Recensioni per
Clarissa
di SafeAndSound_

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
30/01/21, ore 16:19
Cap. 1:

XIII POSTO / “Clarissa”, SafeAndSound – 50,05/60

Grammatica e stile: 17,05/20 (13,55 + 3,5)

La storia è perlopiù priva di errori grammaticali, ho riscontrato solamente un paio di imprecisioni secondarie che ti riporto di seguito, ma nel complesso si tratta di un testo pulito e curato a dovere.
“[…] e io non ebbi mai l’occasione di vedere cosa combinasse colui che era diventata la mia condanna.” -> “diventato”
“[…] non potevo fare a meno di ripetermi il nome dell’altra strega in testa, un nome cosìadatto a una strega.” -> manca uno spazio tra “così” e “adatto”
“«Mi hai ferito, Jareth. Sin dal primo giorno sapevo che avrei fatto di tutto per te, non importava quanto tu mi ignorassi o mi trattassi con sufficienza,»  lui cercò di interrompermi, volendomi spiegare come le cose erano andate veramente […]” -> c’è uno spazio di troppo prima di “lui” e il verbo corretto dovrebbe essere “fossero andate” (-1,00)
“[…] ripresi il mio discorso: «mi sono sempre impuntata […]»” -> a inizio dialogo ci vuole la lettera maiuscola (-0,15)
“Sollevai leggermente il viso, tenendolo puntato su di lui: «me ne pento […]»” -> a inizio dialogo ci vuole la lettera maiuscola (-0,15)
“«ferirti non è mai stata mia intenzione, Clarissa. Volevo davvero riuscire a stregare questo cappello, e avevo insistito così tanto che non riuscivo a dirti che non ci ero riuscito, per questo…»” -> a inizio dialogo ci vuole la lettera maiuscola (-0,15)
 
Lo stile è stato abbastanza scorrevole e senza particolari intoppi, anche se spesso ci sono state delle frasi lunghissime che hanno un po’ rallentato la narrazione.
In generale, i toni sono stati molto diretti e privi di giri di parole, a tratti anche in modo eccessivo, in quanto anche le più profonde considerazioni di Clarissa vengono narrate con lo stesso ritmo e le stesse tonalità delle descrizioni dell’ambiente, per esempio. Un po’ più di diversificazione, magari con l’utilizzo di termini più elevati o una diversa struttura delle frasi, avrebbe sottolineato in maniera immediata il cambio di registro per queste parti più emotive e d’impatto – che sono molto interessanti, ma mancano di una sfumatura marcata rispetto al resto.
Un paio di altre piccole imprecisioni che ho notato sono state:
- “Il buio calò improvvisamente, e altrettanto improvvisamente mi sentii stringere da delle braccia” -> “da un paio di braccia” è più scorrevole
- “Il mio compito consistette quindi essenzialmente nel dover controllare che nessuno entrasse nell’aula che alla fine delle nostre lezioni decidevamo di occupare” -> l’imperfetto “consisteva” sta meglio, dato che si tratta di un’azione ripetuta costantemente nel passato e non avvenuta un’unica volta (ed è più in sintonia con l’altro verbo, “decidevamo”)
- “Quando glielo chiedevo mi rispondeva che mi avrebbe mostrato tutto una volta che ci fosse riuscito, e quando finalmente ci riuscì era ormai Natale […]” -> ripetizione superflua del verbo “riuscire”
- “[…] non riuscivo a intravedere niente di quella sottospecie di streghetta che ero fino a un’ora prima” -> “ero stata fino a un’ora prima”
Non si tratta di veri e propri errori, non c’è nulla di fondamentalmente sbagliato, ma alcune scelte lessicali hanno appunto stonato con una narrazione altresì molto fluida, risaltando eccessivamente quando non ce n’era bisogno.
 
