Allora carissima omonima! Intanto, non hai idea della mia contentezza nel tornare su questi lidi, poi devo dire che - nonostante la mia ignoranza, quella di cui ti parlavo un po' di tempo fa - credo proprio che mi butterò presto o tardi suoi tuoi ultimi racconti su Good Omens, perché ne ho visto qualcuno che dc sono effettivamente molto curiosa di leggere.
MA PRIMA eccomi qua. Avevo puntato questa flash un po' di tempo fa, ne deve esser stata complice proprio la challange (tanto odio ricevere e dare abbracci nella vita vera, quanto però mi piace leggerne - e tirare fuori una dolcezza che mi è un po' sconosciuta, ma che sotto sotto c'è) e un po' la delicatezza con cui hai brevemente descritto l'amore di Ron nei confronti di Hermione nella descrizione.
Un qualcosa che invidio non poco, ti confesso.
Mi fa molto ridere questa cosa, perché il tuo racconto inizia e io, OVVIAMENTE, ho iniziato leggendolo mentalmente col tono di voce di Ron, immaginandomelo con la sua voce, perché quella era e non poteva certamente esser nessun altra. Il racconto è breve, ma ciò nonostante vi ho rivisto perfettamente questi due personaggi che amo fin dall'infanzia ormai. Abbiamo Ron, che ovviamente si lascia prendere dalla situazione, la vive nell'esagerazione delle sue emozioni, che siano queste legate alla paura del futuro che li aspetta (un figlio è, nonostante tutto, il lavoro più impegnativo e più delicato che un individuo potrà mai accollarsi, vista l'enorme responsabilità che implica) o all'eccitazione per il fatto medesimo. E Hermione, che è Hermione, è l'ancora solida e decisa che sa sempre tutto, anche come funziona il proprio corpo (non che potessi aspettarmi qualcosa di diverso da lei). Ron è la parte tenera e impacciata che tanto mi scoglie perché è sì in linea col personaggio descritto nei libri, ma è anche intriso di quella naturalezza e realisticità che tanto spesso ti ho visto concedere ai tuoi personaggi. Che poi, almeno per mio gusto personale, è ciò che finisce sempre per rendere i tuoi racconti così belli ai miei occhi pur nella loro semplicità: quella capacità insita che hai di rendere tutto così vicino al lettore, spogliato delle ridondanze e delle artificiosità, i tuoi personaggi sono sempre estremamente tangibili.
E poi eccola, quella frase che mi ha scaldato il cuore al punto di desiderare di leggere questo racconto: "era così radiosa che Ron credette che il cuore gli sarebbe scoppiato se si fosse fermato a guardarla un solo secondo di più". Questa affermazione credo sia una delle dimostrazioni più alte e profonde dell'amore che si può provare per una persona: il semplice e (troppo spesso ritenuto) banale gioire per la gioia dell'altro, il sentirsi esplodere e invadere dalle emozioni esclusivamente in virtù della gioia altrui. Trovo sia qualcosa di bellissimo che è chiaramente indipendente dalla dolce attesa, poteva valere per una qualsiasi cosa. Davvero bello, bello, bello.
Nel dialogo successivo mi sono vista di fronte agli occhi Ron camminare dinnanzi a un divano, voltandosi di tanto in tanto verso Hermione - immaginandola seduta proprio là - quasi fosse in cerca di approvazione mentre inizia a sproloquiare e ragionare su a chi e in quale modo dare la lieta notizia, senza concedersi un attimo per respirare o ragionare o godersi davvero la novità.
Così, mi sento affine a Hermione e al suo riportarlo al proprio pari e invitarlo con quella fermezza positivamente arrogante a focalizzarsi solo su loro, perché in fondo, in quel momento, quell'avvenimento non riguardava altro che che i due giovani e la creatura cui il loro amore aveva portato.
La richiesta è semplice e diretta e di un fluff per me sconfinato, molto più ampio di quanto possa apparire.
(Che poi, mi viene ancora più da ridere, perché leggendo solo dopo la nota collegata all'asterisco potuto constatare che effettivamente, per me, non ci fosse bisogno di fare quella specifica, perché quello è esattamente il tono con cui l'avevo mentalmente letta, proprio come nell'apertura)
Che dire, ragazza, che dire... Mi sento un po' ripetitiva, ma ci tengo davvero a sottolineare ancora una volta la tua capacità di rendere perfettamente i personaggi. Non so se si sia capito, infatti, ma è una cosa a cui tengo particolarmente, soprattutto per quanto concerne quelli riguardanti le storie che mi stanno a cuore. E tu lo fai, ti viene spontaneo, questo è tangibile; così come è tangibile quanto tu puntualmente li comprenda e arricchisca con dettagli, frangenti, episodi, situazioni e esperienze che escono da ciò che ci è dato leggere o vedere (obv non parlo esclusivamente di ciò che riguarda Harry Potter, ma più in generale tutto ciò che ho letto di tuo, dal primo racconto su Bilbo e Durin - come dimentarlo - a Pepper e Tony, per citarne qualcuno). Li arricchisci, li plasmi e li fai tuoi senza mai spogliarli del loro scheletro (credo sia l'immagine che più è attinente a ciò che intendo) permettendo ai lettori, così facendo, di continuare a viversi e sognare di tutti quei mondi coi quali è cresciuto o a cui si è affezionato nel corso della propria esistenza.
Tanto di cappello per te, tanta gioia per chi può crogiolarsi nei tuoi scritti, come me.
A presto,
Bongi! |