Ciao,
sono tornata per l'ennesima volta a leggere la tua storia, che per quanto possa presentare degli errori qua e là, è una delle mie preferite sul personaggio che adoro: Tom Riddle.
Mi spiace tanto e nemmeno mi spiego come mai tu abbia una sola recensione e per questo volevo rimediare.
Prima di tutto adoro che tu abbia parlato del Tom bambino, o meglio ragazzino e che lo abbia fatto in modo così naturale, senza renderlo già un mostro sanguinario, che secondo il mio modesto parere, l'avrebbe reso meno credibile. Tom è un ragazzino, un ragazzino cresciuto in un orfanotrofio babbano negli anni '30 e che ha già in sé la paura della morte. Probabilmente l'aveva già conosciuta all'interno dell'istituto e diventa ancora peggio a causa dell'orrore e della distribuzione della guerra.
Lui è poco più che un bambino qui, ha paura, ha fame, ha freddo... E il mondo che lui ama e in cui si distingue con le sue maniere, l'impegno e la genialità, è lo stesso che però lo giudica inferiore (Abrax Malfoy) e non si cura di lui (Lumacorno, Silente).
Mi ha colpito che nella tua interpretazione gli adulti sono tanto colpevoli della sua rabbia, quanto i coetanei razzisti.
Ho amato tanto quanto sia plausibile che questo abbia accresciuto la sua voglia di rivalsa e vendetta, quello che poi lo renderà Voldemort. Anche se nel suo desiderio di vita "sopravviverò a qualunque costo, diventerò grande" ritorna un bambino, con i suoi sogni, per quanto sbagliati e la fame di vita.
L'immagine finale, poi, con un simbolo così inglese, Saint Paul's, così londinese, è stata magnifica, riuscendo a collegare il personaggio di Tom alla nostra realtà, alla Storia, con grande potenza evocativa.
Complimenti.
Mary (Recensione modificata il 29/01/2023 - 12:02 pm) |