Recensioni per
Footprints in the sand - Chiacchierate in riva al mare
di Lisbeth Salander

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/01/21, ore 01:03

Ciao, Fede!
Ho segnato questa storia in lista mesi fa, finalmente recupero.
Credo che tu sappia ormai che amo l'amicizia di Harry e Hermione, quindi non potevo proprio perdermela.
E sono stata felicissima perché, coprendo 23 anni durante i quali si sposano, hanno figli e lavorano, il focus della OS non smette mai di essere proprio questo legame particolare e bellissimo, intimo.
Molto belli i continui richiami, il fatto che Hermione – diversamente da Ron e, poi, Ginny – non gli perdonerà mai l'essere morto per venti minuti senza avvisarla, la domanda che quasi li tormenta: Ce l'abbiamo fatta?, a cui la risposta cambia tra mille dubbi.
Ma alla fine sì, ce l'hanno proprio fatta.
Ecco, la loro amicizia secondo me l'hai resa benissimo, li ho proprio amati qui. E sono contenta che tu abbia consentito una scena più spensierata nel finale, con le piccole pesti che gettano Hermione in mare con l'aiuto di Harry, con tutti che ridono e Hermione che pensa che ce l'hanno proprio fatta, uno accanto all'altra.
Molto bella anche la citazione finale di Baricco.
Ti segnalo un unico refuso:
"aveva cambiato anche le dinamiche della loro amicizia e che è non c’era"
A parte questo, ho apprezzato lo stile, ma credo che alcune frasi avrebbero molto giovato da una maggior presenza di punteggiatura. Io temo sempre di usare troppe virgole, ma in questo caso credo che a volte tu ne abbia inserite troppo poche, creando frasi lunghe senza cesure che consentissero di riprendere un attimo fiato. Ti porto un esempio per darti un'idea, ma è una sensazione che ho avuto in generale durante la lettura:
"Non credo che ad un certo punto accetterò la morte dei miei genitori però non li ho mai conosciuti e non devo lasciarli andare perché non mi sembra di averli mai avuti davvero ma Sirius… non so se sarò mai disposto a lasciarlo andare"
Per facilitare la scorrevolezza di questa battuta, avrei messo almeno una virgola prima del però. Ho notato che spesso non la inserisci prima delle avversative.
Non si tratta ovviamente di errori, solo di preferenze, ma tenevo a fartelo presente.
Si è fatto sufficientemente tardi, smetto di disturbarti e mi dileguo :)
Alla prossima!
Mari

Recensore Master
12/08/20, ore 17:14

Ciao, Fede, ormai ho piantato le tende nel tuo profilo, quindi eccomi di nuovo qui a recuperare ♥︎ Il fatto è che ci sono così tante storie interessanti da leggere, qui, che mi chiamano come una calamita... 

Adoro l'amicizia tra Harry ed Hermione, trovo che sia una delle più belle ed emozionanti dell'intera saga, anche se (sì, c'è un "anche se") ho sempre pensato che Harry "fosse più di Ron" che di Hermione, non so come spiegarti ciò che penso... con questo non voglio snaturare l'amicizia con Hermione, ci mancherebbe altro, ma è sempre stato Ron quello che l'ha ferito, che l'ha fatto scapocciare e stare male, penso che, forse, avrebbe sacrificato di più il rapporto con Hermione che quello con Ron, se fosse stato costretto a scegliere. Ma ripeto, con questo non tolgo nulla ad Hermione, e come ti ho scritto sopra, il loro rapporto lo trovo molto maturo e bello. 

Ora passo a questa storia, che ho amato TAN.TIS.SI.MO. Davvero. Intanto, ti invito caldamente a scrivere altro sull'immediato post-guerra perché secondo me ne uscirebbe qualcosa di straordinario, un po' tipo, per farti capire, un'ambientazione temporale alla Edax Rerum di Ferao, ecco, con le vite dei nostri "eroi" che piano piano tornano in carreggiata, ma volendo anche qualcosa di ancora precedente, magari un anno dopo o giù di lì, come poi hai fatto in questa storia. Scusa per la divagazione ma ci tenevo a dirtelo.

