Eccomi qui^^
Tutti, più o meno, conosciamo o abbiamo sentito parlare del disastro di Chernobyl (anche se magari non eravamo ancora nati) e dell'impatto che esso ha avuto sulla natura e le forme di vita nella Zona Rossa.
Tu qui lo rivisiti da una prospettiva diversa, più onirica e fiabesca, in un certo senso anche "allegorica".
La protagonista di questa storia è una figura indistinta, una sorta di "io lirico" nel quale il lettore si immedesima. Si ha come l'impressione di essere insieme a lei/lui, a camminare nella foresta, a vedere ciò che ella/egli vede e a percepire le presenze silenziose degli spiriti che vi abitano.
È un luogo "morto", ma al tempo stesso pieno di vita.
La sensazione che aleggia sulla storia è quella di una sacralità violata, come se la figura si fosse introdotta in un tempio profanato: permane l'atmosfera di misticismo, ma l'ombra del sacrilegio aleggia su ogni cosa, corrompe la natura e cela orribili segreti dietro la propria apparente bellezza.
Bellissima, in particolare, l'immagine del lupo, guardiano fedele e custode dei segreti della foresta. Forse, lui che è abituato a viverci li conosce molto meglio degli uomini che hanno provocato il disastro, e mette in guardia la protagonista affinché non varchi la soglia del luogo che è ormai diventato dominio esclusivo degli spiriti che lo popolano.
Un racconto molto bello, che si apre a varie interpretazioni. Alla prossima!^^ (Recensione modificata il 13/07/2020 - 03:54 pm) |