Recensioni per
Spesso con un'idea di apprezzata regolarità
di sacrogral

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/02/21, ore 01:40

Carissimo
Sono ripassata parecchie volte su queste tue righe. Non dico quindici volte, ormai, quanti i giorni dalla loro pubblicazione, ma un bel po' di volte comunque si.
Parecchie volte, ma senza arrivare ad un commento definitivo, tanto è composito questo tuo scritto.
Nemmeno adesso, ad essere sincera, ne ho veramente uno a porta di dita. Ho solo piccole riflessioni e niente più. Lo hai fatto potente e perverso, giustamente, perché tale era anche nella sua reale esistenza.
Tanto perverso da far sembrare, credibilmente, un' educanda una professionista del crimine della portata di Jeanne. Giocando con l' anime e con le tue doti narrative, ci hai dato una stupenda descrizione della effettiva potenza dei più potenti signori dell' Ancien Regime, gente veramente in grado di fare tutto.
Tra un sorriso e un altro, ci hai mostrato senza veli o filtri cosa ne è di una persona creduta morta, ma invece viva e caduta nelle mani di uno o più aguzzini. Un destino atroce! Destino che solo un miracolo o un caso fortuitamente fortunato possono positivamente mutare... Cosa che tu, dichiarato partigiano del lieto fine, hai sistematicamente messo in campo. E non poteva che finire con lo scorno del "ducastro malefico", in quanto rimasto solo a sua volta e quindi pure lui ridotto, giustamente, all' impotenza. (Io, comunque, fossi O. e A. non starei tanto a cantar vittoria... ) "Loro" sono magnifici! Radiosi e operanti perfettamente all' unisono. Fossero sempre così!!! Apoteosi finale del lieto fine... ovviamente "targato Arras". Prima o poi tutti vanno a rifugiarsi lassù!!! Stavolta tocca perfino a Jeanne, che si crede redenta dalle doti spirituali di Andrè e invece è stata salvata, "per il rotto della scuffia", da quelle di Oscar... Trovata narrativa strepitosa ed interessantissima! Sicuramente anche colma di significato occulto, di cui, ovviamente, tu ci lascerai del tutto ignari... Tanto quanto per quel "noi", diversamente inteso fra i nostri due amati protagonisti.
Insomma... tanta roba, resa ancora più pregevole dalla brevità e dalla qualità di scrittura del testo. Complimenti!
Un affettuoso saluto

Nuovo recensore
06/02/21, ore 10:05

Felicissima di ritrovarti, di poter leggere una storia nuova e di rileggere le altre! Adoro il tuo stile, anche questa sicuramente rientra tra le mie preferite. Io sono sempre felice di leggere riferimenti a storie precedenti, mi piace la tua capacità di ricreare un mondo riconoscibile, ma personale. Grazie
Annalisa
(Recensione modificata il 06/02/2021 - 12:20 pm)
(Recensione modificata il 06/02/2021 - 08:36 pm)
(Recensione modificata il 06/02/2021 - 08:37 pm)

Recensore Junior
29/01/21, ore 17:20

Mio Gral, un’altra prova convincente e corposa come un rosso d’annata.
Puritas, perspicuitas, aptum e ornatus sul trono di una narrazione sicura di sé che fa proprio delle virtutes elocutionis i sui punti cardini.

Il narrato, mirabilmente impreziosito dal riflusso continuo di altri tuoi testi,  si fregia per contenuto di chicche di originalità assoluta, una su tutte la paura del buio e della solitudine attribuita alla persona loquens di questa elegia di Amore mutata in palinodia dell’Amore non più dannato.
Progressivamente, tra lo spostamento di tempo passato e presente, incastrati tra un’epanalessi e una dittologia sinonimica, tra un ossimoro e la corrispondenza divina tra nomina e res - e che mi ha dato da pensare non poco - l’acutum dicendi genus, le lumina orationis e quella sorta di envoi affidato alle voce di André,  conducono il lettore a raziocinare con lo scrittore e ad accettarne le idee diventandone complice. 

Mio amatissimo, la penna non riesce a starti dietro ma vedrà di recuperare questo weekend.
Ti aspetta sempre e lo sai, mi spiace solo che sia tu costretto ad aspettarla.
Sempre solo tua,
Fiamma. 

Recensore Veterano
27/01/21, ore 15:24

Allora, i tuoi racconti si parlano, si ascoltano, si intrecciano, creando un mondo incredibile di emozioni, basta saperle ascoltare. Tutto sembra leggero, sembra parlare di personaggi che conosciamo bene, sembra solo questo la tua scrittura. Invece vi è tanto di più, vi è vita e meraviglia, e nella mia mente nulla viene perduto.
Se la vita è un sogno dentro un sogno, Jeanne ha perduto se stessa rincorrendo ciò che nella vita non può fare la felicità. L'oscurità può essere impenetrabile, eppure vi è sempre l'opportunità di poter tornare a vedere la luce.
E anche grazie ad un cavaliere innamorato che sa ascoltare nel silenzio, che sa vedere oltre il buio, che Jeanne potrà, forse, tornare a sognare la parte migliore di se stessa.
Il possibile è una creatura alata che volteggia su di noi, bisogna solo catturarla.
I nomi rivelano l'essenza delle cose, e la luce può illuminare anche il buio più totale, così come fa il cavaliere innamorato.
Mi hai strappato una risata, mi hai fatto riflettere, mi hai fatto sognare. Tu che sai illuminare l'oscurità con la tua scrittura. Non smettere mai di farlo.