Trama e originalità: 9/10

La trama della storia è stata molto improntata sulle interazioni dei personaggi, e questo non è necessariamente un aspetto negativo. In realtà mi è piaciuto come i vari eventi passati siano stati integrati con le considerazioni private di Clarissa che riflette sul suo rapporto con Jareth, dal momento del loro primo incontro a tutti i sentimenti che ha suscitato in lei nel corso degli anni.
Questo ha permesso di portare avanti sia la trama che la caratterizzazione dei personaggi nello stesso momento, in un modo che mi ha particolarmente convinto dato che le reazioni di entrambi i protagonisti sono ben più significative degli avvenimenti effettivi, i quali fungono solo da sfondo per le loro dinamiche.
Il succedersi delle varie scene è stato trattato altrettanto bene; infatti, nonostante ci vengano mostrati svariati momenti nel corso di ben cinque anni – tre con Jareth, in particolare – il testo è stato privo di confusione, contraddizioni, o passaggi non chiari. Attraverso il tipo di rapporto che si instaura tra i due, si riesce a percepire la diversa atmosfera che aleggia nell’Accademia, e da un certo punto di vista sono proprio le sensazioni che Clarissa prova a scandire il tempo e a inquadrare la situazione, cosa a parer mio per niente scontata o banale.
Un aspetto – forse l’unico – di cui ho sentito la mancanza riguarda invece la mancanza di approfondimento circa il sistema magico presente in questo universo. Viene solamente detto che ciascun mago ha un legame particolare con un elemento naturale da cui deriva la tipologia delle magie che è in grado di fare, ma non viene esplicitato nient’altro, quando invece credo sarebbe risultato veramente interessante vedere più da vicino lo sviluppo dei poteri di Clarissa, soprattutto in relazione ai diversi anni scolastici che segue. Non viene mai detto come le sue capacità aumentino o si perfezionino, né vediamo nello specifico in quale modo viene “selezionato” l’elemento corrispondente a ciascuno studente. È un aspetto ereditario? Si può in qualche modo controllare e scegliere l’elemento che più piace? Come si scopre quale effettivamente questo sia? Tutto questo viene lasciato abbastanza sullo sfondo, mentre in una storia del genere sarebbe risultato assolutamente in linea con le tematiche raccontate.
E a tal proposito, sorge un’altra domanda rilevante, ovvero: com’è stato possibile che Clarissa sia riuscita nello stregare il cappello quando Jareth ci ha provato per mesi senza successo, se le loro capacità magiche sono pressoché uguali? È semplicemente dovuto al fatto che lei sia più potente, o si basa tutto sul pensiero – scritto esplicitamente nel testo – che tutto ciò che è servito è stato credere in se stessa? In quest’ultimo caso, mi sembra un po’ irreale, considerando tra l’altro le condizioni mentali non esattamente nel picco della salute che ha in quel determinato momento.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Clarissa è una protagonista testarda e determinata, pronta a tutto per recuperare l’orgoglio ferito e vendicarsi dell’affronto subito, e per quanto mi riguarda è stata un’assoluta gioia da leggere.
La vera parte forte, ovviamente, è stata l’evoluzione del suo personaggio, che da ragazzina innamorata disposta a fare di tutto per ottenere l’attenzione di Jareth si trasforma in un semi-letterale angelo della morte, ottenendo la sua rivalsa per tutti i torti che nel corso degli anni ha dovuto sopportare.
Tale crescita è stata non solo intrigante ai massimi livelli, ma a mio avviso anche necessaria per donare alla storia un tocco di personalità e originalità in più. La seconda metà della storia, infatti, quando Clarissa prende in mano la sua vita e si decide ad agire, è stata molto più interessante e accattivante della prima, proprio perché è stato liberatorio anche per noi lettori vederla così agguerrita e in preda a una profonda determinazione.
Nel complesso, quindi, è stata un personaggio principale veramente molto valido, con cui non è particolarmente difficile empatizzare, soprattutto visti i suoi più profondi pensieri di cui siamo resi partecipi.
L’unico sassolino nella scarpa per quanto riguarda questo parametro concerne la figura di Jareth, su cui personalmente avrei gradito qualche informazione ulteriore. Sappiamo che è ambizioso e che non vuole limitarsi al controllo del fuoco ma espandere il suo dominio anche agli altri elementi, ma l’approfondimento finisce lì. Un momento in cui viene mostrato un tentativo di “espansione” della sua magia avrebbe ampliato il suo personaggio, che qui invece viene ridotto a una sorta di “villain” senza che però faccia effettivamente qualcosa di palesemente sbagliato. Siamo portati a disprezzarlo perché la voce narrante è quella di Clarissa, ma non mi sento di dire di conoscere alcun aspetto della sua personalità che non sia stato filtrato dall’odio e dall’umiliazione provati dalla protagonista.
Il focus principale, tuttavia, è senz’altro lei e le sue emozioni, quindi capisco anche la scelta di lasciare Jareth più nell’ombra, sebbene a mio avviso abbia molte più potenzialità di quante effettivamente siano state mostrate nel testo.
Detto questo, l’emotività che trasuda dalla storia non può che colpire parecchio, e personalmente mi sono ritrovata molto in lotta con me stessa per quanto riguarda Clarissa stessa; da un lato si può comprendere la sua furia e il suo desiderio di vendetta, dall’altro però credo che la sua reazione – dati gli elementi a nostra conoscenza – possa essere considerata anche un tantino esagerata. A mio avviso, questa è stata una cosa assolutamente positiva, perché ha reso il personaggio complesso e interessante; non si tratta solo di una rivendicazione amorosa, ma il suo cambiamento concerne anche la sua magia. Libera dalla voglia spasmodica di essere al centro dell’attenzione di Jareth, è in grado di compiere stregonerie più complesse e di prevalere sull’altro ragazzo in maniera definitiva. Un risvolto davvero splendido!
E, ovviamente, ho adorato il finale con Clarissa e Demetria che sono diventate amiche nonostante tutto; conclusione top!
 
