Recensioni per
Giardini di Pietra
di _Unmei_

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
15/06/21, ore 18:09
Cap. 12:

Con tono nostalgico e melanconico, Riccardo ci accompagna in un viaggio nel tempo e nello spazio. Nel tempo: nelle atmosfere ottocentesche che respiriamo con vividezza, evocate dalle magnifiche descrizioni che ci proiettano negli ambienti come se noi stessi, lettori, ci trovassimo accanto ai personaggi a inalare gli stessi odori, ascoltare i suoni aggraziati dei violini e del pianoforte, godere dei medesimi paesaggi, assaporare altrettante sensazioni. Nei luoghi: da Genova a Venezia, “antiche nemiche”, da Piazza San Marco al Cimitero Monumentale di Staglieno, dove per Riccardo è sepolta la sua vita.
Siamo lì insieme a lui e Florent nello stesso locale dal pavimento cosparso da un sottile strato di segatura il giorno in cui si sono incontrati, siamo con loro al Florian nell’epoca d’oro della giovinezza, prima che i ricordi, tanto più dolorosi quanto più dolci gli attimi in cui li si è costruiti, impediscano di trascorrere una serena vecchiaia.
La nostra empatia si allinea più volte con i sentimenti di Riccardo. A lui concediamo una compassione che però, poco a poco, si trasforma in una sorta di più distaccata pena, condita a tratti da un certo disprezzo nel momento in cui leggiamo le righe lucidamente delatrici delle sue colpe. Impossibile non biasimarlo, impossibile non provare la sua stessa mortificazione, senza tuttavia perdonarlo davvero.
Di lui tolleriamo la difficoltà ad accogliere un nuovo amore, reduce da due relazioni che devono entrambe avergli lacerato il cuore, l’una strappatagli “dalla morte”, l’altra “dalla vita”. La prima provoca sgomento per la fine così ingiusta di Ludovico, che avrebbe potuto rappresentare il vero amore - spregiudicato, edonista, libertino; la seconda desta soltanto rabbia per l’indegno comportamento di Patrizio.
“Il terzo volto dell’amore, il suo!”, quello di Florent, scolpito nel marmo e descritto con tale grazia che al lettore non serve googlare l’immagine per ricomporne le sublimi fattezze nella propria immaginazione... il terzo volto dell’amore: Riccardo non può sapere che sarà quello che gli farà più male; forse ne avverte istintivamente la perdita, ma non immagina che sarà egli stesso artefice della propria rovina.
Non si parla di “rovina” in termini di fama, né di onori, certo. Il futuro continuerà a riservagli ricchezza, celebrazioni, amanti... ma la verità è che la sua vita si è fermata lì, quel giorno in cui Florent se ne è andato. Tutto il resto è un nuvolone rumoroso e pieno di confusione, è un vivere nel passato, un perdersi in una continua miriade di congetture. È un ricalcare strenuamente i luoghi che appartengono al suo perduto amore, arrivando finanche ad acquistarne la residenza veneziana, un rimanere ancorato a lui e alla sua immagine, un cullarsi nella vana speranza, forse, che la vita sia così misericordiosa da preparare per loro un secondo incontro e permettergli di fare ammenda. Di fronte a queste considerazioni diventano ancor più cocenti le parole nella lettera di Florent, che lascerebbe tutto alla sorte:

“Cercami, se vuoi; forse mi troverai, se il destino lo vorrà, e forse quel giorno avrai compreso. E se così sarà, allora potrei tornare da te, ricostruire la nostra felicità, suonare di nuovo per te… suonare di nuovo insieme, violino e pianoforte, nella loro perfetta armonia.”

Siamo desolati, dunque. Con Riccardo e per Riccardo, e sinceramente soffriamo leggendone i rimpianti per l’amore e la giovinezza perduti, e narrativamente magistrale risulta la descrizione fisica comparata tra la forza del passato e la debolezza del presente, che impedisce al corpo di realizzare opere d’arte che la mente ancora concepisce e desidera condividere:

“Le mie mani, un tempo così forti, quanto le odio ora che sono inutili, deformate dall’artrite, avvizzite e doloranti, deboli!”