Recensore Veterano
27/01/21, ore 15:06

Con uno sguardo mi ha reso più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella. 

Ho lasciato che mi immaginasse 
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, ballo
nel battito di ali improvvise.

Ti ringrazio e raccolgo invece ogni parola e respiro di questo scritto che è prezioso dono di salvezza e speranza per lei  alla quale la discesa verso l’Averno è stata fin troppo facile
È possibile dunque ritrovare quella infinitesimale parte di bene che si crede dimenticata, forse troppo esigua, e persa in una scelta maldestra e di chimera. Possibile che lo si debba ritrovare nel riflesso largo e luminoso di chi invece ha sempre fissato quel bene, senza bruciarsi,  e che te lo restituisce nell’intensità di un semplice sguardo.

Non riuscirei a fermare, col segno incerto delle mie parole in bassorilievo, l’inchiostro su carta della tua scrittura a tuttotondo, ti regalo perciò  la Gioia di scrivere - la tua - scolpita di netto dallo scalpello gentile e raffinato di un premio Nobel.

La gioia di scrivere

Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto?
Ad abbeverarsi ad un'acqua scritta
che riflette il suo musetto come carta carbone?
Perché alza la testa, sente forse qualcosa?
Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità,
da sotto le mie dita rizza le orecchie.
Silenzio - anche questa parola fruscia sulla carta
e scosta
i rami generati dalla parola "bosco".

Sopra il foglio bianco si preparano al balzo
lettere che possono mettersi male,
un assedio di frasi
che non lasceranno scampo.

In una goccia d'inchiostro c'è una buona scorta
di cacciatori con l'occhio al mirino,
pronti a correr giù per la ripida penna,
a circondare la cerva, a puntare.

Dimenticano che la vita non è qui.
Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.
Un batter d'occhio durerà quanto dico io,
si lascerà dividere in piccole eternità
piene di pallottole fermate in volo.
Non una cosa avverrà qui se non voglio.
Senza il mio assenso non cadrà foglia,
né si piegherà stelo sotto il punto del piccolo zoccolo.

C'è dunque un mondo
di cui reggo le sorti indipendenti?
Un tempo che lego con catene di segni?
Un esistere a mio comando incessante?

La gioia di scrivere
Il potere di perpetuare.
La vendetta d'una mano mortale.

Wislawa Szymborska -

Grazie e alla prossima.

Minaoscarandre 

Recensore Master
26/01/21, ore 11:01

Che piacere che siate tornato caro Cavaliere, con un scritto che indubbiamente, oltre al piacere della lettura, dà adito alla riflessione, sulla continua battaglia tra bene e male, per scoprire che anche da azioni riprovevoli può scaturire e nascondersi il bene. Occorre scavare in profondità e ascoltare, e forse lo si trova, anche per chi non vi ha mai creduto e sempre lo ha disprezzato, in quanto considerato segno di debolezza. Eppure proprio a quelli considerati deboli viene data la possibilità di assurgere a vette che anche i potenti a volte non possono raggiungere. Sono più predisposti ad ascoltare la voce interiore, quel sussurro che viene dal cuore e che ha la capacità di modificare il pensiero.
Jeanne Valois è convinta di vivere un incubo, ritrovandosi viva dopo l’esplosione e dopo la morte del marito, il quale stava cercando di uccidere quella donna soldato, che le aveva dato la caccia incessantemente, che sembrava non avere paura di niente e di nessuno e che osava guardare il sole con lo sguardo dei giusti che cercano di comportarsi in maniera retta e, insieme a lei, sempre, il suo cavaliere innamorato, l’uomo che la seguiva come un’ombra donandole il conforto di non essere mai sola e senza supporto, e che nel momento topico, quando pensava di essere ad un attimo da lasciare questa vita, aveva percepito un residuo della sua voce chiamarlo. Un autentico mistero che sarebbe stato interessante svelare, ma forse un tale mistero per lei sarebbe rimasto tale, non comprendendo un legame che riesce a sfidare anche le leggi della fisica.
Dal male può sempre scaturire o nascondersi un poco di bene e Oscar e André in questo momento, frizzato nel tempo, decidono che sia bene poter dare la possibilità di redimersi, avere una ulteriore chance per provare ad essere ciò che non si è riusciti ad essere, perché gli occhi erano bendati da invidia e cattiveria, mentre una volta lasciati cadere questi compagni, la vita poteva offrire la serenità di un perdono per un’anima che molto aveva peccato e aveva ritrovato la luce.
Piacevole il rimando alla dama della taverna degli amanti perduti, quella misteriosa dama che credeva solo nel vero amore, la quale aveva nuovamente voluto fare un altro dono a quei due giovani che parevano essere fatti l’uno per l’altra. Non esiste sempre e solo il bianco o il nero ma una infinita gamma di sfumature entro le quali si possono trovare risposte a domande rimaste nel nostro inconscio, come accaduto ai personaggi di questo racconto.
Sempre accattivante il vostro scrivere. Siete tornato in grande spolvero e vi attenderò nuovamente. La vostra dama d’altri tempi vi saluta con un inchino alla vostra sensibilità.