Quarto posto
He ain't heavy, he's my brother di Setsy
Titolo: 1,5/2
L’uso dell’inglese è giustificato, oltre che dall’ambientazione, dal suo riprendere una canzone (sebbene, non te lo nascondo, avrei preferito trovarlo tradotto in italiano). Non mi convince però del tutto quanto a rappresentazione ideale della storia: sicuramente si percepisce come a Mycroft, nonostante la facciata, spendere del tempo con Sherlock non pesi, ma non trovo che sia il tema fondante della storia, o comunque non è ripreso in modo troppo diretto. Insomma – e te lo dico da persona negata a dar titoli –, avrei preferito qualcosa di più rappresentativo della storia.
Grammatica e stile: 6,5/10 [3,5+3]
“Erano esattamente sei giorni e cinque ore che stava tartassando i genitori con la stessa richiesta, reiterata a cadenza regolare; il che significava a ogni pasto della giornata.”
Non sono proprio sicurissima, ma credo che sarebbe più corretto “tartassava”. “Stava tartassando” mi dà l’idea di un’azione continua, come se Sherlock non avesse smesso un secondo di chiedere – inoltre, trovo che l’imperfetto renda la frase più fluida. Dato che non sono certa al 100% che si tratti di un errore, ho deciso di non togliere nulla in grammatica, ma ne terrò conto per lo stile (e in ogni caso mi sembrava corretto segnalartelo!).
“La frase stava ancora risuonando verso quello che ormai era un posto vuoto, che il bambino stava bussando insistentemente alla porta del maggiore.”
Anche qui, trovo che la frase fili molto meglio sostituendo “stava bussando” con l’imperfetto semplice “bussava”, meglio se accompagnato da “già”.
“Aveva perso altro mezzo chilo” manca “un” (-0,2)
“blu navy” L’ho cercato per accertarmene: questa forma mista è considerabile un errore, per il colore o mantieni l’inglese (e quindi blue navy) o traduci tutto: blu marino. (-0,2)
“La voce del maggiore era bonaria, ma con un retrogusto vischioso.”
Non riesco davvero a capire in che senso una voce possa avere un retrogusto “vischioso”; ho controllato i significati dell’aggettivo (accertando che in realtà ce n’è solo uno, riassumibile in “appiccicoso”) e ci ho riflettuto molto, ma non riesco proprio a comprendere cosa intendessi. Mi trovo a doverlo considerare come un utilizzo improprio di un vocabolo, dato che il significato apparentemente non ha senso in questo contesto e dunque la comprensione della frase è compromessa. (-0,5)
“Io non mi spavento di niente!”
Sono abbastanza certa che spaventarsi non regga di ma per: “Io non mi spavento per niente!”, o “Niente mi spaventa!”. (-0,3)
“Vederti ancora farti male per colpa mia, mi spezzerebbe il cuore.” Mi è venuto il dubbio che si tratti di una scelta stilistica, ma la virgola qui è tra soggetto (Vederti) e verbo e pertanto devo considerarlo errore. (-0,3)
Hai scelto di adottare uno stile medio-alto per questa storia; se in generale in un racconto incentrato sui bambini la scelta potrebbe non convincermi, i fratelli Holmes sono una cosiddetta eccezione che conferma la regola: per loro può andar bene, ha senso, adottare uno stile un po’ più alto.
Ci sono però comunque alcune soluzioni che non sono riuscita ad apprezzare, le ho trovate eccessive.
È il caso di “sopracciglia muliebri” e del pronome personale “egli”, per esempio.
Ho riscontrato anche alcuni problemi con la punteggiatura:
“un discorso di tre pagine, ― diretto a lui personalmente ― e uno sguardo di ghiaccio”
Non mi convince la virgola messa lì: l’inciso racchiuso tra i trattini si riferisce al discorso da tre pagine, quindi semmai la virgola andrebbe dopo, direttamente prima della “e”.
