anche piuttosto maturi (perché baratta l’affetto dell’unico genitore che davvero l’amava, e lo fa in un certo senso più che consciamente, decidendo che quello del padre – che in fondo sa non essere disinteressato – è meglio) e in quelle decisioni un po’ a sangue freddo, ci ho visto proprio il personaggio adulto della saga.
Il tutto tinto di rosa, che non guasta mai quando si parla di lei.

Conoscendo poco del personaggio, non sapevo la questione dei genitori divorziati e del padre che abbandona moglie e figlio magonò; ma ho trovato molto calzante e realistica la tua spiegazione e mi piace come sei riuscita a mettere in moto i vari personaggi, dando loro tutta una serie di segni caratteriali che più di tanto non li approfondiscono – perché sono comunque visti dagli occhi di una bambina – ma che a noi basta per riconoscerli e per riconoscere i segni delle due personalità, perché a differenza di baby-Dolores noi possiamo già ben capire cosa significa il sorriso di Oxford e le sue urla contro la moglie. E adoro come ci costringi ad empatizzare con quel mostro (!) della Umbrige, a compatirla, senza tra l’altro scadere nel patetico – perché la piccola comunque mantiene quasi un certo distacco emotivo, specie nel finale quando torna alle bambole e accetta la decisione del padre. E tutto perché l’uomo le ha sorriso… oww, poverina.

Un’altra cosa che ho molto apprezzato è stata la scelta stilistica di strutturare la fic in tre parti, la prima che punta ad introdurre Dolores alla magia, in quell’esplosione non voluta ma che cambia per sempre la sua vita e l’ultima parte in cui questo cambio viene sigillato con il divorzio. Il tutto intervallato dai dialoghi, quasi un focus questa volta non più dagli occhi della bambina, ma quasi dedicato a noi lettori – più maturi, così che possiamo comprendere appieno cosa stia succedendo e cosa sarà il destino della piccola. Davvero, davvero molto bello e ben pensato.
E nota di merito ovviamente al titolo che mi ha fatto pensare a lei (duh!), ma che anche un po’ riporta al finale, quando Dolores si volta e torna alle sue bambole… non so, forse cercando senza saperlo conforto in quel suo piccolo mondo in rosa dove tutto ruota intorno a lei e dove è lei a dettare le regole e parlare per gli altri.

Che dire, nonostante quello che provo per il personaggio è stata davvero, davvero una bella lettura e sono contenta di essere passata. Complimenti davvero!
Alla prossima!

Recensore Master
25/09/20, ore 22:36

Ciao Martina,
qui sfondi una porta aperta, sai benissimo che io ho un debole per Dolores da tempi non sospetti, al punto da averla scelta come capo per la mia OC. Ho amato questa piccola Dolores, così ingenua e al tempo stesso presente a sé stessa e alle cose che al momento le sembrano più importanti: essere speciale, essere considerata, finire il tè con le sue bambole.
Il divorzio dei genitori è sempre un momento difficile per i bambini, specie se - come nel caso di Orford ed Ellen - avviene in modo conflittuale. Addirittura arriveranno a separare i fratelli (e ti dico che nei tribunali babbani è una cosa che praticamente non si vede mai se non in casi particolari) e questo da idea del clima di violenza e magari cattiveria e perfidia che deve aver permeato quella casa. Forse Orford ha sfogato sulla moglie e la sua assenza di magia le frustrazioni di un lavoro umile e Dolores ha finito per assorbire tutto quel misto di risentimento, cattiveria, voglia di rivalsa e ambizione e ne ha fatto la cartina tornasole della sua vita fino a renderla la Dolores che abbiamo conosciuto attraverso gli occhi di Harry, diversa persino dalla bamboluccia che conosce Moody.
Grazie per questo spaccato e per lo stile leggero e fresco con cui tratteggi questo personaggio che nelle tue mani riserva sempre delle sorprese.
Un abbraccio,
Sev