Nessuno stupore che, come qualsiasi sanguigno vecchio che si rispetti, se la prenda col giovane medico che per di più somiglia a Gabriele e che egli annovera nel numero delle punizioni che la vita gli infligge. A maggior ragione se si considera che sia rimasto tanto lucido e pronto al sarcasmo anche in età avanzata:

“Di questi tempi addestrano i medici all’arte del ricatto, pare. Che stranezza. Quand’ero giovane si limitavano a insegnar loro l’arte di far morire la gente anche solo per un’unghia incarnita.”

Ma lo sconforto e il rimpianto li sentiamo così dolorosi anche noi lettori. Chi di noi non ha desiderato svegliarsi una mattina e ritrovarsi anni o decenni prima, in un’epoca più semplice e comprensibile, quando ogni tassello della nostra vita si trovava incastrato al posto giusto e avevamo accanto le persone più care? Chi non lo ha provato? È vero, abbiamo odiato Riccardo nei momenti del suo furore, ma adesso che è canuto e fragile ci allineiamo alla sua pena e possiamo soltanto trarne un lapidario insegnamento.
In queste stupende, disperate e accorate parole finali nelle memorie di Riccardo sta tutto il senso di questa storia e dei suoi personaggi:

Florent… se è vivo, adesso anche lui è vecchio, però non riesco a immaginarlo canuto e fragile, ammalato. Per me sarà sempre l’angelo splendido del Sonno Eterno, dall’espressione dolce, misteriosa e un po’ irridente, e se Dio e gli angeli esistessero davvero, vorrei che fosse lui a chiudermi gli occhi, ad accogliermi, quando morrò.

Florent... io credo che abbia pensato spesso a Riccardo in questi anni, e che infine lo abbia perdonato, e che in qualche modo conservi dei bei ricordi di lui. Credo che, se davvero si fossero rincontrati per caso, sarebbe stato disposto a offrirgli un’altra possibilità.
Probabilmente Florent ha imparato a credere nel destino proprio per la sorte beffarda che ha coinvolto la sua famiglia lasciandolo escluso da essa. Interrogativi oziosi e inutili, quelli sul motivo per cui il padre non lo avrebbe “aspettato” per compiere la sua strage, ma indubbiamente comprensibili. Quasi naturali, in verità, e non “insani” come vengono definiti da Riccardo.
Insana è invece, a ragion veduta, la gelosia di quest’ultimo. Ancor più penoso è constatare come egli pienamente se ne renda conto senza riuscire a razionalizzarla. Tentando in tutti i modi, invano.
Tristi pronostici della tragedia finale, forse di recente inserimento, si ritrovano random durante la lettura, specie se si è già edotti della prima stesura:

“Perché i polsi sono importanti, per un violinista. E perché la tua nobiltà d’animo splende come i riflessi di questa pietra… e perché la speranza illumini sempre il tuo cuore.”

La frase che accompagna il regalo può sembrare composta dalle più commoventi parole d’amore, ma in realtà rappresenta un desolante pronostico di come Riccardo sia riuscito a distruggere, con la propria gelosia, ciò che più ama.
Per tutto il racconto sono disseminati infinitesimali indizi delle piccole ipocrisie, preconcetti, alibi psicologici di Riccardo, ancor prima che Gabriele faccia la propria comparsa menzionato o in scena:

“[...] forse, poiché era povero e più giovane di me, mi aspettavo da lui deferenza e soggezione.”

“Avevo immaginato, in quella che era un’ulteriore prova della mia presunzione, che si sarebbe avventato sul cibo come un lupo affamato [...]”

“Esultavo della rovina che aveva distrutto la sua famiglia, che gli aveva tolto tutto, rendendolo solo mio.”

“Avevo carezzato l’idea di presentarlo alle persone che avrebbero potuto introdurlo a una carriera da violinista. [...] Invece decisi che non avrei mai fatto niente del genere, perché la notorietà me l’avrebbe rubato, e io volevo che Florent fosse solo mio.”


