Recensioni per
Il demone di André Grandier
di sacrogral

Questa storia ha ottenuto 19 recensioni.
Positive : 19
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
08/04/22, ore 17:31

E' sempre un piacere leggere le storie del buon vecchio Graal, che sa vedere risvolti drammatici e comici dietro ogni azione dei nostri amati personaggi! 

Nuovo recensore
16/11/21, ore 06:16

Sorprendente e attento nelle minuzie apparentemente più insignificanti.
GENIALE. Punto, punto e virgola e due punti: geniale!

Nuovo recensore
29/08/21, ore 23:51

E Gral c'insegnò che cos'è il ritmo!
Come scrittura, una delle tue migliori prestazioni, caro mio; come idea decisamente meritevole dal punto di vista dell'analisi psicologica dei personaggi, quasi junghiana direi, perché l'ombra, alla fine, ce l'abbiamo tutti e tacerne l'esistenza è mentire a se stessi. Quindi bravo (e sai quanto mi costa dirlo), hai portato in scena un backstage divertente, e al tempo stesso onesto, profondo e carico di grazia. Una rilettura davvero interessante.

Recensore Junior
26/08/21, ore 11:57

Mio Gral, imperdonabilmente in zona Cesarini arriva anche il mio commento alla Telemachia - al Bildungsroman - di questo demone aggettivato solo da superlativi assoluti, due su tutti: umanissimo e liberissimo.

Le frasi repentine dell’incipit, la concitazione del racconto in prima persona, confessione e apologia miste allo slancio ecfratico di una requisitoria, sono le voci, che fanno a pugni, della dicotomia fra odio e amore, fra colpevole e innocente, fra bello e brutto, e creano un effetto di immediata intimità e sintonia nel triumvirato narratore-personaggio-lettore e, puntando dritte e affilate alla coscienza del fruitore, sottraggono ineffabilità al discorso facendone questio finita, concreta perché il demone vive dentro e fuori dalle righe della narrazione, non più solamente figura di pensiero ma tableau di tutti i giorni.
L’uso dell’interrogativo retorico e di interiezioni propone e promuove la prosopopea dell’io che, insieme con la forza subdola e insinuante dell’ironia, assolve il non facile compito di suscitare empatia nell’interlocutore prendendolo per mano, portandolo dalla sua parte e a tifare per lui, per questo personaggio che si dimostra “nato libero” ribellandosi alla tirannia della figura di suono che da sempre gli impone il paronimo maligno. 
È certamente personaggio ed entità di mezzo ma anche strumento che guida la mano fuori dai topoi narrativi imposti da chi vorrebbe costringere la storia sotto l’egida di precetti e di sterili avvisi piuttosto che vederla vivere libera e felice. Discorso nel discorso che ha sede in un topos immaginario, un locus inamoenus ma non horridus, in questa disperazione dove si esprimono concetti grandi con parole semplici - quale era la figura retorica? Tapinosi? - e dove tutti, chi più, chi meno, ci troviamo a nostro agio.

Carissimo Gral, grazie del caffè, avessi tardato ancora un po’ ci scappava pure una bella birretta.
Sempre solo tua di fuoco e fiamma,

Fiammetta

Recensore Veterano
24/08/21, ore 07:32

Mio carissimo Cavaliere,
sono più in ritardo del Bianconiglio, questa volta.
Ma non posso non commentare questo tuo gustoso lavoro estivo che mi ha grandemente divertito.
Tu lo sai davvero, cavaliere, che cos'è quella leggerezza di cui parla il mio amato Italo e così parti con Platone e chiudi alla Mel Brooks e in mezzo, solo per dirne un paio, mescoli Rhett Butler e scenari che mi hanno ricordato gli angeli de "Il cielo sopra Berlino".
Insomma è sempre un piacere del cuore e dell'intelletto leggerti e ad André hai regalato una bellissima pagina, potesse leggerla si divertirebbe anche lui.
Infine, senti, io alla Disperazione mi sto affezionando come a certi posti che frequentavo ai tempi dell'università, quei posti in cui ti senti un po' a casa, in cui entri sapendo che qualcosa succederà, anche se ancora non sai che cosa. Ma visto che ormai la Disperazione ha una vita sua, si può proporre di aprire una sezione di EFP intitolata "La Disperazione"? Pensaci, io la frequenterei.
Una buona giornata, Cavaliere, e sempre tantissima ammirazione per la tua indomabile penna,
Sett.

