Ecco ancora una poesia che richiede pochissimo tempo per essere letta, ma molto tempo per essere digerita. E ancora di pių per essere capita. E che lascia con alcuni interrogativi.
Č solo la descrizione di un incubo, vestito di poesia, con quell'insistere su "morte"?
O č parabola di qualcosa di pių? Parli di una morte allegorica? Ho pensato anche a un sopruso erotico, con quel "veniva piano".
Bella comunque la dissonanza fra il passo lento e felpato, paragonato alla neve che cade, e l'affanno del respiro e il sudore della fronte.
Il tutto culmina nelle fosche tinte che descrivono il coltello e il sangue; addirittura "su tutte le pareti".
Raccapricciante in tutti i casi. |