Utilizzo del pacchetto: 5,5/8 (3 + 2,5)

Il prompt del pacchetto era “cappello” e direi che è stato senza ombra di dubbio l’elemento intorno cui si è svolta l’intera vicenda. Non solo è presente in maniera costante dall’inizio alla fine, ma costituisce a tutti gli effetti il punto di svolta nel carattere di Clarissa. Così come l’oggetto era stato in passato motivo di curiosità e mistero, vedere Jareth posarlo sul capo di un’altra ragazza è la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso. Punteggio pieno, dunque, per questo uso così accurato e centrale.
Per quanto riguarda il sentimento, invece, era “follia”, e in questo caso mi sento di commentare che non sia stato utilizzato nella maniera migliore. Sicuramente Clarissa prova una sorta di ossessione verso il cappello, e man mano diventa sempre più vendicativa e crudele, ma non la chiamerei addirittura follia. Infatti, resta sempre nel pieno delle sue capacità mentali, commette quel sortilegio e uccide Jareth assolutamente consapevole delle sue azioni.
Tra l’altro, la sensazione così forte che prova svanisce totalmente una volta che Jareth è effettivamente morto, e per quanto triste e scossa non si ritrova pentita o inorridita da ciò che ha fatto.
Una parvenza di questo sentimento tuttavia si è sentita, e Clarissa stessa chiama in questo modo il suo raptus improvviso, però credo che in generale tu abbia privato il termine delle sue caratteristiche più fondamentali, tra cui la totale perdita di controllo e l’incapacità di controllare i propri comportamenti.
 
Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo.
 
Gradimento personale: 7,5/10

Sebbene il tema della stregoneria sia molto caro alla maggior parte di noi lettori, non ho avuto moltissime occasioni di leggere fic a riguardo. Questa è stata sicuramente una storia che ben si inserisce in questo sottogenere del fantasy/sovrannaturale e grazie alla presenza di una protagonista degna di questo nome e lo sfondo così carico di potenziale non ho potuto fare a meno di restare intrigata dall’inizio alla fine.
Come già detto, con qualche nozione in più circa i poteri effettivi che gli studenti hanno e l’Accademia in cui l’intera fic ha luogo, il tutto sarebbe stato veramente perfetto. Anche così, comunque, sono stata intrattenuta a dovere e ho avuto un’esperienza di lettura più che piacevole.
E sono ovviamente molto contenta che questo contest ti abbia aiutato a sbloccarti nella scrittura; spero troverai altrettanto interessanti le eventuali iniziative future!
 
Totale: 50,05/60