Articoli questa storia in fasi, e ognuna di queste è strettamente legata e collegata a quella precedente, come un incastro che tu hai saputo condurre con maestria e attenzione. La decisione di Harry di accompagnare Hermione in Australia è tipica di Harry, che farebbe di tutto per le persone a cui tiene e che non si tira indietro mai. Figuriamoci se l'avrebbe mai mandata da sola! Le loro sono delle riflessioni da tempo di pace ancora pesantemente contaminato dalla guerra, dove si fa fatica a capacitarsi di ciò che è accaduto e ancora ci si interroga sui perché e sulle modalità, come se quasi non ci si creda, a questo scenario di pace dove l'unica cosa da fare è tirare le somme, rimboccarsi le maniche e ricostruire. Trovo credibile la ferma intenzione di Hermione di non perdonare Harry per non averle detto del suo sacrificio, ce la vedo, con le mani sui fianchi e il cipiglio serio. [ «Hermione, tu mi hai accompagnato dai miei genitori; io ti accompagnerò dai tuoi». ] → questo passaggio mi ha distrutto, l'ho trovato di una bellezza rara, una di quelle frasi che, leggendo un romanzo, mi appunterei e sottolineerei, quindi sentiti pure onorata u.u 

La scena successiva, con corrispondente salto temporale, l'ho trovata molto intima e raccolta, a Villa Conchiglia, in un ambiente decisamente più familiare, e, difatti, Harry ed Hermione sono circondati dalla loro famiglia al completo. Ho trovato molto molto plausibile la motivazione che hai addotto per quanto riguarda la decisione di Ron di quittare gli Auror e di lavorare con George, l'ho trovata plausibile, appunto, e coerente con Ron e il suo modo di essere, ed è una cosa che mi sono sempre chiesta, effettivamente, cosa poteva aver spinto Ron a mollare tutto. Assistiamo ad una scena decisamente gioviale, grazie al pronto intervento di George e del Firewhisky che rasserena gli animi e riscalda gli stomaci XD È in arrivo il primo nipote Weasley, la piccola Victoire, e mi emoziono al solo pensiero ♥︎ Lo stato d'animo di H ed H (scusa, per praticità abbrevio LOL) è sereno, e le passate riflessioni post-guerra sembrano vertere verso un cauto ottimismo.

Successivamete, ripiombiamo nello sconforto, con il racconto del preoccupante stato di salute di Molly Weasley (che per quanto mi riguarda potrebbe pure schiattare, eh, #sorrynotsorry ; non mi ricordo se avevamo parlato anche di Molly, noi 🤔 W la mia memoria XD), che ovviamente è causa di angoscia e paura per tutti loro, e, alla domanda che viene riproposta sul "farcela", è inevitabile che la preoccupazione parli per loro e che, sul momento, la risposta non possa che essere negativa. Altri complimenti per la scelta fatta per Molly, di solito si tende ad immaginare un post-guerra quasi bucolico, dove tutto è perfetto e tutti sono di nuovo felici, ma qui abbiamo un post-guerra realistico, dove i problemi ci sono e sono reali e tangibili e gravi, come appunto il problema di Molly - che ha finito per mettere in pericolo, inevitabilmente, anche il resto della famiglia, vedi l'incidente occorso a Ginny.

Infine, arriva il pezzo forse più bello di tutti: H, H, R e G insieme in Australia, 23 anni dopo, tutti insieme, con i ragazzi, spensierati e felici in riva al mare, a giocare, a rincorrersi, fare il bagno e semplicemente divertirsi. Sono felici e tutto ciò che è successo nel loro passato è come una nuvola grigia, passeggera e che resterà per sempre dentro di loro, ma che ormai non può più minacciarli. Tu fai anche un bel excursus sulle loro vite, sui loro lavori, e sulla decisione di Hermione di accettare il posto da Ministro. E qui riemerge ancora una volta l'amicizia, il sostenersi a vicenda, l'aiutarsi e l'amarsi, tutti insieme. H ed H si scambiano un ultimo sguardo che sa di complicità e accettazione, una conferma che tutti i loro timori hanno finalmente trovato, se non una fine definitva, una bella tregua. La citazione finale chiude il cerchio ed è perfetta. 

Io ho ciarlato tantissimo, me ne rendo conto, ma questa storia meritava davvero un'analisi accurata - anche se ho come il sentore di essermi persa qualcosa per strada, come mi succede sempre XD

Bravissima, come sempre!