Recensore Master
22/09/20, ore 22:37

Anche questa è in lista: lo ammetto, la volta che sono capitata sul tuo profilo ho fatto la spesa e ora che ho tempo passo dappertutto, mi dovrai perdonare se non so darti tregua. Però, se ci pensi, è anche tanto colpa tua che non smetti di scrivere capolavori: o tu rallenti, o lasci che io ti invada il profilo. Ovviamente scherzo, non vorrei mai importi qualcosa, solo sappi che arriverò quasi sempre se mi sarà possibile.
Che dire? Dolores me la stai facendo scoprire tu, solo tu tra le tante autrici che leggo ha avuto il coraggio di trattarla e di amarla: non è l'unico amore che conoscerà, ci sei anche tu che la proteggi a tuo modo, che cerchi in tutti i modi di farmi capire il suo essere così, così atrocemente senza emozioni, un po' acida. Parto dall'inizio quindi, a quando ha appena otto anni e non ha già più una famiglia: è colpa sua, d'altronde non potrebbe essere altrimenti. È che vuole essere notata e trova l'unico modo che ha per farlo: la magia, quella cosa che non conosce, ma che la fa sentire così importante, così sopra le righe, che la fa sentire amata da una figura che per tutta la vita le è stata distante. Con la magia trova un padre e perde una madre, trova un padre che le regala tante cose, che le accarezza la testa perché è riuscito a convincerla, ma che non è come l'amore di una madre, che non è come la carezza di una madre negli anni precedenti. Dolores non lo capisce, ancorata com'è al suo mondo inventato, in cui degli amici li ha davvero: tra le sue bambole, in quel suo rosa predominante non s'accorge che la vita sta andando in pezzi così presto e la prende bene. Sceglie di essere speciale, sceglie di andare con il padre e dimenticare, in così pochi secondi, tutto quello che c'è dall'altra parte della stanza. Una madre, un fratello lei non li ha più. Una madre e un fratelli non li ha mai avuti.
Me la immagino adulta, a bere il suo tè al Ministero e, guardando fuori dalla finestra, si mette a pensare a come sarebbe stato, a come è ora la madre, come sta quel fratello che non vede da anni. Ma sono solo pensieri di pochi secondi, lo sappiamo, non desidererebbe essere da nessun'altra parte se non quella, non desidererebbe avere nient'altro che la gloria, che l'essere conosciuta e apprezzata. Che l'essere temuta e amata allo stesso tempo.
Che cosa ti devo dire? Spero di poter leggere presto una tua nuova storia con Dolores, perfino con Alastor (un po' oramai li shippo, che ci devo fare?): so che stai avendo dei problemi di scrittura; non ti preoccupare, noi ti aspettiamo per quando sarai pronta.
Sia ❤

Recensore Master
28/04/20, ore 20:29

Recensione premio per il primo posto al contest Tutti pazzi per i musical! (2/2)

Cara Marti,
incredibilmente sì, ci sei riuscita. Non tanto perché ormai storia dopo storia la tua Doll mi è quasi simpatica, ma perché insomma dovrei avere un cuore più di pietra del suo per non compatire una povera bambina messa in una situazione difficile dal padre, con le spalle al muro praticamente.
Perciò sì, per la Doll bambina mi dispiace.
Per la Doll adulta che non riesce a superare i pregiudizi del padre, nì, e sicuramente resta responsabile delle decisioni crudeli che prende -- ma questo non c'entra e comunque so bene che non la giustifichi neanche tu. Sicuramente ha un passato triste e difficile, comunque, che ho conosciuto grazie a te.
Chiusa questa premessa effettivamente un po' inutile, passiamo alla storia!
Una bellissima storia perfetta per Dolores a partire dal suo titolo in rosa ❤︎
E a proposito del titolo, so che a volte ci combatti come me (difficile da credere visto che hai quasi sempre bei titoli) ma quello di questa storia è proprio perfetto.
Intanto, appare materialmente nella storia e amo quando è così; poi, dietro la sua apparente concretezza si cela un concetto che riassume bene l'OS e il carattere di Doll bambina in particolare: di fronte ai problemi, finge che non esistano – non si permette di mostrarsi debole per non deludere, volta le spalle e serve altro tè alle sue bambole.
Ti segno l'unico refuso riscontrato: "Mi dispiae" {dice la madre di Doll}
La caratterizzazione l'ho trovata assolutamente perfetta. In ogni singolo punto – e oltre ad essere, appunto, coerente in sé e con il personaggio che diventerà (con i giusti limiti ovviamente), l'ho trovata estremamente interessante.
La storia inizia con una scena familiare in cui Doll tossicchia per attirare l'attenzione, fallendo miseramente (ehm ehm!).
Si becca al massimo delle sgridate secche, delle ammonizioni sulla sua forma fisica (rip), e allora scoppia, frustrata.
Come tanti altri bambini maghi, la sua magia si manifesta all'improvviso, scatenata da una forte emozione, senza che lei capisca.
Far esplodere un vassoio di carne attira sicuramente più attenzione di un tossicchiare che vorrei definire irritante ma mi trattengo perché ha otto anni.
Il padre sorride, e la vita di Doll cambia.
Ecco, un'altra cosa che ho molto apprezzato di questa OS è la struttura che le hai dato: una scena (la prima magia di Dolores), uno stacco in corsivo e a lato (i genitori litigano), un'ultima scena che ci presenta la nuova quotidianità di Dolores Umbridge (ora importante), una quotidianità fatta di litigi ignorati chiudendosi in camera a giocare con le bambole e con Morgana, una puffskin.
(Ironico comunque che la creature più adatta a lei sia inventata/creata/quello che è proprio da Fred e George ahahahah)
Comunque sul serio, in questa storia oltre a dare uno sguardo a un periodo determinante della vita di Dolores hai anche trattato temi seriamente importanti.
Tantissimi complimenti, davvero. Bravissima!
Un bacio e a presto,

