Recensioni per
And once again she would sleep, she would wake and she would walk
di _Il colore del vento_

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensione premio per essersi classificata prima al contest "4 slash": 1/1

Ciao cara, 

Eccomi finalmente a recensire la storia da te consigliatami. Devo ammettere che cambiare Black, dopo tre storie su Sirius, è stata una ventata d'aria fresca (e per questo, chiaramente, ti ringrazio). Io in generale adoro le storie sulla famiglia Black, anche se solitamente prediligo le tre sorelle, ma devo dire che questa storia si è rivelata una sorpresa in positivo.
Devo dire, che sei stata un po' la mia scoperta di questo contest: le altre autrici le conoscevo già, e avevo più o meno un'idea di cosa aspettarmi da loro, ma tu sei stata un po' quell'incognita che ha scombinato tutto (ovviamente lo dico con valore totalmente positivo). E, in questa storia, confermi la mia idea di fondo.
Cioé che a me piace come scrivi, mi piace tanto, ed è un peccato che ci separi un'inevitabile discrepanza di gusti riguardanti i personaggi, perché altrimenti ti leggerei con più costanza (anche se non lo sono nemmeno nella vita, ma fingiamo di sì). Ma torniamo a noi, che mi sono già dilungata eccessivamente.
Walburga è sempre un personaggio inaspettato, nel senso che è difficile immaginarsela nel contesto di una fanfiction, ma devo dire che questa storia mi ha colpita molto, specialmente dal momento che l'hai colta in un momento della sua vita molto particolare, di cui personalmente non avevo mai letto.
Mi è piaciuto tanto il riferimento allo zio Alphard, altro personaggio di cui sinceramente non avevo mai letto niente: insomma, mi hai colta nella mia più completa ignoranza in materia.
[a proposito: ti ricordo che per gli incisi di usano i trattini lunghi e non quelli brevi. Fine momento pignoleria].
Bellissima anche la comparsata di Druella, che è un personaggio che io amo, forse perché ha generato i miei personaggi preferiti della OG, forse perché a pelle mi ispira tantissimo (?). Mi piace che tu l'abbia descritta come sfacciatamente bella, descrizione che mi sembra molto ragionata anche in virtù di quel che sappiamo sull'aspetto fisico delle figlie. E, diciamocelo, la madre di Cissy di certo non poteva essere brutta.
Mi ha sorpresa la maniera in cui hai descritto la fuga di Sirius, la provocazione nei confronti della madre, e sinceramente mi sarei aspettare di vedere Regulus, ma credo che sua madre abbia completamente preso la scena come fosse propria.
Il finale mi ha davvero messo i brividi. Mi è piaciuta immensamente e l'aggiungerò con piacere tra le storie preferite.