Un bacione,
Marti ♥︎
(Recensione modificata il 12/08/2020 - 05:16 pm)

Recensore Master
09/07/20, ore 00:32

«Hermione, tu mi hai accompagnato dai miei genitori; io ti accompagnerò dai tuoi».

Io ho concluso.
Nel senso, potrei davvero concludere qui, perché in questa frase c'è tutto, tutto, ogni istante che Harry e Hermione hanno condiviso.
È sempre più evidente che siamo molto affini a livello di letture, anche su di me quel momento è stato molto impattante, e non ho potuto fare a meno di considerarlo il più intimo, reale, doloroso che loro due abbiano condiviso.
Insomma, è emblematico che Harry visiti per la prima volta la tomba dei genitori in compagnia della sola Hermione – come se appunto fosse più di un'amica, una sorella forse, o un legame indefinibile che è talmente forte da andare anche al di là dell'amore.
Tutto questo per dire che quelle parole premute sulle labbra di Harry, per quanto mi riguarda, hanno reso canon il contenuto di questo racconto.
Contenuto che ho apprezzato tantissimo e che ho trovato di una veridicità assurda. E io ci sguazzo nel verosimile e nel credibile, in quella narrativa che non dimentica il reale pur nelle sue debolezze e brutture, pur nei suoi grigi.
Trovo che tu abbia fatto un lavoro immenso nel dare vita a questi spaccati di vita, a questo dopo così complicato che neanche la saga si è presa la briga di approfondire. Diciannove anni dopo e fine, un po' come dire via il dente e via il dolore, senza preoccuparsi di mostrare i cocci lasciati dalla guerra.
Oltre alla frase citata, ho amato in modo particolare la domanda che Harry e Hermione si pongono a distanza di anni, che li fa tremare quando visitano per la prima volta l'Australia e l'immensità di ciò che hanno dinanzi – metafora magnifica dell'incertezza del futuro, tra l'altro! – li opprime, li fa vacillare, insinua il dubbio che no, non ce l'hanno fatta. E mi piace molto che la storia in fondo, pur cedendo il passo a un finale sereno, non risponda sul serio a questa domanda, mostrandone la natura irrisolta: non lo sapremo mai, non lo sapranno mai, se ce l'hanno fatta, perché la vita è alti e bassi, e lo è ancora di più nel loro caso, che hanno sulle spalle l'equilibrio di una società intera.

Bellissime (e dolorose) le dinamiche legate alla morte di Fred. Ora, io tendo a rifiutare come se non ci fosse un domani la sua morte, ma mi rendo conto che fuori dalla mia illusione vi sia il canon, dove in effetti per un Fred sopravvissuto a quei calcinacci (erano solo calcinacci! T_T) non c'è spazio. Motivo per cui apprezzo sempre chi riesce a trattarne il dopo in maniera realistica, senza minimizzare né eccedere, ma dando notizia di personaggi che devono relazionarsi con la perdita (a riguardo, arriverò anche alla tua raccolta!). E tu sei sicuramente in grado di trattare la tematica in maniera realistica: da George a Ginny e Ron (il particolare del viaggio in Australia che apre il racconto è più che credibile, e dire che non ci avevo mai riflettuto) sino a Molly, che non s'è mai ripresa e che è preda anche a distanza di anni, e di una pace tutto sommato ritrovata, di nervi che cedono e le impediscono di essere padrona di se stessa.
Mi è piaciuto tutto di questa storia, anche il modo in cui hai trattato il nuovo equilibrio interno al trio, la scelta di Ron di lavorare con George – perché ha sofferto troppo e non riesce più a caricarsi macigni sulle spalle –, la complicità meravigliosa che lega Harry e Hermione, indiscussa protagonista di questo racconto che, comunque, trovo tratti un'infinità di tematiche e lo faccia in maniera molto matura.

Ho letto ancora troppo poco di tuo, ma posso già dire che apprezzo le tematiche che tratti e lo stile dei tuoi racconti, sempre pulito, scorrevole e soprattutto di piacevole lettura. Nel caso specifico di questo racconto, poi, ho apprezzato tanto anche la struttura della conclusione, che si stacca dal tuo racconto per entrare in un'altra cornice che si lega benissimo alla tua: le parole di Baricco sono davvero una chiosa meravigliosa per questa storia.
Ultimo ma non ultimo (angolino meno serio!), ma quanto sono belli James e Rose piccolini che giocano assieme! Lo so, lo so, non erano soli a giocare, ma ognuno vede ciò che vuole, no?!