Il desiderio latente sarebbe quello di rendere Florent dipendente da lui, cosa che striderebbe pienamente con il carattere dell’altro. Entrambi lo sanno.
Riccardo appare geloso di Gabriele nel momento stesso in cui apprende della sua esistenza, dicendo di biasimarlo per aver permesso a Florent di compiere un gesto avventato e da lui disapprovato, auto-contraddicendosi di fatto, perché se non avesse iniziato una vita raminga non sarebbe giunto fino a lui. Almeno non nel modo in cui ciò è avvenuto. Insomma: alla strage della famiglia il merito, a Gabriele la colpa.
Non lo assolve neppure dopo aver realizzato che bella persona sia, né dopo avergli consapevolmente riconosciuto dei meriti:

“E sì che non solo per la musica meritava la mia gratitudine, ma anche per avergli insegnato un modo per esprimersi, per aver contribuito a renderlo quel giovane splendido che era”.

Ormai il sentimento è incontrollabile, è cresciuto in lui come un tumore maligno che si nutre delle sue insicurezze e quasi lo rende “bipolare”:

“Ma il tarlo rideva delle mie proteste, insisteva, continuava a rodere; mi parlava, ed era una voce maligna. Era un demone.”

Riccardo cerca inutilmente di gestirlo, questo demone: si sforza di comportarsi in modo educato - senza però darla a bere a Florent -, invita Gabriele ad alloggiare presso la sua abitazione e addirittura accetta di recarsi da solo fuori città, pur con un macigno sul cuore, ma al suo ritorno poche circostanze mal interpretate provocano il declino della sua già labile razionalità.
“Galeotto fu il profumo”, mi viene da dire. A distanza di pochi secondi, l’orologio. Ma è stato quell’incantesimo olfattivo, evocativo di atmosfere e presenze, a costruire l’equivoco e ad avvelenare la labile emotività di Riccardo: mi sembra quasi di sentirlo, il contrasto tra il fougère di Gabriele e il profumo di Florent, composto, quest’ultimo, da alcune note tra le mie preferite. Credo che lo amerei e che sia perfetto per lui, con la dolcezza dell’iris stemperata dalla lavanda e dalla profondità dell’ambra.
Non sento di voler spezzare lance in favore di Riccardo, ma riconosco che le circostanze non hanno giocato a suo favore: se Florent avesse potuto usare la propria voce per comunicare con lui sarebbe stato più semplice guardare tutto con lucidità e comprendere la verità dei fatti. Per spegnere il suo furore e il suo pur involontario atto di violenza sarebbe servita una comunicazione molto più veloce e immediata, che per Florent sarebbe stato impossibile esprimere. Anche questo viene riconosciuto solo con il senno di poi:

“Oh, se solo lui avesse potuto parlare! Se a sua volta avesse potuto urlare, darmi del maledetto imbecille, mandarmi al diavolo… forse le sue parole avrebbero penetrato i fitti veli in cui mi dibattevo. [...]”

La verità è che viene fuori una bestia. Tutta la parte ferina dell’animo di Riccardo erompe in quelle offensive e taglienti parole figlie della rabbia, che hanno distrutto, a buona ragione, ogni capacità di perdono nell’animo di Florent. Di queste parole Riccardo si vergogna così tanto da non trovare neppure il coraggio di riportarle con un discorso diretto nel suo memoriale:

“Gli rinfacciai crudelmente di averlo raccolto dalla miseria, di averlo preso in casa mia, ripulito, rivestito, di averlo riempito di doni e di aver esaudito ogni suo desiderio, di averlo fatto vivere negli agi, amato e adorato. E lui mi ringraziava con l’infedeltà!”

Sono accuse forti da sbattere in faccia a qualsiasi persona, soprattutto se quest’ultima non ha neanche il tempo e la possibilità di ribattere.
Anche troppo buono, Florent, nella sua lettera... che è una delle parti più straordinarie dell’intera storia, nell’assoluta perfezione del suo finale che ancora adesso, rileggendolo, torna a darmi qualche brivido:

“Sì, in parte questa è anche una vendetta, una ripicca: sono orgoglioso, e tu lo sai. Ma sicuramente sai anche che se tu avessi avuto fede, avrei preferito morire che lasciarti. Sono io, il tuo Florent.”

Ma forse i passi più belli sono quelli in cui compaiono le riflessioni sulla bellezza, sull’arte e sulla smania legata alla creazione artistica, sulla potenza trasposta in atto dal blocco di marmo che acquisisce forma e armonia dalla sapiente opera delle mani dello scultore:

“[...] sentivo la grazia e il calore pulsare sotto il freddo marmo, in attesa che io li liberassi; così come il pittore vede sulla tela ancora immacolata splendere la sua opera, così come lo scrittore brucia notti e candele per raccontare di personaggi che non esistono e che tuttavia sono più vivi di lui.”

