Hello, my doctor!
I am here! E sono talmente fuori di testa da parlare in inglese. Vorrei poter dire che è colpa del caldo ma tu sai che ho un condizionatore e che non sono mai stata molto normale.
E vedrò anche di contestualizzare ogni cosa, onde evitare i nostri soliti problemi di comunicazione.
Quindi, Gabry, è veramente con piacere che torno sul tuo profilo. Non nella sezione di Harry Potter ma dovrò pur ingannare l’attesa, non credi?
Premetto che ora su Misako ho un’opinione totalmente diversa rispetto a quando ero più piccola, sarà perché al tempo la vedono come la “mamma di Sana” e non come una persona vera e propria. Certo mi rendevo conto che aveva sofferto e mi dispiaceva ma non mi sono mai spinta più là, non ho mai compreso cosa si fosse dietro alla maschera.
Anche perché ero completamente concentrata su quei due disgraziati che non si decidevano a parlarsi chiaramente.
Tu invece lo hai fatto. Hai parlato di una giovane donna, ti sei dilungata a mostrare la giovinezza, un’età in cui si pensa di avere in mondo ai piedi ma che poi, crudelmente, ci si rende conto che molto spesso non si ha altro che cenere tra le dita. Hai parlato di una ferita bruciante, che non si è affatto sanata con il tempo ma che è diventata sempre più larga e profonda. Sarà perché la tua Misako non l’accetta finché non decide di abbracciare completamente quel dolore, credendo che sia l’unico modo per inglobarlo e gestirlo.
Invece quel dolore l’ha portata a un passo dal precipizio. L’ha portata a distruggere invece di costruire.
Perché anche si cerca di accettarlo, il dolore rimane sempre lì. Non svanisce mai del tutto, anche se lo vorremmo. E porta con sé una serie di domande, di possibilità su quello che sarebbe potuto essere se le cose cose fossero andate diversamente.
Poi però le cose cambiano perché, quando non vediamo via d’uscita, la vita ci dimostra che c’è ancora tanto per cui vale la pena respirare e sopportare la sofferenza.
Ed è una piccola vita che le ha restituito il sorriso.
Credo che Sana e Misako siano profondamente simili. Me le immagino entrambe piene di entusiasmo, gioia e spensieratezza ma penso anche che ci siano molte ombre dietro quelle maschere che sfoggiano sempre.
Anche se forse, almeno all'inizio, hanno cercato di combattere quelle ombre da sole invece che insieme.
Io credo che tu ci abbia restituito un’immagine assolutamente IC di Misako, sei riuscita a comprenderla e a trasmettere su carta tutto quello che deve aver provato.
Mi sono sciolta nel finale, nel momento in cui hai mostrato che il peggio è passato, che si è cercato di rimediare a quella ferita dando tutto l'amore possibile a un altro essere umano.
Mi spiace solo di essere arrivata solo ora a leggere e recensire questa storia.
Ti mando un grosso bacio,
Eli |