Un bacio e a presto,
Gaia

Recensore Master

Ciao!
Questa storia, anche se né tu né lei lo sapete, mi aspetta da quando l'hai pubblicata. La sua protagonista mi ha incuriosita molto, non è così semplice incrociare racconti su Walburga, io stessa non le tributo grande attenzione, ma riconosco che abbia un potenziale interessante, che a mio parere hai sfruttato molto bene in questo racconto.
E mi è piaciuta tanto, ma veramente tanto.
Mi è piaciuto come tu abbia abbattuto i luoghi comuni su di lei, dimenticando per un istante quel ritratto urlante e insopportabile, costruendo un vero e proprio personaggio: le dai dato una biografia, delle emozioni, soprattutto una personalità.
Ecco, la sua personalità è il tratto che più mi ha colpita. Non è arrendevole e non è combattiva, è incastrata. Non sono sicura di riuscire a spiegarmi, ma questa tua protagonista mi è parsa proprio incastrata in se stessa, bloccata dall'incapacità di reagire, di stringere la propria vita tra le mani, al punto tale da risultare gelida e soprattutto apatica agli occhi esterni – lei è quella che potrebbe ma non fa, che tace, che si chiude in se stessa, che pensa pensa pensa senza mai dare un seguito a questi pensieri. Trovo che tu abbia rappresentato in queste righe uno spaccato di umanità contemporaneo e realista, caratterizzato da una stanchezza che è emotiva prima che mentale e fisica, che si origina dentro senza alcuna ragione, che induce il soggetto a trascinarsi giorno dopo giorno – spettatore e non attore della propria vita –, ingabbiato – incastrato – in un circolo vizioso che si nutre di ogni freno imposto a se stesso e che in tal modo alimenta una condizione che con il passare degli anni sembra divenire eterna. Forse esagero, non lo so, ma ho letto sul serio un oltre in queste righe, come se avessi scelto Walburga per dare voce a questo tipo di realtà.
E mi è piaciuto ancora di più come dal generale (questa finestra sulla realtà sopraddetta) sia poi passata al particolare, riallacciandoti alla trama della saga attraverso gli episodi che vedono Sirius e Regulus protagonisti. Ho amato il parallelo che lei fa con i propri figli e quanto di se stessa vi sia in entrambi: Regulus che si lascia incastrare senza dire – avrebbe potuto urlare, invece tace come la madre –, Sirius che invece strepita, urla, si arrabbia, dà voce a tutto quello che lei ha sempre trattenuto nella testa – sradica la gabbia e scappa dai corridoi senza voce. Le ho trovate due immagini stupende, perché non solo ci raccontano quanto lei abbia compreso in fondo questi figli, ma ci mostrano anche due spaccati paralleli, divisi dalla voce.
Un racconto, un'introspezione, retto poi da una struttura stilistica che ho apprezzato molto (questa volta ho avuto la sensazione che non sia stata istintiva, ma ragionata!), con queste parentesi al passato che sembrano provenire da un futuro in cui è andato tutto, ma proprio tutto, a rotoli. Dove ormai non le resta che urlare, forse, perché non le è rimasto più nessuno per cui tacere, niente a incastrarla, dove ormai è tutto perduto.
Bellissima storia, molto profonda.
È sempre un piacere leggerti, a presto!

Rosmary

Ciao! Dopo la presentazione che Fede ha fatto nel gruppo della tua storia non potevo non passare, anche perché io amo immensamente Walburga (sì, sul serio) e mi esalto sempre quando qualcuno ne scrive. Poi, se è un'autrice brava e sensibile come te, non posso fare a meno di precipitarmi. Posso dire che ho amato tutto di questa storia? Dallo stile narrativo che procede per piccoli quadri, frammenti di vita, con frasi corte e fortemente evocative, fino alla caratterizzazione di questa donna schiacciata dalla vita e stretta nel peso delle proprie origini. Le si addicevano più i funerali dei matrimoni è una frase che fa male, che uccide e io mi ho sentito il cuore andare in frantumi al "buonanotte madre" che le rivolge Regulus. Noi sappiamo cosa andrà a fare quella notte nella pioggia e vorremmo che Walburga l'avesse fermato, gli avesse detto una parola, perché l'ha visto cupo e tormentato, ma non l'ha fatto. Che senso di colpa immenso deve aver avuto quella donna? Se pensi che lo stesso anno perderà anche Orion, che non ha mai amato, ma è pur sempre suo marito e lei rimane sola in quella casa.
Salazar quanto mi sento male a ripensare a quelle circostanze.
Mi è piaciuto anche il confronto con Druella, Lucretia e Alphard, tutti così diversi e nessuno in grado di capirla. Orion, poi, perso nei suoi studi è del tutto assente e questa assenza finisce per travolgere anche i figli. Noi conosciamo il ritratto di Walburga e le parole di Sirius sulla bruciatura, ma si sa che i maschi hanno un rapporto complicato con le madri, mentre del padre non abbiamo nulla a parte il nome sull'arazzo.
Ora la smetto di sbrodolare,
bravissima! Metto questa storia tra le ricordate perché è meravigliosa!
Un abbraccio
Sev