“E non posso comunicare a parole ciò che significava per me dare forma al marmo, prendere la pietra e trasformarla, dare l’illusione che sia lieve come merletto, cedevole come carne, soffice come capelli riccioluti.”


Di fronte a queste considerazioni non ci troviamo forse tutti, davanti agli occhi, alcuni tra i più pregevoli capolavori di Bernini, citato nei libri di retorica come esempio lampante di ossimoro, con il suo “marmo morbido”? Non pensiamo forse ad artisti dalla mano strabiliante e il cuore colmo di tormento come Caravaggio e, ancor più precisamente, scultori come Michelangelo o Benvenuto Cellini?
Non pensiamo forse all’altissimo livello dello stile di questo racconto stesso, perfettamente trasposto alla malinconia dolceamara della storia in cui ci coinvolge? Pieno, opulento e tuttavia mai eccessivo o sovrabbondante, scorrevole e limpido ma tutt’altro che scarno, ricco di figure retoriche delicate ed evidenti: similitudini, metafore, preterizioni, anafore, climax, antitesi e altre ancora impreziosiscono la narrazione e le descrizioni affascinando il lettore senza confonderlo, guidandolo con tono lieve e cadenzato, più che piacevole, confortante e mai invadente.
Neanche nelle numerose apostrofi al lettore in cui Riccardo, in prima persona, cerca forse una vana assoluzione o, per contro, una definitiva condanna: lo porta in causa, chiede il suo parere, fornisce consigli, lo invita ad andare a visitare la statua e la sua stessa tomba. Lo spinge a piangere e a soffrire con lui, a disprezzarlo come egli stesso si disprezza.
Ma in fondo in fondo, questa storia dalle tinte di un verde-grigio fumoso e malinconico e l’atmosfera un po’ cimiteriale, di fasto perduto e quieta desolazione presente, rappresenta anche un inesorabile memento mori.

* * *
Capolavoro, e non dire che esagero.
Ti mando un immenso abbraccio.
(Recensione modificata il 15/06/2021 - 06:18 pm)
(Recensione modificata il 15/06/2021 - 11:44 pm)

Recensore Master
27/10/20, ore 19:17
Cap. 8:

Eccomi finalmente ad andare avanti con la lettura ^^ scusa se ci ho messo un po', l'università mi sommerge, tanto che non ho neanche iniziato a scrivere il prossimo capitolo di monster... aiuto!!! È un periodo molto pieno per me, sigh. Ma torniamo a Riccardo e Florent, che tanto mi mancavano e di cui ero tanto curiosa di leggere nuovi sviluppi. In tutta la storia, ma soprattutto in questo capitolo, ho trovato forte la presenza di descrizioni increbilmente raffinate dal punto di vista storico. Si vede che hai messo dell'impegno in fare delle ricerche per il background dello sfondo. Tutto questo contribuisce tantissimo al senso di realismo e nostalgica melanconia che è sempre stato presente ma che qui ho sentito ancora più accentuato. Pensa che mi hai fatto venire una gran voglia di esplorare quei posti e andare a Venezia per vederli coi miei stessi occhi XD
Florent, dopo la confessione del proprio passato, ci appare inizialmente tranquillo. Era ovvio però che non potesse essere così, ma che si trattasse di una facciata per non turbare Riccardo. Ho trovato comunque dolcissima la scena dei gioielli e di Florent che ruba un bacio a Riccardo :) Tutto sembra normale, tranquillo, una giornata dolce e serena per una coppia di innamorati.
È però durante la notte che i turbamenti di Florent esplodono... La tristezza e l'inquietudine del lettore sono le stesse di Riccardo nel vedere Florent in quello stato, uno stato a cui noi non siamo abituati a vederlo e che lui è sempre stato abilissimo a nascondere. È stato tutto semplicemente troppo, per lui, da sopportare e alla fine l'angoscia prevale, soffocante :(
Poi ci spiazzi completamente ponendoci davanti i dubbi che tormentano Florent: dubbi insensati, ma che nascono da vicende orribili, da soli, a togliergli il sonno forse da troppo tempo.
Sono contenta che alla fine Riccardo sia riuscito a tranquillizzarlo e che Florent abbia trovato una parvenza di serenita momentanea tra le sue braccia.
Però devo dire che i pensieri di Riccardo mi mettono in agitazione e spaventano abbastanza riguardo il suo futuro (o meglio passato). Che questo "egoismo" alla fine lo porti a compiere qualcosa di imperdonabile, tale da far allontanare Florent? :(
Aspetto trepidante il prossimo capitolo ^^
Anna

