Buongiorno (tanto so che la leggerai domani mattina, e questo per me è giorno), sorella.
Ho deciso di partire a pubblicare noi Grifondoro e i Tassorosso, perché mi conosco e so che non saprei tenere la bocca chiusa con i nostri avversari da votare e rischierei di sbilanciarmi nelle recensioni. Quindi oggi tocca alle mie fedeli compagne di Casa, e visto che mi avete dovuta sopportare per due settimane al mio peggio, prometto che per questa recensione mi impegnerò a essere il più seria e professionale possibile, facendo constatazioni ragionate e da studente serio; mettiamo all’opera quello che abbiamo fatto nell’ultimo mese vivisezionando romanzi (reputo inutile la premessa che faccio di solito alla mia prima recensione a un autore sulla mia follia nell’analizzare persino le virgole, direi, anzi credo per una volta di poter esagerare senza spaventare il povero disgraziato dall’altra parte).
Parto allora dal titolo della raccolta a livello più strettamente “esteriore”.
Riesci a incarnare a livello di suoni la stessa immagine che il titolo stesso fa visualizzare: c’è il ripetersi dello stesso suono che lo apre e chiude, quasi a dare l’idea del vento che davvero fa risuonare le canne, è come vedere il suono che si propaga per la canna e rimbomba producendo eco, e le diverse canne che frusciano insieme ripetendo lo stesso suono. E anche la scelta di suoni come tra, che, almeno a me, dà sempre quell’idea di vibrazione, fremito del vento tra l’erba o le foglie (i linguisti direbbero che è la r vibrante, ma noi non siamo linguisti, grazie al cielo), la ripetizione della t, collaborano tutti a creare, anche foneticamente, l’immagine che suggeriscono le parole. Passando poi al significato, dire che ho apprezzato leggere cosa vi si nascondesse sotto è poco: che io ami i Malandrini temo sia risaputo in ogni dove, ma mi piace moltissimo come questa immagine naturalistica riesca a essere metafora del loro rapporto. James, è indubbio, era il collante che è riuscito a unire quattro individui, all’apparenza, così differenti e lontani da loro, difficili da immaginare migliori amici oltre la scuola e in alcuni casi oltre la morte (e qui abbiamo il vento che avvicina le canne). E poi c’è anche quello che è riuscito a ispirare, credo, in loro, rappresentato dal vento che soffiando tra le canne le fa suonare: James è stato la luce che ha teso la mano a Sirius e lo ha travolto facendogli scegliere la causa per cui credere, combattere, morire, per la quale valeva davvero la pena vivere (non credere che non abbia notato quel volare via con lui, ma al momento lo sto interpretando troppo tragicamente ed è troppo tardi per parlare dell’argomento senza finire in una valle di lacrime).
E allora, a questo punto, mi ricollego alla drabble vera e propria.
Non ti sei ancora degnata di spiegarmi i sottotitoli, quindi ora ti tocca sentire la mia interpretazione bislacca (ma apprezza lo sforzo: sto commentando i titoli). Mi è parso come il “passaggio di testimone” di quella che è la filosofia di James: vivere “succhiando il midollo stesso della vita” (parole troppo belle per essere mie, sono de “L’attimo fuggente”, che onestamente per mille associazioni astruse mi fa pensare ai Malandrini, soprattutto a James, nel messaggio ultimo che mi ha sempre lasciato), appassionandosi alla Causa, lottando per essa, perché la vita trascorsa senza impegnarsi e profondere le energie in quello che si crede giusto, non è vivere davvero – e qui si riallaccia alla prima frase. Ma c’è anche, di fondo, un certo senso originario del termine, che lo voleva contrapposto come concetto a quello di azione (a qualcosa serve studiarle, queste cose): se abbiamo detto che Sirius è travolto da questa passionalità – credo che in lui ci fosse già il seme e la propensione verso questa lotta per ciò che è giusto, ma James è stato la miccia che ha fatto scoppiare il tutto e lo ha portato a schierarsi e a farlo fino alla fine –, dicevo, se Sirius è stato travolto, allora non è solo protagonista attivo, ma è anche soggetto che si trova a “subire” l’effetto di un’azione, un’emozione, un impressione altrui, esterna, ed è questa la condizione che si indicava a con “passione”. Bene, ho vaneggiato come mio solito, ma la colpa è tua che non mi hai fermato o in questo caso spiegato prima.