Mari

Recensore Veterano
21/04/20, ore 20:59

TERZO CLASSIFICATO nel contest 'Prof lei com'era da giovane?' sul forum di EFP

GIUNIAPALMA – Altro tè per le bambole

- Grammatica e coesione del testo: 9.75/10
“dispiae” errore di battitura, come a tutti, ho deciso di decurtare punti anche per errori di battitura. -0,25
- Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Allora, per quanto riguarda la protagonista, sono praticamente estasiata. Troviamo non tanto una prof giovane, ma una prof bambina, quindi ovviamente hai dovuto mediare. Non poteva infatti essere già identica a come la conosciamo, ma hai saputo giocare sugli elementi che invece dovevano rimanere per far capire che si trattava proprio di lei. Mi sono divertita molto a ricercarli nel testo. Troviamo, innanzitutto, la vocetta stridula rimasta nella sua vita adulta, il suo modo di fare “Ehm, ehm”, poi fastidioso, ma qui quasi tenero. Troviamo il padre che la chiama ranocchietta, quando noi siamo abituati a vederla come un rospo. È rosa, ama le bambole e il tè, proprio come continuerà ad amare queste cose in futuro. Ama la magia e si crede speciale proprio perché la possiede. La vediamo fredda, nel finale, anche se è una bambina. Mi piace molto come hai immaginato il rapporto con suo padre. L’unica cosa che non mi convince riguarda proprio il periodo da questa scena narrata al suo reclutamento nelle file dei ‘cattivi’. Insomma, qui la vediamo che cerca l’approvazione del padre e pertanto rinuncia alla sua mamma. Ma non smette di amarla nel vero senso della parola. È un po’ strano che lei inizi ad odiarla a tal punto da rifiutare i babbani come se fossero peste. Diciamo che, se davvero il suo odio riguarda solo questo, non è poi così giustificata, anche se la storia mi è piaciuta. Forse la ritengo giusto incompleta, anche se ha senso che tu abbia scelto di raccontare solo un pezzo. Non so se mi sono spiegata bene, non è che non mi convince il personaggio, anzi! Mi è piaciuto davvero molto, ma da qui a odiare i babbani così tanto ce ne dovrebbe passare. Tolgo giusto un punto per questa motivazione, ma Dol e anche suo padre, mi sono piaciuti molto. Ah, e trovo coerente anche la madre, che anche se ama la figlia inizia ad averne paura perché lei non controlla la sua magia.
- Trama: 4.75/5
Hai scelto di narrare un momento delicato della vita di un personaggio a noi sconosciuto, almeno per quanto riguarda la gioventù. Questa scelta ti ha fatto viaggiare con la fantasia ma sei riuscita a collegare elementi ufficiali di Pottermore alle tue idee in maniera meravigliosa. Non abbiamo molta avventura, anche perché Dol è molto piccola. Abbiamo però tanti sentimenti, tanto angst, rabbia, confusione. Abbiamo un divorzio, dunque una situazione praticamente plausibile, ma intrecciata alla magia di Dolores che spaventa la famiglia e attrae il padre. Mi piace moltissimo questa contrapposizione, che per farsi amare dal padre, deve perdere la madre. Soprattutto nel momento clue in cui esplode di rabbia e