Sapevo sarebbe stata dura arrivare alla fine di un racconto del genere. Credimi, ho fatto uno sforzo enorme a terminare la lettura di questa storia. Perché è molto, fin troppo simile alla mia. "Narcisismo patologico" riferito ad un genitore è una terminologia che ho sentito dire così tante volte nella mia vita, che non riesco neanche più a contarle.
Leggere questa storia è stato un pugno allo stomaco talmente forte, che rivoli di sangue ora mi colano dagli angoli della bocca, mentre scrivo questa recensione. Non ho mai vissuto una fase di negazione come la protagonista, non ho mai negato che potesse esserci qualche problema in quello che stavo e sto vivendo, quindi non aderisco a lei al cento per cento, però i rimandi alla mia esistenza sono stati così reali, così vividi, che per qualche istante ho dubitato che fosse una storia reale e non il messaggio del mio stesso incoscio che cercava di comunicare con me tramite un sogno. E quindi ho terminato la lettura con un forte, fortissimo disagio, tanto da mettermi a piangere.
E ti prego di credermi, articolare una recensione si sta rivelando davvero un'impresa ardua, perché le sensazioni angoscianti che mi hanno provocato le tue parole dalla forma acuminata, dirette e dritte al punto. Zero metafore. Zero fantasie. Solo un racconto che nella sua brevità ha impattato fortemente con la mia stabilità, facendomi perdere l'equilibrio.
Per chi vive disagi di questo tipo è davvero strano interfacciarsi con una storia di fantasia come questa. E' spiazzante proprio per le analogie che vi si possono trovare e quindi sembra quasi un racconto autobiografico partorito da sé stessi.
Ma posso assicurarti che è una cosa importantissima. Capire che dietro certi comportamenti, magari di persone che amiamo o a cui teniamo, possano esservi problemi psicologici che potrebbero danneggiarci e che bisogna cercare aiuto in certi casi, che potrebbero aggravvarsi, è una presa di coscienza che solo apparentemente è scontata.
Come la protagonista del tuo racconto, molte persone scambiano gesti abusivi per premure, ma assolutamente non è così e alla lunga si rischia di diventare succubi e complici di queste persone deviate, esempio esplicato dal padre.
Dietro queste persone, c'è tanta rabbia repressa, tante insicurezze e tante paure. Hanno solo bisogno di sentirsi giustificate nell'abusare degli altri. Nascondono le proprie mancanze, dando la colpa a chi sta loro vicino, nella speranza di sentirsi meglio. Andrebbero aiutate con dei medici e delle terapie, ma non c'è più sordo di chi non vuol sentire. Per cui appena si ha la possibilità, pensate al vostro bene, alla vostra salute e benessere e lasciatele andare. Un giorno saranno sole e si renderanno conto di quanti errori hanno commesso, per non avervi più al vostro fianco, per avervi perso.
Per cui grazie per aver condiviso una storia così vera e con un valore così grande. Chiunque sia in una situazione simile, andrebbe aiutata a capire che non è normale vivere così. Non è sano.
Il gesto del taglio dei capelli è da sempre la simbologia della ribellione, quindi forse inconsciamente la ragazza desiderava uscire dal controllo della madre, desiderava vivere per sé stessa e alla fine, come per il principio dello scambio equivalente, ha dato via i suoi bei capelli, per conquistare la libertà.
Ho adorato il titolo, in particolare. La parola "taglio" fa da ponte a svariate immagini e ho trovato questa scelta, oltre che coerente, anche abbastanza poetica: il taglio dei capelli, il feticcio della mamma; il taglio del fiore narciso e il taglio, la separazione, dalla madre, la narcisista.
Sinceramente una bellissima metafora dell'addio. I rapporti umani che ci legano, come steli di un fiore. Ogni tanto un fiore appassisce ed è opportuno potare i gambi morti, in modo da rinvigorire ancora di più i fiori sani.
Il rapporto con una madre malata, che avrà avuto sicuramente i suoi problemi durante l'infanzia e l'adolescenza, per giungere ad uno stato di instabilità mentale tale, ma assolutamente non giustificabile per i suoi atti, come porre una differenza tra le figlie e dare a ciascuna un trattamento diverso, soffocare le sue figlie, controllandone ogni aspetto delle loro vite, anche quelli più privati e intimi, arrivando a sopprimere ogni tipo di personalità, soggiogare il proprio marito, con l'unico scopo di sentirsi nel giusto, di avere ragione, essere accondiscendente e amorevole solo quando qualcuno è disposto ad obbedire come una marionetta nelle sue mani.
Il fiore, guarda caso un narciso, ormai è appassito, non vale più la pena di continuare a innaffiarlo, sperando si riprenda, non vale più la pena illudersi. E' tempo di rimuoverlo dall'intreccio.
Forse ora proprio grazie a questa "spuntatina", per richiamare il personaggio che fa il parrucchiere, le due sorelle possono tornare a coltivare il loro fiore e magari instaurare un rapporto più solido di prima.
Ti ringrazio molto per questa storia. Mi ha fatto male, ma mi ha fatto bene. Due facce della stessa medaglia. Perché sentire parlare di queste cose è sempre una cosa positiva, soprattutto in questo paese dove i problemi psicologici sono da poco tempo qualcosa per cui vale la pena farsi sentire, senza venire additati come pazzi.
Proprio per questo magari persone del genere sono state in grado di arrivare all'età adulta, senza correggersi. Perché le loro complicanze, i traumi infantili, gli abusi familiari, soprattutto questi ultimi, all'epoca erano considerati inesistenti e le violenze domestiche, semplice educazione. Il rivolgersi ad uno psicologo, non era proprio nella mentalità di quegli anni e tanta tanta gente ancora crede che non sia importante, sia solo da persone da internare al manicomio, ma non è così.
Oggi si può e si deve aiutare sé stessi e i propri bambini in casi di violenze.
Spero non ti offenderai se questo lungo giudizio non ti sembrerà a conti fatti una recensione. Ho semplicemente sentito il bisogno di comunicarti ciò che mi hai lasciato e più di tutto, spero di non averti annoiato, ma sono davvero stata trascinata dal train of thoughts che mi ha investita, dopo aver terminato la lettura.
Ti ringrazio ancora e spero di leggere ancora qualcosa di tuo.
A presto, Child of the Moon
(Recensione modificata il 20/10/2020 - 01:38 pm) |