Vediamo di passare al testo, ora.
La passionalità di James, direi, trasuda tutta da quella primissima frase. C’è racchiuso James, lì, con che ardore credesse nei suoi ideali – una delle cose che lo rendono immenso, ai miei occhi – come fosse realmente appassionato e credesse nel loro dovere di fare la loro parte per non pentirsi e sentirsi di aver realizzato le loro esistenze. Eppure, non mi lascia solo commozione (ho la lacrima facile, su James), ma anche un’ombra di malinconia che si portano dietro anche i pensieri di Sirius poco sotto. C’è come uno sdoppiamento temporale: quella prima battuta non è solo del James della realtà che parla con Sirius, c’è anche il James dei ricordi, quello che continua a parlare nella testa di Sirius ad Azkaban per resistere, quello che lo motiva quando scende di nuovo a combattere e si schiera con l’Ordine (e vorrebbe un po’ riemulare quegli anni da ragazzi, vorrebbe gettarsi nella mischia con lo stesso ardore). Ed ecco, allora, che il Sirius “adulto” risentendo nella testa quelle parole, si strugge per quella passione tutta giovanile che non aveva fatto mai pensare a loro due di poter morire, e che invece nelle braccia della Morte ha portato James. Mi è piaciuto come hai giocato con i due momenti, spaziando non solo nel tempo ma anche visivamente, con il corsivo a collegare le due frasi, inserendo però la battuta nello scambio serrato che apre la drabble.
E un ulteriore senso di “sovrapposizione” temporale l’ho avvertito in quel se ci beccano. Ha in sé l’eco delle giornate a Hogwarts, passate tra scherzi e infrangendo le regole, cercando di non essere, appunto, beccati dagli insegnanti. È il termine che assocerei a quel tipo di situazioni spensierate tanto comuni tra loro, e che riportato qui, quando quello che stanno facendo nulla ha a che vedere con i tempi della scuola, subito me li fa visualizzare mentre cercano – con un sarcasmo e un umorismo tragico – di smorzare la tensione della guerra, e allo stesso tempo mi lascia nella testa l’immagine di loro a scuola che pianificano la prossima luna piena.
In qualche senso trovo che le tre battute iniziali – secche, dirette, senza costrutto esterno a reggerle –, insieme al pensiero di Sirius siano come il cuore, della drabble, volendo potresti iniziare e finire lì, e mi piace moltissimo che siano in apertura, separate rispetto al resto che “amplifica” in qualche modo il concetto, lo struttura, fa da corpo alla drabble (o, ti prego, non farmi internare per questi paragoni).
Ecco, del corpo mi è piaciuto che fosse aperto e chiuso da quel voi ripetuto, che tra l’altro isoli con l’anacoluto. Mette il focus sull’altro tema portante della drabble, oltre alla passione, e cioè il legame tra Sirius e James, loro due che sono insieme sempre (e voi due, pensandoci ora che l’ho detto, non avrebbe reso bene quanto voi, perché in voi c’è proprio il senso di unità che aggiungere la specifica del due in un certo senso porterebbe a perdere, spezzare). E questo senso di unione è perfettamente reso dalla frase che segue, che quanto è perfetta per descriverli? Tra l’altro, probabilmente sono solo suggestioni date da una certa lettura, eppure in quell’ombra ci leggo bene la parola “anima” (plot twist: chi è la loro terza?). Ma usare ombra mi dà un senso di continuità con l’immagine di loro che camminano nella frase successiva, quasi a vedermeli che vanno, fianco a fianco, il sole che proietta una sola ombra che si allunga dietro di loro.
Altro momento assurdità che penso perché mi soffermo pure sui verbi. Sirius e James erano Purosangue (ok, Sirius ha tradito, ma Purosangue resta), erano ricchi, erano giovani e appena diplomati, dei ragazzini, avevano tutte le possibilità e le ragioni di tirarsi indietro, perché quella non era proprio la loro guerra, potevano non combattere e starsene al sicuro. E invece non è proprio così, perché loro non avrebbero comunque mai potuto farlo. Non Sirius, e soprattutto non James. perché non sarebbero stati loro. E dire “potreste percorrere” mi lascia, di fondo, questa sensazione di scelta che vera scelta non è. Sì, certo, ci sono possibilità, ma non sono vere possibilità percorribili, e usare allora “potreste”, invece che un diretto “percorrereste”, allontana quasi queste eventualità. E questo, perché, loro in quegli ideali di giustizia credono, ardono appassionati per gli ideali che caratterizzano la loro Casa (e che dovrebbero essere forse condivisi da tutti?) e li spingono a non curarsi del pericolo, del mettere a repentaglio se stessi, perché credono talmente tanto in quei valori da esservi disposti a tutto. Credo che ci siano molte motivazioni che spingano a scendere in guerra e combattere, dall’autodifesa alla vendetta, ma se devo collocare James in questo spettro di motivazioni, allora direi sicuramente la passione, la fede nella giustizia, la lealtà, il difendere chi è più debole.
