Cara Bri, non è mai sbagliato scrivere di Sirius. Non sentirti in colpa, per nulla. Hai usato parole bellissime e il risultato è suggestivo, molto triste e malinconico. Ad essere tristi ci si sente un po' uno schifo, lo so xD ma non sentirti come se avessi "trascinato" Sirius. Sirius è l'emblema della tristezza, piuttosto potrebbe averti trascinato lui. E il testo è una piccola opera d'arte.
Mi piace come hai descritto la sensazione di panico, quei sintomi e il modo in cui Sirius lo riconosce e cerca di calmarsi. Inizialmente pensavo fosse un sogno, come quando Harry muore e si trova sul binario, pensavo che per Sirius potesse essere quello, la luce, il prato. Poi ho capito che era una situazione molto più concreta. Raramente si legge di Sirius da piccolo e delle sensazioni che prova - quasi tutti fanno partire la narrazione da quando si trova ad Hogwarts - ed è una scelta originale che ho apprezzato molto. Mi piace anche che tu abbia scritto di Sirius nella cella collegando la sensazione di panico che provava da bambino, e con la "speranza di essere accecato dalla luce". Il contrasto buio/luce ha lo stesso significato che esiste tra dissennatori e patronus, non posso fare a meno di pensare a Sirius quando penso a queste figure.
Il piccolo Regulus è una morsa che stringe il cuore. La scena che hai descritto richiama un sacco il rapporto che esiste fra i due fratelli da adulti e le parole che non si sono mai detti, "non ti capisco ma dispiace anche a me". Ti ringrazio per averli fatti parlare e abbracciare, almeno qui, almeno da piccoli.
La cosa più triste è pensare che se il nero è l'oscurità più totale per Sirius, il bianco non è invece la gioia più pura. |