Complimenti per questo racconto e grazie di averlo condiviso nel gruppo, o non l'avrei trovato con tanta facilità.
Un abbraccio, a presto!

Recensore Master
08/07/20, ore 13:36

Ciao! 
Ho trovato la tua storia sul gruppo di facebook e mi sono detta che non l'avrei lasciata scappare via dai miei occhi, no, Harry e Hermione meritano molto di più, sono molto di più di un semplice sorrido.
Quindi eccomi qui, qualche ora dopo e qualche consapevolezza in più che te lo dico, hai fatto centro. Harry e Hermione sono davvero tanto per me, sono la certezza di non essere mai soli: hanno questo legame che non si può spezzare, che va oltre al sangue e all'amiciza, sono molto più vicini di qualsiasi altra cosa perché loro sanno, oh come sanno. Si sono guardati una volta, quel primo sguardo sul treno per Hogwarts e lo hanno saputo, molto prima di sapere di Ron e Ginny, che si sarebbero amati, di un amore che supera anche quello romantico. No, Harry e Hermione si sarebbero amati per tutta la vita, di quell'amore platonico, tenendosi la mano, facendo spalla contro spalla. 
È una resposabilità quella che si sono presi a undici anni, un patto silenzioso che non hanno mai voluto infrangere per il resto della vita: per questo non mi sorprende che Harry sia andato con lei, solo lei ci sarebbe potuto andare: «Hermione, tu mi hai accompagnato dai miei genitori; io ti accompagnerò dai tuoi».
Solo Harry sarebbe stata la persona giusta in quel momento, facendole appoggiare la testa sulle sue spalle, diventando il suo braccio destro anche in quel viaggio. Sono così belli, su quella spiaggia a vedere le onde che si infrangono sulla sabbia ed è devastante che loro siano così vuoti, che abbiano così tanti fantasmi che li inseguono, loro che hanno cercato sempre di salvare tutti. Ma quando non ci riesci, quando perdi, la ferita ti rimane dentro per sempre, Fred, Tonks, Remus, Sirius - e tutti gli altri, non andranno mai via. Ed è forse per quello che in quella tenera età non sentono di avercela fatta, che uccidere Voldemort non è stato abbastanza. 
Però Hermione un po' lo sente, che è stato anche troppo, perché per uccidere Voldemort ha dovuto vivere quei venti minuti, quelli in cui ha creduto che Harry Potter fosse, per la verità, morto. E glielo dice, che non lo perdonerà mai, ma solo per il semplice fatto che, a saperlo, sarebbe andata a morire con lui, spalla contro spalla. Perché lei lo ha sempre capito, meglio di qualsiasi altra persona, lei ha sempre saputo. 
Sono bellissimi, li hai resi così profondi: adoro come si cercano, come se fossero una casa in più oltre quella che hanno costruito, come se avessero bisogno per sempre di assicurarsi la presenza viva e vegeta dell'altro: lavorano insieme, non si perdono mai. Come potebbero, loro che sono andati insieme fino alla fine del mondo? 
Bellissima, ho davvero amato ogni parte, ogni minima sfumatura di questo rapporto che ci hai raccontato, fino alle ultime righe, fino agli ultimi secondi: eterna, la loro amicizia non morirà mai, rimarrà salda quasi come quelle impronte sulla sabbia che Hermione cerca prima di essere buttata in acqua. 
Complimenti, 
Sia 