Recensore Master
29/09/20, ore 20:27
Cap. 7:

Eccomii~
Finalmente un capitolo fondamentale per capire meglio il personaggio di Florent, ero curiosa di scoprire e capire di più la sua storia e questa si è rivelata davvero intensa. Innanzitutto ho amato il tuo modo di descrivere Venezia, mi hai fatta immergere nell'atmosfera di una città incredibilmente bella. È incredibile quanto tu sia brava nel delinare gli scenari e coinvolgere il lettore in questi. La storia di Florent stringe il cuore: passo passo, insieme a Riccardo, scopriamo questo passato tanto tormentato. Un passato difficile da superare, come dimostrano anche le sue reazioni nel ritrovarsi nella casa della tragedia. Povero Florent... è terribile :(
Sono contenta della vicinanza di Riccardo in questo momento di fragilità, era ciò di cui lui aveva bisogno. Per tanto tempo è stato solo, senza amici e senza famiglia. Avere adesso Riccardo è un importante passo in avanti per ricostruirsi una vita. E anche Florent fa bene a Riccardo, che anche è stato a lungo solo anche se per sua scelta personale.
Complimenti ancora per la storia, sono curiosa di vedere come evolcerai la trama a questo punto :)
Ci vediamo~
Anna

Recensore Master
26/08/20, ore 07:04
Cap. 6:

Finalmente un attimo di respiro per recensire *^*
Mi erano mancati Riccardo e il suo angelo personale, anche perchè ci hai lasciati in un punto molto importante ed ero curiosa di leggere come sarebbe continuata la storia :)
Il capitolo inizia con una bella panoramica dello stato d'animo di Riccardo. Ormai è bello che innamorato, la vita gli sembra perfetta ed è normale che sia così: l'amore lo rende felice come nient'altro prima era riuscito a fare. La presenza di Florent, al suo fianco, restituisce i colori all'esistenza monotona che viveva fin'ora. Ed è bello e triste allo stesso tempo leggere di questo periodo della sua vita, perchè il lettore sa che le cose non andranno nel migliore dei modi, per questo giovane uomo coinvolto così tanto dai propri sentimenti. Sai mettere un velo di tristezza anche nelle scene più leggere e felici, complimenti a te hahahah
Eh la tetra melanconia del Riccardo del presente accomoagna ogni riga e crea un magone di tristezza non indifferente in chi legge. È sempre un argomento deprimente, quello della vecchiaia che ruba le gioie della gioventù. Un tema pesante che però tu tratti in modo ottimale secondo me, lasciandolo sullo sfondo ma sempre presente.
In questo capitolo hai approfondito un po' la figura di Matilde, soprattutto nel suo rapporto con Riccardo.
La storia di Francesco scuote davvero molto, si prova tanta rabbia per il trattamento riservatogli... ma allo stesso tempo si è consapevoli che quello era il destino di tanti ragazzi dell'epoca. È così triste pensare che in passato, per così tanto tempo, semplicemente amare la persona "sbagliata" era motivo di imperdonabile peccato.
Matilde si è rivelato un personaggio più profondo e vero di quel che pensavo e anche una figura ora ancora più importante nella vita di Riccardo, qualcuno che lo sostiene nonostante tutto.
La scena finale è splendida, l'amore reciproco di Florent e Riccardo trabocca da ogni riga. Sono bellissimi, è impossibile non provare un moto di tenerezza verso di loro.
Aspetto con ansia il prossimo capitolo per vedere come evolverà la situazione :)
Complimenti come sempre per la scrittura a dir poco perfetta, scrivi in modo sublime~
Ci vediamo :D
Anna

P.s. mi sto conservando gli ultimi capitoli di tenebra e luce... faccio sempre così quando non voglio che una storia finisca XD ma ci passerò don't worry

