Anatra.Valeria - Solo un pezzo di carne
Stile: 10/10
Dal punto di vista dello stile, la storia è coinvolgente. Il personaggio di Marika è descritto in maniera piuttosto completa e hai saputo far ben risaltare i suoi dolori, il rimpianto, le emozioni contrastanti che la dominano nel suo rapporto con Ulrich, purtroppo segnato da una profonda incapacità, da parte di lei, di guardare dentro sé stessa. È un personaggio che non può cedere all’apatia completa, non in tutte le situazioni, è dominata da un inguaribile infelicità e ognuno di questi tasselli e ben ravvisabile e ci guida verso un finale assolutamente credibile, che parla sia attraverso di lei che le reazioni di lui. Aiutandoci, a seconda di come vogliamo interpretarlo, a chiudere il cerchio o aprire altri spunti di riflessione.
Anche per te, sono davvero contento del tuo miglioramento sulla gestione della storia. Rispetto alla Rivincita delle Edite, i passi avanti sono evidenti e questo a prescindere dal lavoro di beta.
Complimenti.
Originalità: 5/10
Sul piano dell’originalità, la storia non trova molti spunti su cui poggiarsi. Né su qualche dettaglio o strumento futuristico di particolare valore, né sulla trama in sé, che espone un problema, seppur ben spiegato, di natura assolutamente attuale. La storia di Marika non è differente da quella di qualunque altra persona che non sappia amarsi, e per questo non riesca a rilevare tracce d’amore nel prossimo. Non voglio essere troppo severo per non inficiare il buon lavoro che hai compiuto, ma allo stesso tempo non posso restare inerte.
Utilizzo del pacchetto:
Direi che il prompt possa dirsi più che rispettato. Ci viene mostrato nel testo che Marika ha effettivamente mutato il suo aspetto, che è perfetta… ma vuota. O meglio: densa di una tristezza smossa solo dall’eccitazione e nulla più. Al punto che il suo bel volto raggiante si trasforma in una mera maschera (+3). Il rimpianto è presente. Nonostante la tristezza sia più guidata dalla sua impossibilità di ricercarla negli altri, non esattamente da un rimpianto, è evidente che lei ritiene che la causa della perdita di quella capacità sia la trasformazione. Quel pezzo di sé stessa ormai perduto, quell’umanità che le impedisce di capire che le lacrime di Ulrich… sono vere (+3). La citazione è ripresa parola per parola (+3)
Gradimento personale:
La storia non mi è dispiaciuta, come ti ho detto. Mi è piaciuta la descrizione che hai fatto di Marika, molto efficace, e il coinvolgimento che sei riuscita a costruire è innegabile. L’unica pecca, ma qui è relativa al Pov, e che il personaggio di Ulrich appare piatto rispetto a ciò che accade nel finale. Mi spiego: è evidente che la sua poca caratterizzazione dipende dal fatto che Marika non riesce a percepirla. Vede un uomo, lo ama, ma allo stesso tempo non riesce a raggiungere ogni cosa di lui; per esteso, quindi, noi lettori. Ma nel finale lo vediamo piangere, segno che ci tiene a lei. E allora mi chiedo: non sarebbe stato più d’impatto lasciare che il lettore si rendesse conto di questo da qualche comportamento ravvisabile nel testo? Non dico dal Pov di lei per i motivi di cui sopra, ma da un dialogo, un comportamento oggettivo che potesse lasciar trasparire qualcosa. Prima del finale, ovviamente, perché lo sfondare la porta e piangere sono fatti oggettivi che appunto ci dicono qualcosa. |