Recensioni per
L'isola d'erba
di Asmodeus
Recensione premio per la partecipazione al "Wish upon a star contest" 3/3 |
L'ISOLA D'ERBA DI ASMODEUS.EFP |
Ciao e piacere di conoscerti. Bella storia e un tema che, per quanto non originalissimo (un momento di tregua durante un conflitto bellico) è stato trattato con grande intensità e creatività, portando queste due figure lontane nel tempo ad essere vicine nello spirito al lettore. Ma prima ancora di cominciare questa rece, una cosa va detta: l'immagine di apertura, col suo leggero movimento che rammenta il soffio del vento è bellissima e perfettamente illustrativa del racconto che, di lì in poi, andremo a leggere. Quel senso di calma, quell'oasi di serenità tu ce la mostri dapprima da lontano e poi ci accompagni a visitarla, e a incontrare sull'isola d'erba i nostri due commilitoni, Tom e Will. Il loro incontrarsi procede attraverso un'allegra schermaglia che nasconde, in realtà, l'amarezza del più anziano (si fa per dire, ovviamente) e ciò che il più giovane riesce a comprendere, anche senza parole. La condivisione di un boccone di pane acquista la sacralità di un rito: sia perché sottintende il desiderio di totalità che entrambi provano, pur non rivelandolo, l'uno dei confronti dell'altro, sia perché Will e Tom sono ciascuno a suo modo consapevoli della fugacità di quel momento di tregua, vissuto si una zolla d'erba, e della precarietà delle loro stesse vite (viene in mente, a proposito, la bella poesia di Ungaretti: "si sta come d'autunno / sugli alberi / le foglie". E il titolo è, non a caso, "Soldati". Si tratta di una poesia scritta da un suo contemporaneo (!) e che forse sarebbe piaciuta a Will. Meno, forse, a Rom, ancora in preda agli entusiasmi giovanili ma già sul punto d'interrogarsi su cosa effettivamente renda questi uomini così diversi dal loro nemico. Dei due, Will appare come il personaggio più disincantato. Malgrado quella che si suppone essere una giovane età ha già visto abbastanza per poter dire che le belle parole contenute nelle poesie patriottiche (bellissima in particolare quella che hai tradotto e adattato al testo) sono appunto solo belle parole: o forse immensi sentimenti che però vivono per loro stessi, slegati (soprattutto) da una realtà che, di fatto, al di là dei confini, ci vede tutti uomini. Tom si pone ancora sulla soglia di questa consapevolezza: e sarebbe bello poter leggere ancora riguardo a quest'amicizia, a questa specialissima vicinanza che tra umani che forse è l'unico frutto non marcio della guerra. Ma noi Tom e Will li lasciamo nel luogo del loro riposo (che brutta espressione, questa, colma di presentimenti), in quella "erbosa tranquillità sospesa in un tempo solo loro", per usare un tua felice espressione. |
Buongiorno. |