mentre la madre urla il padre sorride. La trama dunque, non è particolarmente strutturata o intrecciata, narra un fatto quotidiano che però ha sconvolto la vita di un personaggio. Per cui, nonostante l’assenza di avventura, hai puntato molto sull’introspezione e la credibilità che ti hanno fatto guadagnare punti. Per rimanere nel ruolo di giudice, visto che la trama non è molto articolata, decurto il minimo, ma devo dire che la lettura è piacevolissima e che sono entrata veramente nella vicenda, per cui sei stata grande.
- Utilizzo del pacchetto: 5.75/6
Due punti per il luogo: la vicenda è ambientata interamente nella casa paterna. Certo, non hai descritto come è fatta questa casa, ma hai descritto la camera di Dol anche se solo con accenni alle bambole e al rosa. Questo rende tutto molto IC e plausibile, quindi 2 punti pieni.
2 per la situazione: La situazione è narrata nella prima porzione di testo e ci sta. Devo ammettere che mi trovo in difficoltà perché non mi ero aspettata questo risvolto. Io avevo inteso un babbano che non conosceva la magia, che ne rimaneva stupefatto e quant’altro, non mi aspettavo che qualcuno reinterpretasse e utilizzare un’umana che sa della magia, in quanto sposata con un mago. Ovviamente è mea culpa, visto che non ho specificato questo dettaglio. Inoltre, non è un male. O meglio, mi ritrovo sorpresa e in parte piacevolmente! La madre che ha paura della figlia fa pensare a emozioni molto forti. E questo è il motivo per cui Dol è diventata davvero l’inquisitrice, quindi 2 punti inaspettati!
1.75 per l’oggetto: l’oggetto, ovvero la cioccorana, c’è. È un regalo di suo padre, quindi lo rende importante. Però non ci sono ovviamente riflessioni a riguardo, né gioca un ruolo chiave. Dunque decurto il punteggio minimo, infatti mi è piaciuta l’idea del collegare la cioccorana di Morgana al pufflskein e questo rende, in qualche modo, più chiave l’animaletto quindi mi ricollego al punto successivo.
- Punto bonus per l’animale fantastico: 1.75/2
Qui valgono le stesse riflessioni per l’oggetto. Dol è affezionata a Morgana, ed è un regalo dovuto alla situazione principale del prompt nonché al futuro di Dol stessa. Però appare in maniera frettolosa per poche righe, quindi anche qui bilancio e vado per 1.75. Non voglio togliere di più perchè l’unica cosa che chiede la bimba quando decide di andare con il padre, è proprio di potersi portare dietro Morgana.
- Titolo: 2 / 2
Il titolo è molto carino già così, e solo leggendolo ti immagini una stanza rosa con bambole di porcellana e peluche di gattini. Quindi diciamo che è molto suggestivo e ricorda molto il personaggio. Già qui meriteresti due punti, ma poi aggiungo che è adorabile poi scoprire che questa è una frase (anche se opportunamente modificata) della fanfiction. Immaginare una piccola Dol che pensa che il tè finto per le bambole si sta freddando, solo per nascondere le emozioni dovute al divorzio imminente, è veramente straziante. Mi è piaciuta un sacco come scelta.
- Totale: 33/35