Nuovo recensore
17/08/20, ore 13:55
Cap. 6:

Bello!Bello!Bello! Scritto benissimo non fa rimpiangere Tenebra e Luce complimenti 🙂

Recensore Master
23/07/20, ore 06:19
Cap. 5:

Eccomiiiii
Finalmente libera dalla sessione di esami e pronta a tornare attiva sul sito!
Il bacio è di una dolcezza infinita e così carico di sentimento da sciogliermi. Una delle tante cose che apprezzo delle tue storie è la capacità con cui riesci a trascrivere le emozioni dei tuoi personaggi. Ci riesci in un modo così perfetto che io lettrice, per prima, mi sento travolgere dall'onda delle sensazioni che prova Riccardo e mi sembra di essere nella sua mente, a vivere io per prima quel momento così toccante e romantico.
Non so come ci riesci, ma ti assicuro che è qualcosa di fantastico, sei davvero geniale.
E' bellissimo il modo in cui Riccardo torna a fidarsi dell'amore, uno sciogliersi dolce e inesorabile, tutto grazie a Florent. Sono contenta di questo passo in avanti nella sua vita, perchè senza dubbio merita di essere felice e, anche se il finale ci hai fatto capire che non sarà esattamente rose e fiori, io spero comunque per il meglio. Sono inguaribile romantica purtroppo hahahah
Comunque un'altra cosa che apprezzo tantissimo è l'assenza di refusi nel testo: non so come fai, io ne trovo sempre rileggendo anche per la trentesima volta e mi viene da piangere quando li becco ahahah li odio, ma mi sfuggono sempre. Tu invece hai un occhio attento e non ne trovo praticamente mai leggendo, questo aumenta di dieci volte il mio gradimento della storia.
Tornando alla storia, anche se Riccardo apre un piccolo spiraglio all'amore di Florent, il suo passato torna sempre a tormentarlo. Non riesce a godere appieno del bacio e questo perchè il dolore che ha provato con i suoi precedenti amori lo hanno segnato. Non sarà semplice superare quelle esperienze, per lui. Dà persino per scontato l'abbandono di Florent, non riesce a immaginare che questo amore che sta sbocciando possa perdurare e questo suscita in me un sacco di tristezza.
La scena di loro due abbracciati nel letto l'ho trovata bellissima: si sente proprio l'avvicinamento che pian piano stanno compiendo le loro anime, lento ma inesorabile, dolce, come Florent stesso.
Ed è quasi inevitabile che quella dolcezza tramuti in desiderio, nella ricerca di un contatto più presente. Per questo non ho trovato forzato il fatto che si ritrovino a esplorarsi a vicenda, nelle carezze che si danno. E' perfettamente in accordo col personaggio di Florent e con il rapporto che hanno, un avanzare, appunto, lento ma inevitabile.
Chiudi il capitolo in modo così tragico e malinconico da dare un tono tutto diverso alle emozioni che aveva fin'ora suscitato, lasciando ora un magone in gola. E viene anche la curiosità di capirne di più, di questo dolore che prova così intensamente il vecchio Riccardo, cosa sia successo nello specifico per tramutare quelli che dovrebbero essere ricordi splendidi e felici in ricordi pieni di amarezza e dolore.
Insomma, un capitolo meraviglioso, non vedo l'ora di leggerne ancora :)
A presto,
Anna

Recensore Master
20/06/20, ore 22:04
Cap. 4:

