Ogni mente razionale conosce ed accetta le fasi della vita, i suoi alti ed i suoi bassi, la possibilità di ammalarsi… la necessità di morire.
E quando si rimane soli, il senso di smarrimento dà forza allo sconforto e piega il sentimento verso l'abbandono.
Il ritorno dei ricordi, il rimpianto per ciò che si è fatto e ciò che non si è detto.
Come i marinai scrutano il cielo durante le notti di tempesta alla ricerca delle stelle che orientino la rotta nell'immensità del mare, così sembra vedere Azzurra cercare per terra una matita e nel cielo la stella lontana, che le orienti e rassicuri i passi, a volte ancora incerti, nel cammino della vita.
Azzurra che è costretta dalla vita ad esistere solo in volo, a restare continuamente sospesa nell'aria, come uno sterna, in un vortice di sentimenti, sospetti e preoccupazioni da spezzare il volo, da togliere il fiato e non il fiato solo.
Morire e rinascere, nello stesso mese, nella stessa casa, nella stessa vita.
Cadere e rialzarsi, sanguinare e guarire, imprecare e pregare, credere e dubitare, accogliere e respingere…. Ma alla fine Azzurra ha scelto di percorrere, ora non più in solitudine, il sentiero buono della vita, accompagnandosi per mano ad un'altra vita che ha scelto lei per crescere, piangere e sognare assieme.
Azzurra che è stata indotta dal destino ad attraversare due porte della stessa casa: quella del coraggio e quella della paura. Ma alla fine Azzurra ha scelto, dopo aver affrontato l'angoscia ed avvicinato la sconfitta, di serrare alle spalle una di quelle porte e di non socchiudere l'altra. Perché nella vita può sempre venir voglia di andare a salutare un'amica, correre fuori a bagnarsi con la pioggia, uscire a scaldarsi ai primi raggi di un tiepido sole primaverile.
Con la speranza ultima per Azzurra che dopo aver dato prova di riuscire a navigare l'abisso dell'animo umano senza affondarci, né smarrirsi, trovi ora la forza di vivere con audacia e leggerezza allo stesso tempo, scegliendo semplicemente di vivere se stessa e con se stessa.
Anche in quest'ultimo capitolo narrativo si apprezza la prosa spontanea dell'autore, alimentata da un lessico mai banale, posto a sostegno di una profonda, lineare e convincente introspezione. |