Recensore Master
25/06/20, ore 16:41

Ciao! Ho letto con molto piacere questa OS perchè sei riuscita a rappresentare in modo semplicemente perfetto la vicinanza, l'affinità e la profonda amicizia che legherà sempre Hermione ed Harry! Ho sempre ammirato la loro amicizia e come entrambi fossero sempre pronti a supportarsi (e nel caso di Hermione sopportare un Harry quindicenne decisamente arrabbiato con il mondo) a vicenda. Inoltre sei riuscita a rendere l'intero racconto dolceamaro: parliamo sempre di eventi spiacevoli, il post-guerra, la consapevolezza di dover sempre portare il peso delle conseguenze della guerra..
Sicuramente il passaggio più toccante è stato quello dedicato alla signora Weasley. Sono sicura che lei e George sono stati i membri della famiglia più colpiti dalla morte di Fred ma ho sempre pensato che l'amore dei suoi figli e ovviamente anche di Arthur le avrebbe permesso di sopportare meglio la tragica vicenda a cui è andata incontro. Da questo punto di vista è stata molto più forte Andromeda che si è ritrovata sola al mondo e con il peso e la responsabilità di crescere il nipote. Del resto la depressione è una delle più brutte malattie mentali che possa esistere e non c'è niente che si possa fare per contrastarla quindi mi rendo conto che lo sviluppo del personaggio in quest'ambito sia stato abbastanza realistico.
Come sempre i miei più sentiti complimenti,
alla prossima, Hoon21 :)

Recensore Junior
21/06/20, ore 16:40

Ma, precisamente, cosa si può dire dopo un capolavoro del genere? Mi hai conquistata, dalla prima all'ultima parola.
Il modo in cui hai raccontato dell'amicizia tra Harry ed Hermione mi ha spiazzata. Certo, anche il legame del trio è forte e percepibile, ma l'amicizia tra questi due è proprio concreta, è descritta con un'attenzione ed una cura da rispecchiare perfettamente i veri personaggi (credo si dica che siano proprio IC?) e stendere sull'intera storia un velo di realtà.
Harry non ci pensa due volte ad accompagnare Hermione, a mostrarle la stessa lealtà che lei ha mostrato a lui in tutti quegli anni, ad essere ancora una volta fedele al suo fianco (quel "Tu mi hai accompagnato dai miei genitori, io ti accompagnerò dai tuoi" mi ha fatta rabbrividire).
L'Australia presenta loro questo orizzonte infinito che si dimostra metafora perfetta di quel limbo indefinito in cui sono caduti dopo una guerra che ha tolto loro così tanto, che ha segnato indelebilmente le loro anime e condizionato tutti i loro pensieri. Quel "pensi che ce l'abbiamo fatta?" a cui hanno quasi paura di dare una risposta; quel futuro ancora incerto a cui vorrebbero sorridere, in cui sperano di andare avanti nonostante il dolore (la morte di Fred è ancora troppo fresca per pensare di poter tornare già a sorridere - inoltre, quel riferimento a Sirius mi ha spezzato il cuore: ho sempre pensato che Harry non sarebbe mai riuscito a perdonarsi per la morte di Sirius, che si sarebbe portato dentro quel peso per sempre).
Però, un po' alla volta, si riprendono. Il tempo scorre, le situazioni cambiano, le persone imparano a convivere con il dolore. La nascita di Victorie rappresenterà un nuovo inizio, ma anche la decisione di Ron, questa voglia di riprendere in mano la propria vita e di cercare la felicità percorrendo strade diverse da quelle che si erano pensate a quindici anni, mostra che la ferita pian piano si rimargina, che non tutto è destinato a far male per sempre.
Il dolore però torna. Torna e lo hai reso perfettamente in quell'immagine di una Molly disperata, dilaniata dalla perdita di un figlio. Anni e anni dopo, l'assenza di una persona che è stata così importante nelle loro vite torna a pesare, torna a farsi sentire. La reazione di Harry, quella sensazione di aver fallito, di non avercela fatta, è del tutto comprensibile (devo spendere qualche parola su questo episodio in particolare: ho amato come tu abbia messo in evidenza che sia stato l'amore dei nipotini a spingere Molly a rinascere almeno quanto il fatto che sia stato Percy ad impegnarsi così tanto per la madre. La scena in cui Percy l'abbraccia e indica qualcosa all'orizzonte si è riempita di un significato così astratto ma al contempo così forte, da essere semplicemente meravigliosa - e ancora, l'impatto dell'immagine di Ron che stringe Ginny, è da brividi).
Si prendono sempre, gli uni gli altri. Mi sembra che ci sia un filo rosso in tutte le tue storie che regala loro un'armonia destabilizzante. Adesso, tu forse potrai dirmi "ma cosa c'entra?", ma io non ho potuto fare a meno di pensare alla storia in cui Lily e James si "afferrano" a vicenda. Mi sembra che ricorra questo leitmotiv, nelle tue storie, ovvero il modo in cui tu voglia sottolineare come tutti i personaggi si salvino a vicenda. Harry va a morire da solo ed Hermione non glielo perdonerà mai, perché è sempre stata l'unione a fare la forza, è stata la loro amicizia a far sì che quella missione venisse portata a compimento e, se lui fosse morto, sono certa che Hermione non sarebbe più riuscita a smettere di fissare smarrita quell'orizzonte ("sarei venuta con te").
Un orizzonte che adesso non ha neanche più importanza, perché tutto quello su cui focalizzano la loro attenzione è molto più vicino, molto più concreto, molto più bello. E' il risultato di una vita passata a combattere, il traguardo felice che tanto si meritano, la risposta affermativa alla loro domanda.
Gli occhi si sono inumiditi già alle prime righe e, alla fine, non ho potuto che far scendere qualche lacrima. Ma non sono state lacrime amare: la presenza dei ragazzi, quella leggerezza di cui hai riempito l'ultima scena è stata la perfetta conclusione di un percorso tanto arduo.
Sei riuscita ancora una volta a farmi emozionare in una maniera unica, quindi ti ringrazio.
Un abbraccio,
Trau

