Ciao, cara!
Ovviamente, non potevo mancare di passare da questa storia: non sai quando mi faccia piacere che tu abbia scritto qualcosa in questo fandom immeritatamente deserto, e ovviamente non posso che essere molto contenta che tu ti ci sia avvicinata proprio partendo da un mio spunto.
Questa storia è una dolcezza infinita, perché va ad indagare il rapporto di due personaggi molto particolari presi proprio in un momento difficile della loro vita, un momento che cimenterà per sempre la loro relazione rendendola qualcosa di incredibilmente diverso e molto più forte del semplice rapporto tra un allenatore e il suo pupillo. Loro due insieme mi sono sempre piaciuti tanto, perché sono due personaggi complessi e in apparenza freddi, incapaci di mostrare al mondo da subito ciò che hanno dentro: inizialmente Dasha appare un po' come la classica allenatrice fuori classe, dura e attenta solamente ai risultati agonistici, e Justin è un po' lo sbruffone, bravo ma incapace di incanalare seriamente il proprio talento, incapace di legarsi a qualcuno o a qualcosa, e quando si rivela l’intensità del loro rapporto io mi sono letteralmente sciolta, perché si vede quando Dasha per lui sia stata un'insegnante a tutto tondo, un vero punto di riferimento, capace di sostenerlo, supportarlo e aiutarlo ad affrontare le difficoltà della vita senza mai perdere di vista il suo punto focale. E la devozione che lui ha nei suoi confronti è proprio quella di un allievo che è diventato grande e ha capito quanto la sua insegnante abbia fatto per lui.
La tua storia mi ha colpito fin dal titolo, che è una sintesi perfetta di ciò che accade in questo momento della vita di Justin, e al tempo stesso è una perfetta metafora di quella che è la vita di Justin, la sua più grande passione: quando si pattina (e quando si vive) si cade, si cade spesso, e andare avanti significa imparare a rialzarsi e a trovare un nuovo equilibrio. Mai come in questo momento, in questa prima gara dopo che tutta la vita di Justin sembra crollata, credo che ritrovare l'equilibrio diventi il punto focale, la sfida più ardua.
Ho apprezzato davvero tanto il punto di vista di Dasha, il modo lucido e assolutamente acuto con cui lei guarda Justin e la sua sfida per rimettersi in piedi. Ho adorato il fatto che lei sapesse benissimo che questa prima gara rappresentava una sfida importante non tanto a livello agonistico, ma proprio personale: Dasha è consapevole del fatto che pattinare, per Justin, sarà sempre qualcosa di intrinsecamente legato alla madre che ha perso, e sa che, per proteggersi dal dolore, lui potrebbe anche scegliere di smettere di pattinare. E lei non si comporta da allenatrice che cerca solo la gloria e il profitto di un campione, ma si comporta da donna e da insegnante attenta soprattutto al benessere di Justin: gli lascia tempo, lascia che sia lui a scegliere di cercare di nuovo il proprio equilibrio, e poi è pronta a consolarlo e rassicurarlo, a lasciar che lui senta di aver pattinato di nuovo per sua madre.
Davvero, è un momento davvero dolce, che conferma quanto lei tenga a lui: tra l'altro, il fatto che tu abbia ripreso il dialogo della serie non fa altro che aumentare questa consapevolezza: certo la perdita della madre li unirà ancora di più, ma il fatto che Dasha non abbia aspettato che fosse qualcun altro a dare a Justin la notizia, ma che sia stata lei a dirglielo conferma quanto questo legame fosse già presente e molto forte.
Sono felicissima, poi, che tu abbia sottolineato che a questa prima gara fossero presenti anche i gemelli e il padre di Justin. Lui è un personaggio che ho imparato ad apprezzare moltissimo: inizialmente sembra un po' lo stereotipo del padre freddo e distante, che pretende molto dai suoi figli senza mai essere capace di dimostrare affetto e riconoscenza, ma andando avanti si capisce che è molto di più. È un uomo ferito, è fragile e forse incapace di dimostrare a parole tutto l'affetto che ha per Justin, e la sua paura di non essere in grado di sostenerlo quando perde l’equilibrio, per restare nella metafora. Ecco, la sua presenza a questa gara io lo vedo come un gesto concreto per cercare di mostrare, se non di dire, questo affetto e questo ssostegno.
La storia è davvero un gioiellino, delicatissima e commovente, capace di mostrare alla perfezione la complessità dell'animo umano.
Lo stile è come sempre curato e scorrevole, molto immersivo, e io l'ho semplicemente adorato.
Ti segnalo solo un refuso: a un certo punto Ellie si trasforma in Evie, ma insomma, è davvero una sciocchezza.
Complimenti davvero!
A presto! |