Titolo:
Sicuramente c’era un significato che non ho ben inteso dietro il precedente titolo, ma credo che “Una famiglia” sia semplice, intuitivo e più azzeccato. Coglie il particolare più importante di questa storia, sebbene nulla, neanche l’intro, prepari al colpo di scena: la famiglia Josyn non è come le altre e ha “legami” con il soprannaturale; a mio avviso, trattati molto bene.
Grammatica e stile:
Sul lato grammaticale c’è da sottolineare la presenza di qualche refuso e alcuni periodi non proprio chiarissimi. Se prendiamo in considerazione la storia nella sua totalità, ad ogni modo, non vedo ragione di penalizzare eccessivamente su questo punto.
Ti sottolineo solo: “…pian piano arrivò a strattonare suo padre che come se fosse inciampato, cadde quasi in avanti.” Qui manca una virgola: “… che, come se fosse inciampato, cadde quasi in avanti.”
La frase qui sopra, presa per intero, rientra anche tra i periodi poco chiari di cui ti parlavo. Il senso è lampante, per carità, ma il modo in cui è stato costruito affatica la lettura, che perde di scorrevolezza.
E arriviamo allo stile. Noto molta ridondanza di termini, frasi decisamente lunghe. Alterni modi di esprimere semplici ad altri, il caso di “pedissequamente”, al contrario elaborati. Scrivi bene, ma all’atto pratico le tue qualità tendono a perdersi in questi periodi labirintici e in momenti dove l’estro si alterna da spontaneo a ricercato. Il mio consiglio è cercare di ammorbidire le frasi spezzettandole in più piccole oppure, complice il vocabolario che hai dimostrato di possedere, elevare tutto il tuo stile. Renderlo più poetico. Si sposerebbe bene con i periodi lunghi e ti darebbe l’opportunità di lavorare sulla costruzione delle frasi; a mio avviso, l’aspetto da limare che ti farà compiere un grande balzo di qualità.
Parole:
Arrotondando, la tua storia partiva dalle 1300 ed ora ne conta 1700. Hai raggiunto il minimo di parole necessarie. Il voto massimo, dunque, si attesta sul + 6.
Trama:
Il titolo e l’intro non preparano in alcun modo al colpo di scena. L’accostamento al soprannaturale si rivelerà, dunque, una sorpresa man mano che la trama progredisce; ad ogni modo ti consiglio di inserire un avvertimento più specifico, nell’intro o nelle note.
La trama è ben costruita. Con l’editing hai lavorato proprio su quei dettagli che nella prima lettura (mi riferisco all’originale), mi avevano confuso. Dimostrando di aver compreso appieno il senso di questo contest e lavorato in maniera ottimale, propositiva, tappando i buchi e lavorando di aggiunte anche a livello di narrativa; l’esempio perfetto è il chiacchiericcio delle madri alla vista di Jace che claudica, scena che nel testo originale non chiariva con esattezza chi stesse parlando.
Per questo, ti faccio i miei complimenti vivissimi!
La pericolosità “infantile” di Rosie e Agatha è resa benissimo, come le problematiche; anche familiari, evidenziate maggiormente. Avere due figlie vampire è un problema gravissimo e l’incapacità di progredire a livello intellettivo straziante, dal punto di vista dei genitori; letale dal punto di vista delle vittime. Il controllo che esercitano su di loro cede di giorno in giorno. Arriverà il momento della resa dei conti e allora il cuore dovrà vincere la ragione, o viceversa.
In particolare, uno è il passaggio che a mio avviso varrebbe da solo il voto massimo: quando la figlia cerca di carezzare Jace e lui, istintivamente, rifiuta quel contatto. Estraneo, contro natura, il tocco del rimorso. Lo accetta solo dopo aver riabbracciato il senso di colpa e la lucidità. Una scena che parla per l’intero racconto.
L’unica nota che mi sento di sottolineare riguarda il vampiro (L’entità) che le ha infettate. Non rientra nel centro della trama, perciò non può essere accostato per importanza agli altri accorgimenti, ma nell’edit poteva essere contestualizzato qualcosa. Banalmente, un dettaglio che lasciasse intendere se i vampiri siano conosciuti o meno nella società, quale fosse stata la reazione di Jace e Angela nel realizzare che le leggende erano realtà.
Dettagli secondari, lo ripeto. Non hanno inciso di molto sulla valutazione finale. Tuttavia, dopo avermi dimostrato una tale attenzione per i dettagli, non posso ignorarli.
Gradimento personale:
Mi piace la tua storia. Breve ma intensa, e costruita con una tale cura verso il lato umano dei personaggi e le tematiche che mi ci sono appassionato. C’è mica un sequel? Mi piacerebbe saperne di più.
I personaggi di Jace e Angela sono degli eroi moderni: assolutamente umani e impotenti dinanzi all’ingiustizia che avanza, ma non mollano, e non lo faranno mai. Sono il fulcro della tristezza che avvolge la storia e dell’inquietudine che cresce mano a mano che la verità viene svelata. Le difficoltà dimostrate solo per camminare sono l’emblema di un lavoro che strazia il cuore (in positivo per la storia) e rappresenta, elevata al grottesco quasi, la parabola di un genitore: pronto a consumarsi per il bene dei propri figli, che ignari vivono la vita inconsapevoli dei sacrifici a cui i grandi sono costretti per garantire loro la felicità.
Grazie mille per avermela fatta leggere. |