Non mi ricordo chi avesse detto che la tua scrittura ricordasse una poesia, dopo aver letto questa one shot posso confermare che sembra veramente una prosa poetica.
Ciao StagTree, arrivo con qualche giorno di ritardo (non che sia una sorpresa) dalla pubblicazione ma ci tenevo tantissimo a passare perché come ti avevo già detto non vedevo l’ora di scoprire che cosa avresti pubblicato per la challenge 🌷
Anche stavolta ci regali un’esperienza breve ma intensa. Ho adorato gli incisi che interrompono continuamente la narrazione per concentrarsi su quello che non viene detto, la contraddizione nella sospensione della parola. Accavalli un’immagine dopo l’altra e il nesso che crei tra le figure e la scrittura mi lascia sempre sorpresa perché fluisce tutto perfettamente, si passa dalle une alle altre proprio come un flusso ininterrotto di pensieri e di gesti. Il che mi pare particolarmente azzeccato per questo scenario che hai dipinto, in cui una fame animalesca distrugge ogni barlume di razionalità e si fa istinto e nient’altro.
È una sete di unione reciproca che si trasforma in violenza e autodistruzione, scorre nel sangue che cola dal naso di Archie e nel suo odore annebbia la mente. (Io probabilmente fossi stata nella stessa situazione premurosa come sono sarei andata a prendere qualcosa per pulire e tamponare, però ammetto che nella finzione l’unione di sangue, brutalità e poeticità mi piace una marea, è quel tipo di grottesco che affascina).
Maxie è troppo orgoglioso, Archie un finto prepotente. In conclusione: sono due tontoloni anche loro.
Il finale con questo periodo lunghissimo che toglie il fiato è la ciliegina sulla torta, ed è anche il mio pezzo preferito. Questo accumulo di verbi, di aggettivi, di intimazioni tutt’insieme mi scioglie – e poi l’ultimo imperativo con il punto secco. È tutto troppo bello.
Complimenti come sempre da una Persej in estasi 🥰 Ovviamente corro a mettere la storia tra le preferite.
Il prossimo progetto quando ce lo mostri? Ho letto bene, c’è qualcosa in cantiere?
Un abbraccio ♥ |