Ed eccomi qua!
Tu devi sapere che, tra i miei notori problemi, c'è quello di avere l'impellente necessità di dover capire le citazioni e, quindi, quando ho letto la storia la prima volta (pubblicata senza avvertirmi, brava, brava) ed ho letto il riferimento a Lady Viola sono impazzita perché ero solo al primo episodio e mi sono arrovellata. 
Così, in modo del tutto assurdo e da persona poco stabile quale sono, ho deciso prima di finire tutta la serie e poi di tornare qui a recensire questa Walburga meravigliosa di cui hai scritto perché ora, sì, posso dire che la frase che hai usato come titolo sia veramente perfetta per la Walburga anziana e perduta a Grimmauld Place.

Ecco, ormai mi sono fatta una certa cultura sulle tue storie - anche su quelle che nel tuo momento da Attila la Devastatrice hai deciso di spazzare via - e non ho proprio alcun dubbio nel dirti che questa è tra le mie preferite in assoluto.
Sarà che, lo sai, Walburga è uno di quei personaggi che si portano dietro un potenziale angst infinito, che non riesco ad immaginare un Black piatto ma che credo fosse una donna fortemente complessa ma questa storia è una di quelle che mi porterò dietro.
Altra ragione è che hai dato vita ad una sorta di cortometraggio mentale, perché davvero potevo figurarmi ogni scena, ogni gioco di luce, sentire lo scricchiolio delle assi di legno sotto il passo di Walburga ma anche le voci dei "fantasmi" che nel suo vagare sente.
In fin dei conti, è così che la immagino, una volta morto suo marito: quasi un fantasma in casa propria, svuotata di ogni forza - perché, insomma, che forza vuoi avere con marito e figlio prediletto morto e con l'altro chiuso ad Azkaban?

Ho adorato la presenza di Alphard, il contrasto stridente con le sorti di Walburga, la strafottenza di Alphard contro l'austerità di Walburga e la tristezza del giorno del suo matrimonio. E qui posso proprio urlare perché tu, mia cara carissima Ele Malcontenta, sei stata un genio in questa contrapposizione tra la Walburga futura sposa, devastata per le sorti cui va incontro, e la Walburga prigioniera di Grimmauld Place. 
Ho AMATO la descrizione del suo abito nuziale perché non mi sarei mai potuta immaginare un vestito diverso da uno tanto austero, così accollato che le dà un senso di oppressione.
E poi la sua contrapposizione con Druella, che si sentiva padrona di tutto anche quando non è mai stata padrona di niente, un atteggiamento civettuolo che a Walburga non è mai appartenuto, un chiacchiericcio al quale non replica.
Si sentono persino i silenzi di Orion e la sua apatia.
DUE righe, Ele, ti sono bastate quattro righe per descrivere perfettamente l'idea di questo matrimonio infelice, fatto non di urla, ma di strati di silenzi e di incomprensioni, di non - emozioni.
DUE.
Ti rendi conto di quanto sei  DANNATAMENTE brava?!
Quelle due righe conclusive le ho amate per quanto riescono a sintetizzare una vita matrimoniale in modo preciso e infinitamente drammatico perché, nonostante Orion e Walburga siano i genitori più detestati dell'universo potteriano, quel matrimonio privo di qualsiasi felicità è pur sempre il loro dramma personale:

Potrebbe sorridergli, ma non ci riesce (non lo aveva fatto, del resto).
Avrebbe potuto amarlo (non ci era riuscita): non si erano mai capiti