Recensore Master
17/04/20, ore 15:46

Ciao!
 
So che avevi indicato come prima scelta un’altra storia, ma temo di non essere ancora così coraggiosa riguardo al crack-pairing e una recensione lì sarebbe stata forse poco utile per te. Ero indecisa tra questa storia e una Piton/Narcissa (che, devo dire, non mi sembra poi così assurda come coppia… mi riservo l’ultima parola dopo averti letta lì), ma ho pensato che provare a dare una possibilità alla cara Dolores potesse essere una buona azione per questa giornata! Quindi eccomi qui, dopo aver lasciato qualsiasi pregiudizio e odio nei suoi confronti fuori dalla storia (quasi, dai).
 
Trovo davvero interessante il lavoro che hai fatto con lei, anzi, credo che sia proprio lodevole: è decisamente più facile adagiarsi sul canon o indagare a fondo personaggi per i quali si ha comunque una base sufficiente di partenza. Tu invece hai scelto di scavare nell’introspezione di un personaggio di cui, odiosità (perdonami, darò la colpa alla Rowling… XD) e quell’articolo a parte, si sa veramente poco, ma soprattutto hai lavorato cercando di darle profondità e umanità dietro la facciata consegnataci dalla saga. Come si sarà ben capito non sono un’amante del personaggio (anche se condividiamo lo stesso amore per i gattini, e forse andremmo più d’accordo del previsto!), però mi ha colpita moltissimo questo tuo progetto, che ho visto sviluppato anche in altre storie, di regalarne una visione a tutto tondo che vada oltre la superficie e cerchi di dare una motivazione ai suoi comportamenti e alla sua storia. Non hai scelto un personaggio facile – il fandom credo sia pieno di detrattori suoi, prima ancora che di Voldemort o Bellatrix, per dire due nomi a caso –, eppure credo tu sia riuscita magnificamente nel tuo scopo! Arrivata alla fine, non potevo proprio non provare un po’ di compassione per la tua Dolly (ehm ehm, dici che potrebbe prendersela per chiamarla con questo adorabilissimo soprannome? XD).
Faceva quasi male leggere di questa bambina ignorata, sempre e da tutti, che si vede sminuita da quel richiamo a non ingrassare, a non disturbare, detto proprio dalle persone che dovrebbero più di tutte amarla e metterla al centro delle loro priorità. Assume un senso ben preciso, allora, che nel momento in cui suo padre le presta attenzioni, lei, sentitasi per una volta importante, cerchi in ogni modo di non perdere mai la posizione guadagnata con tanta fatica. E fa male pensare che così facendo debba perdere il vero amore che le sia concesso conoscere, quello di madre e fratello, ma un po’ impietosamente nei loro confronti si potrebbe dire che non gliene avevano mai dimostrato a sufficienza prima, forse, e che riconoscerlo in quella situazione era ben difficile per una bambina. Molto più facile è comprendere che suo padre, ora che ha scoperto dei suoi poteri, sia veramente soddisfatto di lei (non saprei dire se anche orgoglioso, forse è un sentimento che una persona meschina come lui – un po’ il vero cattivo dietro il "cattivo", mi verrebbe da dire – non proverebbe nemmeno per la propria figlia) e le dia attenzioni concrete, materiali e certe.
L’infanzia di un personaggio di cui si sia conosciuto solo l’aspetto adulto è, ancora una volta, un ambito difficile da esplorare: da un lato sono sostanzialmente da trattare quasi come personaggi originali, dall’altro bisogna cercare di far vedere quel che saranno. E, di nuovo, ci riesci molto bene: la passione per il rosa, per tutto ciò che è lezioso, ma soprattutto l’epifania in cui Dolly si rende conto del sapore piacevole dell’avere potere di intimidire e incantare assieme (quest’ultimo elemento era così tanto da lei!).
 
Sono davvero felice di aver letto di questa tua visione di Dolly: mi ha permesso di approcciarmi in un’altra luce al personaggio e provare a guardarla tramite altri punti di vista. Chiudendo la recensione tornerò a detestarla come di consueto (in realtà è tutta invidia perché vorrei anche io essere circondata da gattini, soprattutto se non perdono pelo e se ne stanno tranquilli dentro piattini XD), però sono davvero contenta che tu abbia dato l’opportunità di analizzare il suo personaggio e che abbia dato anche a Dolly la sua fetta di giustizia!
 
Alla prossima!
Maqry

Recensore Veterano
17/04/20, ore 12:54

Ciao! Ora che il contest è finito ho deciso di dare un’occhiata in giro… E ho cominciato con questa storia.
A me Dolores, come a quasi tutto il fandom, non è mai piaciuta, ma devo dire che mi ha interessata molto leggere di lei bambina; un po’ perché, insomma, i bambini sono bambini e quindi già così si sgretola in parte l’insofferenza che provo nei suoi confronti, e un po’ perché adoro cercare i dettagli che la accomunano con la sua versione più vecchia. Un po’ come una caccia al tesoro ahah
E se già agli “ehm ehm” ghignavo, “È un sapore che le piace, talmente tanto che tutto quello a cui riesce a pensare è che vorrebbe averne di più.” mi ha fatta fermare a prendere fiato. Mi piace, poi, questa situazione in bilico in cui si trova: far paura alla madre, ma conquistare l’attenzione del padre… O essere normale ai suoi occhi e invisibile?
Devo dire che mi ha ricordato le situazioni tipiche di alcune famiglie (non la paura, ma il fare danni per attirare l’attenzione), quindi davvero l’ho apprezzato. E anche il concetto di “è davvero così importante in fondo se poi non possono risponderle?”, che niente, mi ha dato i brividi.
Complimenti per la storia, mi è piaciuta moltissimo! Non mi sbilancerò tanto da dire che mi hai fatto compatire Dolores, ma ci sei andata vicino. Peccato che poi cresca così ahah
Di nuovo complimenti e a presto!