Rieccomi! Approfitto di un momento di pausa dallo studio per mettermi in pari con la tua storia, non vedevo l'ora di leggere il continuo!
Il fatto che il punto di vista sia di un Riccardo già anziano che ricorda, con malinconia, gli anni della giovinezza e del suo amore per Florent mi destabilizza sempre. E' davvero difficile e triste come scenario, ma, si sa, l'angst rende tutto sempre più romantico, o almeno questo avviene ai miei occhi. Il povero Riccardo anziano sembra quasi venire catapultato con più foga in questi ricordi e le emozioni che suscitano man mano che si ritrova a scrivere di quelle vicende, mi fa davvero una gran pena.
Shock nello scoprire la prima relazione amorosa di Riccardo. Una relazione oserei dire illegale, ma più di tutto "malsana". E' così che io vedo le relazioni tra una persona troppo giovane e un uomo adulto: inevitabilmente, l'uomo adulto finirà per avere un ascendente pericoloso sul giovane e questo non va mai bene, perché un rapporto dovrebbe basarsi su un equilibrio.
Ludovico ci viene presentato come un personaggio sicuramente intrigante e interessante, EPPURE questo fatto di intrattenere una relazione amorosa con un ragazzo tanto giovane… mh, me lo rende automaticamente antipatico. Purtroppo sono così io hahahah
Sicuramente non incolpo i sentimenti onesti del piccolo Riccardo, del resto era troppo giovane per capire davvero la situazione e quello era pur sempre il suo primo amore. E infatti i sentimenti che sbocciano sono dolci e delicati come la persona che era al tempo dei fatti.
E Ludovico era sicuramente consapevole dell'effetto che aveva sul ragazzo, come si capisce subito nella descrizione del suo modo di agire nei suoi confronti… Nope, non mi piace questo atteggiamento, approfittarsi così di un ragazzo giovane e inesperto. Per di più lo fa ubriacare! Povero Riccardo, non meritava una prima volta di questo tipo, con un uomo interessato solo al suo corpo. O forse, chissà, lo amava davvero, però, comunque, con un ragazzo così giovane… non lo definirei amore ma forse attrazione, anche intensa, sì. Difficile decifrare i suoi sentimenti, visti dagli occhi del giovane Riccardo.
La sua morte, poi, è davvero terribile… il povero ragazzo non può neanche scrivergli quello che vorrebbe davvero e questa cosa mi spezza il cuore in mille pezzi. Si sente tutto il suo dolore, che tu sei abilmente riuscita a descrivere.
La morte di quel suo primo amore segna il carattere di Riccardo, lo rende di più la persona che è diventato. Inizia ad essere distaccato, ma questo è inevitabile: è una reazione al profondo dolore che ha provato, una sorta di autodifesa, posso capirlo.
Patrizio, invece, di primo impatto come persona sembra davvero quello giusto. C'è un equilibrio, questa volta, nella coppia.
Per questo mi dispiace ancora di più per il modo, in un certo senso inevitabile, in cui finisce il loro rapporto. Del resto, il ragionamento di Patrizio fila nella sua logica… eppure, penso che si poteva comunque rinunciare a quel posto nella società dato da un matrimonio. Magari mantenendo nascosta la relazione, però si poteva. Sempre meglio che passare la vita con una persona che non si ama! eppure, la sua scelta è stata alla fine quella, come immagino anche quella di molti altri uomini e donne di quel periodo storico.
Questo ultimo addio sicuramente segna in modo più marcato Riccardo perché gli dà una nuova amara consapevolezza del modo in cui funziona la vita e lo rende ancora più freddo e distaccato.
E poi viene la storia d'amore di Riccardo e Florent e questa è davvero poesia. L'innamoramento, questa fase che vivono, semplicemente è carica dei più intensi sentimenti che tu riesci in modo impeccabile a trasmettere. Sinceramente mi sento trasportata nell'intensità delle emozioni di Riccardo.
E Florent assiste a quella scena così particolare, rendendo ormai evidente i sentimenti di Riccardo! Non puoi finire così il capitolo! Devo assolutamente sapereeeeeee
Aspetto con ansia il nuovo capitolo, sei bravissima come sempre.
A presto,
Anna

Recensore Master
28/05/20, ore 20:41
Cap. 3:

Ehilà! Felice di continuare a leggere questa storia, mi ha presa molto. Eh si, sono un'inguaribile romantica, quando si tratta di amori tragici poi vado in estasi hahahaha
Tornando alla storia, possiamo osservare, all'inizio del capitolo, il lento evolversi della confidenza tra i nostri due protagonisti, lento ma inesorabile e inevitabile. Florent è restio a parlare di sé e del suo passato, cosa che lo rende ancora più intrigante però è davvero frustrante non sapere di più su di lui! Mi chiedo se ci sia qualcosa di doloroso che non vuole ricordare e in quel caso di cosa possa trattarsi, stesso pensiero che ha anche Riccardo e che rafforza questa mia teoria.
Florent vuole instaurare un rapporto con Riccardo che vada oltre al lavoro, si capisce da come cerchi di passare del tempo con lui. E dal bacio mancato, ovviamente. Sono troppo carini insieme.
Sono così belli i pensieri di Riccardo nell'ammirare Florent, la tua penna è abilissima nel delineare questi sentimenti così impetuosi e ancora un po' (non troppo però) sconosciuti. Sei bravissima.
La seduzione di Florent è dolcissima però anche prepotente in un certo senso, ovvero il ragazzo è bello che determinato.
E' bellissima la scena di loro due che suonano, l'ho trovata piena di sentimenti, amore e passione. Una vera e propria seduzione a ritmo di note.
Riccardo cerca di essere ostinato nel rifiutare le proprie emozioni e questo mi suscita molti dubbi su quali ferite si porti dietro: possibile che ne sia rimasto così tanto segnato? Che può essere successo??
Davvero. Ormai si amano che cavolooo! Perché Florent non l'ha baciato? Non capisco questo suo essere a volte determinato e a volte esitare. anche lui è rimasto sentimentalmente ferito in passato? Se no non riesco a spiegarmelo.
Aggiorna presto, voglio saperne di più su Riccardo!
Anna

Recensore Master
15/05/20, ore 09:30
Cap. 2:

Sono veramente e molto piacevolmente scioccata dal tuo stile di scrittura: rapisce il lettore in maniera incredibile, ti faccio i miei complimenti. È elegante e fluido e si legge molto bene. Parliamo di questo secondo capitolo, con Riccardo che rievoca alla memoria i suoi primi momenti di amore. Ho trovato davvero dolce la scena finale di Florent che gli insegna a comunicare nella lingua dei segni e trovo davvero romantico il loro rapporto che sta lentamente, ma inesorabile, sbocciando. Si percepiscono molto bene tutti i sentimenti che lo tormentano. Sono molto curiosa di leggere come si evolvera da ora in poi il loro rapporto e chi tra i due farà il primo passo. Forse sbaglio, ma penso che Florent sia ben consapevole di quello che suscita in Riccardo e forse anche lui ne è attratto? In realtà non capisco bene cosa gli passi per la testa, è decisamente un personaggio particolare e mi chiedo se arriveremo a capire di più su di lui e il suo passato. Ti faccio ancora i complimenti e attendo trepidante il terzo capitolo per vedere come si evolverà l’intreccio!
A presto,
Anna

Recensore Master
15/05/20, ore 06:53
Cap. 1:

Ciao, eccomi qui a recensire questo primo capitolo. Intanto, sono rimasta davvero colpita dal tuo stile di scrittura, molto elegante ma anche vivo, capace di esprimere le emozioni del protagonista. Mi piace da morire il fatto che la storia inizi come un flashback, questo tipo di incipit mi intristisce sempre ma rende anche tutto più romantico ai miei occhi. Per ora si sa poco di Florent, ci appare decisamente come un angelo e il fatto che non abbia voce la trovo una cosa molto poetica, gli dà un ulteriore alone di mistero, facendolo apparire, agli occhi del lettore, come un essere di un altro mondo, avvolto dal mistero. Chiaramente c’è ancora tanto da scoprire e sono immensamente curiosa di leggere quali saranno gli sviluppi di questa trama così malinconica ma, prevedo, anche romantica. Continuo a leggere passando al prossimo capitolo per poi lasciarti il mio pensiero anche su questo.
A presto,
Anna

Recensore Veterano
09/05/20, ore 00:30
Cap. 1:

Ciao,
Ti scrivo perché ci tenevo a farti sapere che ho letto questo capitolo d'un fiato e che ho apprezzato ogni istante, ogni parola. Ho avuto per tutto il tempo la sensazione di essermi persa tra le pagine di un classico ed è stato quasi estraniante. Su questa piattaforma non è semplice incontrare una scrittura ed uno stile così ben calibrati e maturi. Mi hanno colpito, di questa storia che è soltanto all'inizio, la delicatezza delle espressioni, il suo sapore antico, la morsa della nostalgia. Mi complimento.
Un caro saluto
W.

Nuovo recensore
19/04/20, ore 00:19
Cap. 1:

Bentornata :) Che dire a me la storia piace mi hai incuriosito andrò a vedere su Fb le foto dell'angelo che ti ha ispirato .... A presto con un nuovo capitolo!!!!