Citando un saggio: "Ci credi che sono finalmente qui?" No? Neanche io, in effetti. Ma, ehi, era inevitabile!
E, dopo aver letto, posso dirlo, perché so che mi capisci perfettamente: ma quanto è bello scrivere di questi Black, così complicati e stratificati? Sono personaggi dal potenziale enorme, anche e soprattutto poiché questo potenziale resta, per ciascuno di loro, "bloccato", inarticolato, nonché fonte di costante tormento e inquietudine. Ecco, sono questo: personaggi tormentati, difettosi - è questo che li rende tanto belli. E tu, con questo ritratto fenomenale di Orion, così accurato ed elaborato, sei stata veramente, veramente brava a restituire tutti i blocchi e i difetti e le potenzialità di un uomo, che si dibattono e lottano per emergere, perennemente al confine tra visibile e invisibile (ho adorato il Leitmotiv della storia! È stato un nucleo tematico davvero interessante e coerente, nonché ben studiato, attorno al quale srotolare la personalità del personaggio).
Primissima nota di merito: l'aver scelto di rendere Alphard coetaneo di Orion è un elemento che ho adorato (e, te lo dico, per me ora è canon!).
Veniamo ora al tuo Orion ("il tuo tesoro" cit.). Vedi, non so esattamente cosa dire, proprio poiché di questo personaggio sappiamo così poco e soprattutto poiché io non l'ho mai - non l'ho ancora, almeno - ben inquadrato.
Come ti avevo accennato un po' di tempo fa, anche a me ha sempre trasmesso una fortissima sensazione di apatia, dunque sono stata a dir poco entusiasta di questa storia che affonda proprio le sue radici nell'origine stessa di questa apatia: a partire da un padre severo che lo reprime e quella madre dolce (anche io la immagino così, Melania) che non riesce però comunque a smorzare la durezza del marito, passando per quell'amore di gioventù che è, in realtà, l'amore di una vita (ti ho già detto che pretendo che tu scriva di questa storia d'amore senza futuro? Ecco, questa è la sede perfetta per ripeterlo!), per concludere con questo matrimonio infelice e un rapporto con i figli in cui, ormai imprigionato sotto il confine tra visibile e invisibile, irrimediabilmente bloccato dietro la "soglia" tra i due mondi (che sono una costruzione, come capisce solo alla fine, non sono mai esistiti), Orion non riesce a liberarsi, a sbloccarsi, ad amare - come vorrebbe e come ha sempre voluto amare, come non sa più amare, se non quando è troppo tardi (i Black, con le loro vite tormentate, catturano perfettamente l'essenza del "troppo tardi" e del rimpianto, non è vero?).
Ecco, quindi, ho apprezzato tantissimo la tua ricostruzione degli eventi, la spiegazione della sua apatia. Io non ho mai fatto lo sforzo di rintracciare queste cause primarie, mi sono sempre e solo concentrata sul dato (l'apatia, appunto), che nella tua storia è solo la punta dell'iceberg, la punta visibile di un immenso mondo sotterraneo invisibile, attraversato e scosso da emozioni che Orion non sa far emergere. Devo ammetterlo, questa sfera invisibile è la nota di profonda novità di tutta questa storia. Insomma, forse è un po' riduttivo, ma io - di Orion - ho sempre e solo visto il tuo visibile.
Con entrambi i genitori di Sirius, la mia fantasia non è affatto clemente: sia Orion, che Walburga, per me sono profondamente anaffettivi, incapaci - ciascuno a modo suo - di amare, di amare in maniera normale, comunque. Per me, Walburga è quella rigida, severa, fondamentalmente repressa, incapace di esternare emozioni che non siano violente esplosioni di collera e rabbia.
Orion, nell'idea che ho di lui, apatico e indifferente, debole, represso a modo suo, non l'ho mai immaginato in grado di tali slanci d'affetto, anche di slanci non esteriorizzati.
Non avrei mai immaginato un legame così forte col suo primogenito, né questo suo senso di protezione nei suoi confronti a causa dell'estrema anaffettività e severità della moglie. Non avrei mai immaginato così la scena di Sirius che abbandona Grimmauld Place (quanto ho amato il fatto che la sua ultima raccomandazione al padre sia un ultimo pensiero - una speranza - rivolto a Reg!), né quello che questo evento rappresenta per il tuo Orion (il punto di svolta, di rottura - o, anzi, di collisione tra due sfere che è sempre stato costretto a tenere rigorosamente separate). Né avrei potuto immaginare che, alla fine, sarebbe stato proprio questo invisibile, che per tutta la vita ribolle dentro di lui, a straripare, ad abbattersi come un'onda su di lui e a condurlo alla morte, proprio dopo aver compreso di aver fallito, con entrambi i suoi figli (per me, tra l'altro, Orion muore leggermente prima di Regulus, ma la tua versione mi è piaciuta e mi è sembrata estremamente coerente).
Dunque, sebbene le nostre versioni non coincidano del tutto (anche perché devo ancora delineare un "mio" Orion), posso dirti che sei stata talmente persuasiva, talmente brava nel tenere assieme le due sfere, talmente attenta ai dettagli che alla fine non ho potuto non amare questa versione - e, sì, il tuo Orion è veramente un tesoro!
Che dire, questa storia meriterebbe un'analisi molto più precisa di così, ma purtroppo mi tocca fermarmi qui: preferisco questo, piuttosto che non tributare alcun omaggio a questo ritratto tanto originale e dettagliato, convincente.
Decisamente convincente.
Complimenti per aver saputo creare un'immagine completa, a tutto tondo, di un personaggio così sfuggente e oscuro. Ma soprattutto mi complimento per il lessico così preciso - dietro ogni parola, si vede, c'è una cura pazzesca.
Cara, bravissima!!!
Un bacione <3
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