Recensore Veterano
16/04/20, ore 17:47

Recensione premio (1\3)

Eccomi qui, finalmente a lasciarti le recensioni premio.
La Umbridge non rientra tra i miei personaggi preferiti, nonostante sia comunque stata scritta in modo meraviglioso dalla Rowling, però tu l'hai resa perfettamente!
Credo che non sia stato facile scrivere di lei durante la sua infanzia,ma  questo piccolo pezzo che li hai dato su di lei mi è piaciuto tanto: il suo parlare con le bambole come se fossero vere,la sua solitudine, il suo "hem, hem"... tutto perfetto e definibile IC!
Lo stile è perfetto,ma questo lo sai benissimo! :)

Recensore Junior
13/04/20, ore 14:54

Ciao!
Devo ammettere che questa è la prima storia in assoluto che leggo con protagonista (e non antagonista) la Umbridge e mi ha davvero colpita! Non penso di essermi mai soffermata più di tanto a pensare a lei o alla sua infanzia e leggendo ho trovato tutto davvero verosimile e direi che sei riuscita nell’intento, perché un po’ di pietà per questa bambina che non ha modo di sapere quello a cui ha rinunciato l’ho provata eccome.
Specie il finale, quando si sforza di pensare solo al tè e alle bambole perché ha paura che se si metterà a piangere verrà lasciata anche lei indietro, più invisibile di prima. Come osi farmi provare compassione per la Umbridge!XD
Mi sono piaciuti molto i dettagli, dall’amore per il rosa al ‘ehm, ehm’, al riferimento ai ranocchi e alle cioccorane: piccoli elementi che ricolleghiamo immediatamente con il personaggio adulto ma che hanno senso anche accostati a una bambina. Direi che in nuce sono presenti i tratti del suo carattere che ritroveremo nella saga e soprattutto, vedendo il modo che Dolly ha di reagire alla situazione, non è difficile immaginare che quando le cose precipiteranno lei penserà solo a se stessa, perché non ci sarà nessun altro a farlo, di sicuro non il padre che mi sembra davvero crudele da quel che vediamo!
Complimenti, davvero una storia interessante!

Recensore Veterano
13/04/20, ore 12:22

Ciao carissima!

Inizio subito a dirti complimenti per l’originalissima idea!!

Ahahaha mi ha spezzato il fatto che Dolores, già nella tenera età, cerchi di attirare l’attenzione con quel suo odioso HEM HEM ( è sicura di non volere una pastiglia, Dolores!??! HAHAHAHA)
Che tristezza però vedere una bambina ignorata così! E dire a una bambina che sta ingrassando è pura crudeltà, secondo me!
Eeeeh assistiamo al primo scoppio di magia accidentale di Dolly! Porella, iniziarsi in questa situazione!
Fa stranissimo pensare che lei fosse un po’ come Harry: ignara della magia fino alla sua prima manifestazione!
Ed ecco che già da bambina il suo carattere da adulta è ben definito!
SI MA CHE BASTARDO IL PADRE DI DOLLY CON SUA MADRE. PERCHÉ DIMINE TE LA SEI SPOSATA E CI HAI FATTO DUE FIGLI SE LA CONSIDERI INFERIORE E MEDIOCRE? Povera donna.
Oddio hai descritto benissimo le movenze di Dolly nel rassettarsi i vestiti ROSA nella sua stanza con le bambole ROSA mentre ascolta una musichetta al carillon che mi immagino leziosa. È già uguale alla Dolores che siamo abituati a conoscere!
“la mia piccola ranocchietta”. MA IO TI ADORO RAGAZZA MIA AHAHAHHAHA è una perla bellissima.
Il padre nudo e crudo, e la reazione di Dolores è perfettamente IC col personaggio che la Rowling ha creato: mette sé stessa e il suo bisogno di essere importante prima di ogni cosa, la sua faglia compresa. Madre e fratello inclusi.
Che dire carissima, ho letto davvero molto volentieri questa piccola fic, Dolly è molto IC anche nella sua infanzia, dialettica semplice, concisa e molto scorrevole da leggere, sintassi usata correttamente!
Non mi resta che dirti beh fatto, ci vediamo presto!
Un bacione,
Allyii