E, poi, vogliamo parlare di Sirius? No, dai, parliamone perché in qualsiasi storia sembra quasi che Walburga non vedesse l'ora di sbarazzarsi del suo primogenito tanto intemperante e disobbediente ai limiti del sovversivo. 
Invece, qui c'è tutta la disperazione di una madre che non sa come trattenerlo e che riconosce la stessa personale tragedia negli occhi di suo figlio (ha gli stessi occhi della sposa intrappolata dietro lo specchio) e al contempo tutto quel che non è mai stata lei. 
Questo parallelismo tra Sirius e Walburga è la cosa che forse mi ha più colpita di tutto e che più ho amato in una storia che già ho adorato infinitamente ma è stata proprio una scintilla perché, in effetti, anche se, sempre per contrasto, è sempre Walburga quella considerata a suo modo impetuosa - è lei che brucia Andromeda e Sirius dall'albero genealogico! - mentre Orion è ridotto a poche pallide menzioni.
Ho comunque sofferto con lei per la perdita di questo figlio, per la rabbia, la delusione, per la perdita di ogni possibile aspettativa che continua a ripetersi anche a distanza di anni, forse con minor vigore ma soltanto perché ormai ne è stata consumata.
Regulus, invece, ha di quel padre i silenzi e di sua madre il senso del dovere infinito, il sentirsi responsabile del peso del mondo. 
Ho adorato il parallelismo tra i due figli che Walburga decide di non fermare e lasciare andare incontro al proprio destino ma, soprattutto, il suo sentirsi più a suo agio con abiti da lutto e la diversa sensazione provata, il pensare a come avrebbe reagito se fosse stato Sirius perché la rabbia le è sempre stato più congeniale dell'amore.

Ele, io davvero sono incantata. Mi sono emozionata infinitamente con questa storia, con questa Walburga che passeggia per Grimmauld pace insieme ai suoi fantasmi e credo che tu ti sia superata.
Vorrei essere in grado di dirti di più e meglio ma spero davvero che ti arrivi tutto l'amore che ormai nutro per questa storia perché non è una Walburga a caso è la TUA Walburga e per me è diventata praticamente canonica.
Ti abbraccio tanto tanto, Ele Malcontenta, anche se sei una traditrice che mi lascia in dormitorio da sola,
Fede

Ciao, Ele ♥︎ come stai?

Ho adocchiato questa storia da quando l'hai pubblicata e come al solito arrivo sempre un po' dopo, ma ovviamente non potevo perdermela nel modo più assoluto. Hai scritto una meraviglia, te ne rendi conto? No, forse non te ne rendi conto perché non sei una "che se la tira", e allora te lo dico io: hai scritto una MERAVIGLIA. Intanto, il rimando a Bly Manor! Qui scrivo liberamente tanto penso che nessuno verrà a leggere la mia recensione oltre te, ma metto un bel SPOILER ALERT grosso grosso, non si sa mai: dicevo, il riferimento a Lady Viola di Bly mi ha fatto venire i brividi, e trovo che il parallelismo con Walburga sia quanto meno azzeccato e brillante e da brividi, appunto, non saprei come meglio definirlo. (Tra l'altro, quanto è stato bello Bly Manor?? Parliamone! ♥︎) Durante tutto lo svolgimento di questa shot abbiamo un continuo andare avanti e un costante tornare indietro, Walburga rimane ineluttabilmente legata alla dimensione occupata, alla sua attuale condizione di donna alla fine della vita, chiusa in una casa piena di echi e fantasmi, spettri delle sue delusioni, dei suoi dolori e dei suoi rimpianti, anche. Intanto, hai citato Alphard e io ad Alphard voglio un bene speciale, quindi solo per questo grazie ♥︎ La cognata Druella è invece più "perfida" e quasi giocherellona. Orion è il marito silenzioso e trincerato nel suo studio, barricato con i suoi libri, e distante, e freddo, un marito che Walburga non ha mai capito - e che non si è mai sforzata di capire, in fondo. Sirius... Sirius è forse la sua delusione più grande, io ho sempre pensato che, in fondo, a Walburga si sia un po' spezzato il cuore, grazie (o per colpa) del figlio maggiore, così diverso che lei non ha mai capito, un po' come non ha mai capito Orion. Infine Regulus, quel figlio tanto amato e coccolato che però le scivola via dalle dita, incosistente come fumo, e che seppellisce, e con lui seppellisce definitivamente una parte della sua anima tormentata e divisa, diventando la Walburga amareggiata e rabbiosa che conosciamo, che continua ad alimentare i suoi stessi fantasmi, ancora e ancora. Tu hai fatto davvero un ottimo lavoro, hai scavato molto bene nella mente della protagonista e sì, hai voluto descrivere una Walburga stanca e prostrata non solo dagli anni, ma anche dai dolori, non necessariamente fisici ma soprattutto mentali. Si è consumata da sola, insomma.