“Sherlock valutò rapidamente la pila di testi voluminosi ― tentare di saltare tre anni di scuola non era uno scherzo, ma suo fratello poteva farcela ― la giacca dell’uniforme che finalmente si allacciava, lo spuntino a base di frutta e yogurt.”
Qui al contrario una virgola manca, sempre dopo il trattino che chiude l’inciso (provando a leggere come se l’inciso non ci fosse, la mancanza di un nesso tra i due oggetti si avverte con forza). Soprattutto perché la virgola interposta tra la giacca e lo spuntino nega la possibilità di un asindeto.
“Dopo due minuti erano in giardino, egli col suo classico montgomery blu navy, e l’entusiasta ciclista con un piumino dello stesso colore.”
“non l’avrebbe ammesso, stava crescendo, e sentiva di doversi concentrare sulle relazioni adulte.”
In entrambi questi due casi trovo che la seconda virgola, ovvero quella prima della congiunzione, sia assolutamente evitabile: mettendola lo stacco risulta troppo forte. Nel primo caso soprattutto.
IC: 10/10
Sulle caratterizzazioni non ho proprio nulla da ridire: preso atto della non-esistenza di Eurus (meno male si può dire?) le trovo assolutamente credibili.
Il piccolo Sherlock testardo, che sfida la madre, che si sente superiore ai suoi coetanei perché è più avanti con lo sviluppo cognitivo e legge paroloni importanti nei libri. Ed è un bravo osservatore, già così giovane, come si vede mentre studia – valuta, usando un verbo che hai molto sfruttato in questa OS – Mycroft e la sua situazione. È stato anche molto tenero vederlo tenere così al fratello maggiore, contare su di lui e dare importanza alla sua opinione, vedere il suo desiderio di dimostrargli qualcosa.
Allo stesso modo è stato tenero vedere Mycroft che, sebbene restio a palesarlo in modo eclatante, tiene a suo fratello al punto di investire i suoi guadagni per regalargli una bicicletta. È una nota IC molto apprezzata anche l’inciso sul suo bearsi del rancore dei ragazzi più grandi a cui dà ripetizioni, così come la gratificazione che ricava dall’ammirazione del piccolo Sherlock.
Anche i genitori, per quel poco che si vedono qui e soprattutto per quel poco che sappiamo di loro dalla serie, mi hanno convinta.
Ho trovato i dialoghi, in ogni singola battuta, molto calzanti con i personaggi. Molto bella anche la citazione di Mycroft in chiusura.
Resa bambini: 3/3
Ritengo che tu abbia fatto un buon lavoro dal punto di vista della resa psicologica dei bambini – o meglio, di questi specifici bambini, che non possono certo essere considerati “normali”. Come lo stesso Sherlock ci fa presente all’interno dell’OS, il suo sviluppo cognitivo è più avanti rispetto a quello dei suoi coetanei. Inutile specificare come ciò sia anche più vero per Mycroft, che può riuscire a saltare tre anni di scuola e che dà ripetizioni a bambini più grandi di lui.
Nonostante ciò, ci mostri anche lati più tipicamente “da bambini”, come Sherlock che ricerca l’approvazione e il supporto del fratello maggiore e Mycroft che, sebbene brontoli, si presta senza neanche farsi troppo pregare. Molto interessante anche il dettaglio di Mycroft che sta crescendo e inizia a sentire di doversi concentrare sulle relazioni adulte, iniziando in un certo senso un processo di distanziamento – apparente – dal fratello minore.
L’episodio stesso che hai scelto di raccontare è perfetto per una kid!fic: un bambino che vuole imparare ad andare in bici senza rotelle e si fa aiutare dal fratello maggiore, sebbene naturalmente la tua storia rappresenti ben più di questa cornice.
Bonus: 2/2
Ho indicato sia Sherlock sia Mycroft come personaggi per il bonus, ed entrambi sono protagonisti dell’OS, quindi non ho il minimo dubbio sull’assegnazione dei due punti extra.
Totale: 23/27 |