Recensore Veterano
20/06/20, ore 22:56

Fede!
Non sapevo che avessimo anche le malinconie sincronizzate, ma sono felice.
Questa lettura è stata davvero catartica: la tua malinconia, filtrata attraverso Harry e Hermione e la loro meravigliosa, straordinaria amicizia che hai ritratto alla perfezione, ha finito con l'alleviare la mia.
Del resto, il tuo tocco è sempre assolutamente distinguibile, così come - immancabile - risulta la cura certosina ai dettagli (non trascuri mai alcuna dinamica, è incredibile).
Innanzitutto, come un po' nel brano di Bill nella raccolta "Divisi nell'essenza", ho adorato lo sfondo - che, poi, tanto sfondo non è - questo mare infinito, un orizzonte che raccoglie le inquietudini di entrambi e le amplifica, questa immensità che li fa sentire spaesati ma che, come ogni difficoltà che hanno incontrato nelle loro - complicate - esistenze, assieme, "spalla a spalla", riescono a ridimensionare; o meglio, l'orizzonte resta immutato, mentre le impronte sulla sabbia vanno e vengono, come gli anni che trascorrono uno dopo l'altro, però ciò che assieme - e non solo Harry e Hermione, ma tutti e sempre restando uniti - riescono a domare, sono le proprie inquietudini. Anche io sono convinta che, alla fine, ce l'abbiano fatta davvero (quale che sia il significato che si decide di attribuire a questa espressione) e che la soddisfazione di Harry, nel vedere a cosa sono approdati, sia legittima e più che meritata.
È una storia dal sapore dolceamaro, sempre al confine con la tristezza da un lato e la tenerezza dall'altro, da cui si sprigiona tutta la forza dell'amicizia e dell'amore che lega saldamente questi personaggi.
Ci sono scene che spiccano emotivamente più di altre, come il brindisi con George e la terribile crisi di Molly (di là, l'ho un po' "maltrattato", questo personaggio, ma il suo dolore è davvero indicibile, sia da sorella che, poi, da madre e tu lo hai riportato perfettamente).
Davvero, ci sarebbero tante cose da dire, ma ora sono qui, a fine lettura, dinanzi a questo scorcio di vita che hai presentato, vita che tenacemente supera gli ostacoli, ancora e ancora, finché è possibile e se ne ha la forza; sono anche io in piedi dinanzi ad un orizzonte infinito, assieme a questi amici meravigliosi, e un po' ammutolisco, non posso fare diversamente.
Perciò, mi ritiro, anche se non ho reso pienamente giustizia a quello che hai scritto.
Eppure, una cosa voglio dirla (o, forse, ripeterla): non smetterò mai di sentirmi riconoscente del tempismo con cui sono ritornata su EFP dopo tanto tempo, in una fase in cui anche tu sei attiva. Se non l'avessi fatto, non avrei conosciuto te e le tue storie e sarebbe stato un vero peccato. Ma ora siamo qui e ne sono lieta!
A presto, Fede!♡
(Recensione modificata il 20/06/2020 - 10:58 pm)