Hai chiuso in bellezza questa brutta notte di luna piena, con questa poesia, in cui neanche la luna ha avuto il coraggio di mostrarsi.
O meglio, la situazione è drammatica, tutt'altro che bella. Nasce tutto dall'incapacità di dire addio. Noi, con la nostra sensibilità e grazia, che dovremmo volteggiare leggeri come farfalle, suggendo nettare da mille fiori diversi, finiamo per rimanere rinchiusi, invischiati in un singolo fiore carnivoro, velenoso.
Forse non è neanche il non saper dire addio. È il continuo rivangare nei ricordi del passato. È il riproporsi ostinato di un improponibile "what if". È l'inutile desiderio di colpevolizzarsi ("cosa devo fare per farmi voler bene?")
E come spesso succede, dai drammi dell'anima vengono fuori le poesie più belle, Lady Eleganza.
È bello il martellante "se tu mi volessi bene", ripetuto sei volte.
Sono belli i versi, ognuno completo in se stesso, risplendenti ciascuno di vita propria.
È magnifico il modo in cui riesci a condensare in così poco spazio tutta una serie di immagini, le più disparate, originali e suggestive. Il modo in cui riesci, con naturalezza, ad assoggettare la sintassi ai tuoi bisogni (boccheggiare transitivo).
Fa male anche stavolta l'ultimo verso, troppo duro, troppo secco, troppo dissonante dall'eleganza sognante di tutto il resto.
Tutto comunque contribuisce alla bellezza di questa poesia. |