ps.: visto? il colore della bandierina è verde, ma un verde occhi di André Grandier
(Recensione modificata il 24/08/2021 - 08:13 am)

Recensore Veterano
23/08/21, ore 13:20

In quel selvaggio abisso,
grembo della Natura e, forse, tomba,
che non è mare o sponda, aria né fuoco,
ma lor cause pregnanti in sé commiste
confusamente, 
in una lotta eterna,
se l’onnipotente non costringe
queste oscure materie a farsi mondi,
nell'abisso selvaggio, cauto
- il demonio - sostava all'orlo dell'Inferno, e vide
e ponderò il viaggio 

Paradise lost 
~ Milton ~

Un lungo periplo nella riduzione spaziale di un racconto, viaggio circolare dove le fortune di un demone hanno fine ma trovano anche nuovo inizio.
Una forza nemica a prima vista ma che in realtà abita non solo le vestigia e i fallimenti dell’umanità ma anche i suoi successi e il suo rifiorire. È un demone che ha fede ma trema perché cresce in parallelo con lei, l’altra, l’umanità, che tenta eppure custodisce, impaurito lui stesso dal medesimo dissesto e fallimento, è assegnato a lei come il suo stesso destino, vessato dallo stesso fato a cui neanche Giove può sottrarsi, ma con la stessa precisa e caparbia resistenza all’immutabile.
Il gioco è di forza ed è minato dalla sfacciataggine della resa vestita a festa, lei che si offre a labbra prosciugate d’amore nel calice traboccante d’inferno e paradiso. È il “dono di Dio” che, nell’inconsistenza piena di un solo attimo, libera, prende e porta via tutte le altre cose importanti. Attimo in cui il demone e il suo mendicante di sogni, cedendo, muterebbero in demòni perdendo entrambi la parte umana di sé, quella, per ironia della sorte, più vicina al divino.
Equilibrio di forze che è messo alla prova dalla volontà di questo Spirito che soffia, dall’ambizione del Bene che costruisce e si costruisce a fatica ed è allora proprio questo che forse è stato assegnato, a sua volta e per stesso destino, al demone, camminare affianco di André Grandier, ripristino di Luce nella vita di quest’essere di nulla che, tagliato fuor dal creato, in un mondo di mezzo, vive un’esistenza spaventosa e reale.
Superba e inconfutabile prova che il destino si arresta solo dove la scelta ha inizio.

Grazie per questo sorriso gentile e delicato che proprio “innocuo” non è. 
Ti abbraccio,
Minaoscarandre

Nuovo recensore
20/08/21, ore 09:32

Caro Graal,
mi sono molto divertita, entrare in uno dei tuoi mondo paralleli è sempre un'esperienza gratificante. Grazie

Nuovo recensore
19/08/21, ore 21:05

Mi ricorda Good Omens con l'angelo e il demone che incontrano Oscar e André, bella.