Che dire, cara Ele, ti sei davvero superata, secondo me! Bravissima davvero ♥︎

Ci leggiamo presto perché ho intenzione di passare da Closed Door! Un bacione, Marti 🐍

Recensore Veterano

La cosa sorprendente di questa storia è che sei riuscita a dare una sfumatura di umanità a un personaggio, quello di Walburga appunto, che almeno io ho sempre visto come un fosco a tutto tondo, con una certa vena di follia ovviamente, ma senza particolari fragilità che mi spingessero ad empatizzare un minimo con lei - cosa che invece a te è riuscita. Molto malinconico tutto il sottofondo della storia, a partire da dettagli cupi e vagamente "gotici" (lo specchio intarsiato, il castigato vestito da sposa, la pettinatura austera) che permettono quasi di visualizzare il tutto mentre sta avvenendo, proprio come in una serie tv. Una "walking down memory lane", la definirei, ben orchestrata, in uno slalom di fantasmi ognuno dei quali rappresenta un rimpianto della vita di Walburga che la attanaglia fin sul letto di morte, o almeno io così ho interpretato la scena finale e il rivivere tutta la propria vita in brevi attimi come, appunto, davanti a uno specchio. Ripeto, sei riuscita a renderla umana ai miei occhi, il che è un gran risultato. Alla prossima!

Recensore Master

Dovrei proprio fare lezione adesso, ma la prof ha dei problemi con il digitale e quindi ho curiosato un po' e che sorpresa vederti tra le storie appena pubblicate! È da un po' che non ti leggo, forse per il fatto che nel gruppo non ci sei più (ç_ç) e allora colgo la palla al balzo, facendo un po' un esperimento, seguendo quindi le tue orme: è la prima volta che scrivi di Walburga, è la prima volta che io Walburga la letto.

Sto sperimentato troppo, ma è sempre bello uscire dalla propria zona di confort per abbracciare il nuovo, dovrebbe saperlo anche Walburga stessa, magari sarebbe in grado di perdere un po' questa sua rigidità, questa sua pesantezza d'animo, che la costringe a non saper sorridere, a non saper amare, a non saper replicare.
La costringe a credere che lei è fatta per i funerali, ma quando partecipa a quello del figlio più pacato, le è sempre somigliato tanto, non riesce nemmeno a piangere. Credo che abbia bisogno di contrasto per uscire dal suo personaggio, l'unica volta che l'ho vista combattiva è stata quando ha urlato a Sirius, uno dei suoi tanti mali: così diverso, così leggiadro, così simile al fratello. Prende la vita con troppo scherzo, prende la vita nell'esatta opposta maniera in cui la prende lei. Sirius trema nello specchio come una sposa, ma sa sorridere, Sirius sa andare avanti, uscire, spezzare catene e respirare un'aria di vita, ama il rumore, ama amare, sa amare.
Tutto il contrario di questa donna, che è come un involucro e che continua a sentire sopra di sé l'ombra di non essere abbastanza, l'ombra di essere giusta in un mondo che non è quello: allora è stanca, solo Lucrezia le si avvicina e le dice di riposare. E lei è stanca, talmente stanca che ho la sensazione che sarà stanca per sempre, perfino nell'aldilà.
Bellissima, l'ho amata, scusa per la breve recensione ma devo correre a seguire lezione. Sono contentissima di averti trovato e di aver sperimentato! Ti tengo d'occhio, appena riesco faccio un altro saltino sul tuo profilo!
Sia ❤