Recensore Junior
12/04/20, ore 12:46

Eccomi qui. Come al solito mi appresto a leggere tutte le storie che partecipano al contest, che è una delle cose che mi entusiasma di più.
Sebbene Dolores Umbridge sia uno dei personaggi che più odio (eppure la compatisco, perché è evidentemente che le sue manie derivino da una pochezza affettiva) l'immagine che ne dai in questa storia mi ha affascinato. La sola idea di lei da piccola è di per sé particolare, ti riconosco il merito di aver saputo immaginare un contesto assolutamente insolito e non di facile delineazione; racconti la sofferenza che l'ha portata al suo essere così "lei" in un modo semplice eppure molto doloroso: il suo contendersi l'amore dei genitori, consapevole che non può avere quello di entrambi allo stesso tempo (terribile), il non riuscire a metabolizzare gli avvenimenti (perché è solo una bambina giustamente) traspaiono con molta chiarezza.
Il finale, in cui lei è perfettamente conscia di essersi lasciata "comprare" con poco (ultimo, disperato tentativo di emanciparsi dalla sua condizione miserevole), chiude il racconto con estrema efficacia, lasciando un'ultima immagine di lei che impara a dare peso solo a determinate cose, le frivolezze che saranno il suo sostegno per tutto il resto della vita...magistrale, nient'altro da dire.

Recensore Master
11/04/20, ore 22:41

Ciao :-)
Ero molto curiosa di leggere qualcosa sull'Umbridge da giovane. Ho trovato la lettura piacevole e scorrevole, come al solito oltre che piena di spunti interessanti su cui riflettere. Tempo fa avevo letto la storia dell'Umbridge su pottermore, naturalmente la Rowling è sempre troppo breve per i miei gusti, quindi non posso che apprezzare questa tua descrizione di una Doleres bimba. Credo sia molto IC, forse troppo: l'Umbridge è uno di quei personaggi che proprio non sopporto (non so se più o meno di Bellatrix) e ho ritrovato quello che mal sopporto in lei nella bambina. Oddio che tipetto fin da piccola! Se fossi in suo padre io mi preoccuperei, insomma sarà anche una bambina ma è già molto calcolatrice (e d'altronde una volta grande, se non ricordo male, farà finta di non conoscere il padre al Ministero).
In bocca a lupo per il contest ;-)
A presto,
Carme93

Recensore Junior
11/04/20, ore 21:42

Ebbene, ho deciso che questo sarà il racconto scelto per lo scambio dell'ABC, spero di svolgere al meglio il compito che mi spetta. Ero molto indecisa, infatti, inizialmente pensavo di optare per il racconto originale drammatico, ma poi ho notato che hai aggiunto questo e mi ha catturata subito per la descrizione. Dolores è un personaggio che ho profondamente odiato ogni qualvolta che io abbia letto i libri: ci ho provato ad andare oltre all'idea che la Rowling di dà di lei, ma non ci sono mai riuscita.
Giusto qualche mese fa, però, ho deciso che era giunto il momento di leggere nuovamente quei libri e quando sono giunta all'Ordine della Fenice, ho iniziato a vedere qualcosa di più in lei - sarà che nel mentre c'è stata una maturità, una laurea triennale e quasi una magistrale e quindi una crescita personale, però ecco. Non che ora mi stia magicamente simpatica, ma ho iniziato a vederla per il personaggio complesso che è e non più con gli occhi dell'adolescente di fronte a una persona stronza. Immagino che ti tutte queste cose non ti interessi niente, lo capirei perfettamente, ma nel momento in cui ho visto questo racconto mi son detta che forse calzava proprio a pennello rispetto alla mia rivalutazione della sua figura.

