Che dire, mia cara Betz, di questo altro frammemnto della vita dei Nostri.
Sei stata in gradi di sorprendermi in positivo anche questa volta, con questa tua narrazione così dellicata ma al contempo intensa e a volte toccante, nella quale si sono potuti sentire tutti gli ansiti di quel sentimento che viene da lolntano e che da sempre guida André nei confronti della sua Oscar.
Abbiamo potuto avvertire tutto il suo intimo dolore, nel vedersi messo da parte per l’arrivo di Fersen, con la gioia che tale riapparizione avrebbe portato al cuore di Oscar, la quale avrebbe potuto averlo tutto per sé invitandolo a soggiornare a Palazzo Jarjayes. André comprende che forse lei avrebbe potuto trovare un momento di felicità, mentre lui sarebbe stato condannato a soffrire, perché tutto il suo agire era per un altro uomo e quell’uomo non sarebbe mai potuto essere lui.
Lui che vede Oscar, lui che vede dentro Oscar, lui che è sempre lì per Oscar, pronto a sobbarcarsi gli oneri della sua posizione, ma attento ad ogni più piccolo avvenimento che possa venire a turbare quella apparente serenità che Oscar ostenta ai più. Lui sa quanto autocontrollo le costi un tale comportamento, mai una sbavatura, mai potersi lasciare andare, se non entro determinati limiti stabiliti dalle convenzioni sociali. E lui sempre pronto ad assecondarla pur di starle a fianco. Lei per lui è la sua vita. Ogni attimo condiviso è divenuto prezioso ricordo da preservare come fosse un tesoro. Lui sì che capisce Oscar, e in questi momenti, durante i quali è stato lasciato da parte, si chiede quanto il bel conte svedese conosca e capisca di Oscar. Sa per caso cosa le passi per la mente, quali siano i suoi timori, cosa la fa gioire e cosa invece la fa arrabbiare? Ha mai potuto osservare la bellezza di Oscar nella sua totalità, e non soltanto nel profondo azzurro dei suoi occhi di cielo o nei suoi capelli del colore del grano? André sì, perché è stato la sua ombra per tutta la vita, disposto a soffrire per lei, come nella vicenda del cavaliere nero, senza mai recriminare, per un solo momento, quei tragici avvenimenti. Ha racchiuso nel suo cuore ogni singolo istante passato insieme, pronto a farsi carico anche della sofferenza di Oscar come nel caso del ballo, dove il vero sofferente è lui, che pensa a lei stretta fra le braccia di Fersen, ad accogliere magari le sue labbra e le sue parole. Ma, quando Oscar è dolorante, è lui che tenta di porre rimedio al suo soffrire, semplicemente essendoci, palesando la sua presenza in maniera discreta, poiché l’importante è essere presente affinché Oscar non si senta mai sola.
Intensa pertanto la scena davanti al caminetto con quell’abbraccio che racchiude una storia di comprensione, affiatamento, fiducia, vicinanza, appoggio che sempre vi è stata fra loro.
Oscar accetta l’abbraccio, lascia uscire quelle lacrime, che rimarranno un frammento di se stessa, raccolto dall’unica persona in grado di capirne la portata e di accogliere il suo dolore come fosse il proprio.
Fra loro non c’è mai stato bisogno di parole per comprendersi nel profondo. Ora André vede Oscar più calma e pronta a indossare nuovamente quella armatura che pensava l’avrebbe preservata da ogni male, ma l’amore l’ha colpita e ferita ugualmente.
André vede e sempre vedrà in lei ciò che anche lei stessa non riesce a scorgere.
Un brano che mi è piaciuto moltissimo per le emozioni avvertite, e per la fluidità di esposizione, che ne fanno un pezzo decisamente notevole e nel quale si scorge, fra le righe, tutto il rispetto e la passione verso questi personaggi.
Brava veramente. Piacerebbe anche a me saper scrivere in maniera così coinvolgente. Un po’ ti invidio.
Un caro saluto e a risentirci presto! |