(Oh, e non credere che non me ne sia accorta: quel cose vissute messo in corsivo era chiaro rimando alle parole in apertura di James. Il ripetere cose con diversi aggettivi, poi, credo abbia proprio lasciato l’idea di “James e Sirius”, nelle prime c’era Ramoso, nelle seconde Felpato).
E la determinazione, la passione con cui James pronuncia quel “io combatterò”, un pochino mi hanno commossa. Ce lo avevo davanti agli occhi anche io, brandendo quella spada come il primo giorno sul treno per Hogwarts quando sognava di essere smistato a Grifondoro. E, parlando di spade, come non pensare a quella di Godric, che spetta a chi è vero Grifondoro (e questa drabble un pochino è anche l’inno di James rosso-ora, diciamolo), e che ricorda il Fondatore che più di tutti quei valori li incarna (vuoi perché, di fatto, solo quelli conosciamo). Insomma, un dettaglio piccolo ma prezioso che è stato molto intelligente da parte tua inserire, perché dilata ancora una volta tempo e spazio della drabble.
Lo so che il mio amore per James e la poca simpatia per Sirius hanno traviato questa recensione, quindi ora torno in carreggiata e mi soffermo anche sull’ultima battuta di Felpato, che ribadisce un’altra volta la sua lealtà smisurata per l’amico, che dimostra come sia toccato e mosso anche lui da quella passione, da quell’ardimento, da quel sentirsi giovani e poter davvero cambiare il mondo forti della bontà delle proprie idee e della determinazione della gioventù (e, almeno nel suo caso, non solo). Giusto due battute, eppure esprimono tutto Sirius.
E poi la frase finale, a richiamare ancora la loro amicizia, a riassumerli di nuovo. Questa volta, però, non è un mostrarli in modo solido, corporeo, con la “fisicità” che due corpi suggerisce, ma c’è promessa, e in un certo senso mi ha lasciato addosso una grande malinconia perché mi è parso di vederlo come una sintesi del “loro dopo la morte di James”, quando deve rimanere solo questa promessa di continuare a esserci, a combattere, a credere nel giusto. Il dissolvere finale, poi, trovo faccia il paio con l’ombra di sopra, perché l’ombra, visivamente, si dissolve, non una promessa. Non so spiegarmi, ma questa traslazione (che probabilmente è solo nella mia testa sotto effetto di caffeina), che rende quasi circolari le due frasi e quindi l’intero testo racchiuso in esse, trovo funzioni bene e denoti la cura nella scelta delle singole parole e sfumature.
Dovrei aver finito, mi scuso per questo papiro che più papiro non si può, però per una volta mi son sentita libera di commentare pure la scelta dei verbi senza essere presa per pazza, e soprattutto vomitare parole su parole addosso a qualcuno. Mi spiace tu debba essere sempre la mia vittima, però, ma ormai sarai rassegnata e la colpa, comunque, è tua.
Ho cercato di essere il più seria possibile, ammirazione per James a parte, ma ti dico qui che ho apprezzato moltissimo la drabble e che non vedo l’ora di poter leggere le altre (leggasi, tradotto per i non deboli di cuore come te: l'ho amata da impazzire, grazie di averla scritta).
Bene, passo a Francy, e intanto mi preparo a nascondermi dietro le montagne per schivare le ciabatte che mi arriveranno domattina. (da vera Grifondoro lascio la recensione senza rileggere, guarda che temeraria)
A presto <3!
Maqry
Ps: la modifica era per aggiungere una cosa che avevo scordato, non ho riletto comunque niente, temerarissima sono. (Recensione modificata il 13/03/2021 - 05:13 am) |