La prima frase mi ha subito colpita: nella sua semplicità, infatti, mette chiarisce fin dall'inizio non solo il presupposto a partire dai quali questo racconto si dispiegherà, ma anche quello da cui le vite di tutti noi possono radicalmente cambiare. Trovo sempre affascinante il tema dell'imprevidibilità, la velocità attraverso cui una situazione può essere inaspettatamente ribaltata, questo mi tocca sempre nel profondo: molte volte ho dovuto interfacciarmi con questo tipo di consapevolezza, ma non c'è mai modo di esserne pronti. Ed eccolo là il fatto che stravolgerà tutto: la piccola Dolores e la sua inconsapevole magia, proprio come avevi preannunciato nella descrizione.
Ed allora "a otto anni si ritrova ad avere un assaggio del duplice potere di intimidire e incantare. È un sapore che le piace, talmente tanto che tutto quello a cui riesce a pensare è che vorrebbe averne di più": l'unione del desiderio di essere notata dal padre e del fascino per questa capacità appena scoperta valgono il prezzo? La risposta che si è data è positiva, perché in fondo crescere con una persona che mortifica la madre con tale nonchalance, non può che influenzarla nella sua visione della stessa. Mi ha molto toccato l'arroganza, la superiorità con la quale Orford si rivolge alla madre: qui si parla di magia, certo, e quindi di un'abilità ben definita di cui la mamma non è provvista, ma non si può restare indifferenti di fronte a una discussione che è tutto tranne che magica, ma anzi è perfettamente umana e, purtroppo, spesso riscontrabile in un qualsiasi contesto quotidiano.

Anche la scena successiva l'ho trovata piuttosto attinenti alla realtà: abbiamo una bambina che nel tentativo di ignorare e non essere coinvolta dalla sofferenza che le sta esplodendo intorno, nulla le resta se non chiudersi in camera e giocare con le sue bambole, come se possa essere sufficiente a silenziare le voci che rimbombano al di là della porta.
Quando poi il padre entra d'improvviso nella stanza, destandola dalla sua fantasia e dalle sue cioccorane, ciò che è accade, in fondo, è piuttosto prevedibile.
Abbiamo una bambina che è stata cresciuta nell'idea che l'ordinario sia negativo, che l'assenza di capacità eccezionali equivalga a vivere una vita pressoché inutile, che l'essere dei normalissimi babbani sia mediocre e che l'avere una qualche capacità particolare - la magia, in questo caso - implichi l'essere meritevoli di avere qualcosa di più, poiché si è migliori. Dolores, avendo vissuto in un contesto del genere, dunque, non può che essere intimorita dall'essere considerata una persona come le altre. Non vuole stare male, non vuole lasciare la mamma e il fratello, ma vuole essere anche speciale, perché speciale è bello, sicuramente non possiamo compatirla per questo. E allora, benché in fondo sappia che si tratti di una decisione irrevocabile e che quell'addio sia per sempre, semplicemente chiede al padre se potrà avere altre Cioccorane, perché forse sapere quello è sufficiente.

"Non lo sa, non può saperlo, ma in cambio di qualche cioccorana e un puffskin ha barattato l’amore di sua madre, l’unico che conoscerà mai." così si conclude questo breve racconto che conferma il suo sapore dolce-amaro. Bisogna sempre fare attenzione a ciò che desideriamo nel corso della vita, alle scelte che prendiamo per correre dietro ai nostri bisogni, a quel senso di soddisfazione che tanto ci fa sentire appagati, per evitare di perdere cose importanti durante la corsa verso una felicità che è solo idealizzata, ma d'altronde, questo, una bambina non può saperlo e, probabilmente, il dolore per non esser considerata dal padre è stato più grande della felicità per l'amore della madre e questo è bastato a farle scegliere di andare con lui.

Mi piace come scrivi, ragazza, se non lo si fosse capito: al di là della correttezza sintattico-grammaticale, che è sempre un piacere per gli occhi, lasci anche il giusto spazio all'introspezione dell'individualità umana, ponendo i quesiti giusti e facendo considerazioni personali - seppur attribuite ai personaggi nel racconto - e lasciando libera interpretazione a chi legge. Sono molto affine a questo modo di porsi poiché dà l'opportunità ai lettori di riflettere sul senso di ciò che hanno appena letto e ricavarne quanto più ritengono necessario.
Sono davvero contenta di esser passata una seconda volta a leggerti. Come dicevo, speravo di trovare in questo racconto un'umanità che solo di recente mi è capitato di scorgere e così è accaduto: terreno alquanto confortevole per me, devo ammetterlo.

Spero di avere l'occasione di passare anche altre volte in futuro, per il momento a presto,
Bongi!

Recensore Veterano
11/04/20, ore 20:29

Che perla di ff!
Un IC perfetto, Dolores è assolutamente lei: nei modi di fare, di vestire, nell'arredamento della sua stanza. Nel suo "menefreghismo" e nella sua superficialità.
Persino a otto anni, quell' "Ehm, Ehm", non stona affatto, anzi. È molto appropriato per una bambina che desidera esser vista e ascoltata.
Bellissima davvero Marti!
In bocca al lupo per il contest :)

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