Seconda delle tre recensioni premio relative al contest: “The darker is the night, the brither will be the sunrise”.
Eccomi.
Scusa per distanza tra una recensione e l’altra, ma sto sviluppando un’idea carina e sono in piena modalità “musica a palla” xD
Ho un rapporto molto contrastante con questo genere di storie. Mi spiego: il Faro, per quanto sia triste e anche se avesse visto morire la protagonista, riguardava comunque una parte di vita. Un momento dell’esistenza definito dai confini precisi della giovinezza. Quando le storie invece abbracciano l’intero ciclo di vita, indipendentemente dal genere, mi mettono addosso una tristezza assurda. Perché come la si veda, la si prenda, la si giudichi, rimane triste. Si passa dalla spensierata speranza della gioventù, ai problemi della vita adulta e poi al periodo di massimo splendore. E inevitabilmente, con l’avanzare della vecchiaia, tutto quello che si costruisce decade insieme al fisico.
La storia di Rebeca, in questo, fa ancora più clamore. Viene gettata con violenza da una vita in divenire a una vita spezzata, irrimediabilmente, per un amore che mai più ritornerà. Ma lei non vuole accettarlo, rimame ligia alla sua promessa per un tempo infinito. Un intero ciclo di vita, passata a osservare ciò che, a conti fatti, le ha portato via ogni cosa: il mare. Fa pensare il paragone con una donna che, per tutta la vita, passa consapevolmente le giornate con la persona che le ha ucciso l’amato; a conti fatti, è così.
Perciò, nella tristezza che già trasmette questa storia, personalmente è anche più accentuata. Ammetto che sul finire un filo commosso sono stato, sebbene tu hai cercato di rendere la fine liberatoria e dolce. Con un Manuel che finalmente torna a prenderla per porterla via, a casa. In un luogo oltre la vita e il dolore.
Nella speranza che finalmente possano trovare la pace.
Che dire. Ora sai perché non riguardo mai una seconda le storie con questi elementi.
Ad ogni modo, è stata una buona idea. Cercare di raccontare anche a parole un racconto così triste è senza dubbio una sfida, ma anche un ottimo spunto da cui partire. Forse, quello che manca è un pizzico di coinvolgimento in più del giovane che ha scritto la canzone. Ma posso capire perché l’hai lasciato sullo sfondo: è Rebec dopotutto la protagonista della storia, e lei solo.
Alla prossima
Ghostro (Recensione modificata il 28/01/2022 - 07:35 am) |