Recensore Veterano
19/08/21, ore 11:02

Allora, da quanto tempo scrivi su questa piattaforma? Io lo so, ti ho seguito dal primo giorno e mi hai rubato la mente dal primo istante.
Da dove incominciare a cercare di spiegare le emozioni che ogni tuo racconto evocano in me? E mi ritrovo a non aver più parole e a dirti semplicemente a chi scriver sa.
Una scrittura che è solo certezza, bellezza, meraviglia. Così potente da rendere i personaggi vere persone viventi, sempre. Non immagini impresse sulla carta senza anima, senza emozioni. Ma persone che vivono e fanno soffrire e sorridere e riflettere.
E allora accade che mi ritrovi a conoscere e a vivere le vicissitudini di un povero Dèmone , che già nascere con un tale titolo è difficile. Il cui racconto della sua vita mi ha fatto sorridere e provare tanta empatia per lui.
Perché prova a spiegare che un Dèmone non è un essere malvagio, ma solo quella voce che ci spinge ad agire in modo più istintivo, più libero. Che è puro desiderio e voglia di scegliere di seguire semplicemente il momento.
Ed ho esultato su quegli spalti per quel goal storico, chi vince sempre e facile diventa poco simpatico. Anche se è un Angelo da togliere il fiato.
Il portiere “Angelo coscia di Giove” al fianco del mio povero Dèmone graziosamente brutto e sgraziato bomber per un giorno, accumunati nell’ingrato “incarico” di vegliare su un umano pressoché perfetto.
Anni di frustrazione attendono il Dèmone, anni a cercar di scuotere un uomo, un cavaliere innamorato, che sacrifica tutto per lei. Che è pronto ad immolare se stesso solo per vedere felice lei.
Ed esplode la rabbia del Dèmone in una sera fatale, la furia che dura pochi minuti, prima che il cavaliere innamorato torni a vivere per lei.
Io le avrei portate le arance al Dèmone, e anche una lima per farlo fuggire dalla sua gabbia infuocata, perché non esistono uomini perfetti, esistono uomini meravigliosamente imperfetti.
Sono entrata a La Disperazione e ho visto seduti su una botte l’Angelo e il Dèmone e mi son seduta accanto a loro e ho sorriso. Ho strizzato l’occhio al Dèmone, perché lui sa quanto importanza ha avuto per me. Quanta importanza ha. E che sia solo il principio.
Mille pagine bianche son ancora davanti a te, tutte da scrivere, tutte piene di emozioni da farmi vivere.

Nuovo recensore
18/08/21, ore 19:00

Caro Graal, che dire? Anche nei momenti più stressanti riesci sempre a farmi ridere. La storia è divertentissima e mi ricorda Inside Out ed Harry Potter, i personaggi sono riusciti e i manuali di studio da pubblicare come spin off... Ti adoro, qui come fuori di qui... Un abbraccio. PS Il tempo è poco, ma cercherò di leggere e recensire anche le altre tue storie.

Recensore Veterano
18/08/21, ore 18:57

Carissimo Scarogral,
mi chiedevo quando avrei avuto il piacere di rileggerti ed eccoci qua, con un racconto che è stato come una scorpacciata di anguria in questa estate torrida e afosa.
Che ritorno in grande spolvero il tuo e, addirittura, con il famigerato demone di Andre' - verde, liscio e grassottello (io me lo immagino pure con le orecchie a tappo!) - un piccolo e squisito 'sabotatore'.
Il tuo 'socratico' Daimon, che ci avevi già presentato nei precedenti racconti, non ha nulla da invidiare allo spocchioso angelo e alla sua coscia di Giove. Sto ancora ridacchiando di gusto, per non parlare del pane e delle pere 🍐  e del bello, ma poco sveglio
Per non farci mancare proprio nulla ci hai pure fatto fare una capatina alla Disperazione, con il suo suggestivo affresco, la Morte, il Boia, Joss e Foret con la sua 'luccicanza'.
La tua scrittura e' meravigliosa e gustosa come sempre, mondo boia!
La tua riflessione finale mi ha commosso ed emozionato (e penso che valga anche per il Divin Marchese).
Tanti auguri al bel Grandier e buon ferragosto a te in ritardo.
Un caro saluto e un rigoroso inchino,
Galla88
 

Recensore Veterano
18/08/21, ore 18:45

Caro Sacrogral,
I miei più vivissimi complimenti! Questa one-shot mi ha incantata e divertita e mi ha fatto pensare a uno strano mix tra Monsters & Co, Soul e soprattutto Good Omens. Un lavoro davvero originale, scorrevole, naturalmente sempre caratterizzato dal tuo stile impeccabile. Ciascuno di noi possiede angeli e demoni nel proprio cuore, ma non sempre (anzi, quasi mai) è possibile disegnare il netto confine tra ciò che è degno di un angelo e ciò che è degno di un demone. Siamo fatti di carne, sangue ed anima, testa e cuore, paura e coraggio, odio e amore. E non si può negare una parte senza negare il tutto.
Ho letto anche il tuo racconto originale "Dissolvenza" (spero non ti dia fastidio se lo recensisco qui) e il finale mi ha ovviamente lasciato con l'amaro in bocca: ma come?! la storia finisce così?? Volevo assolutamente sapere come andasse a finire: se al protagonista potesse essere concesso un po' di respiro o, al contrario, fosse destinato alla dannazione eterna. Spaventosa e destabilizzante, con tratti orwelliani, la realtà distopica che hai saputo sapientemente descrivere, anch'essa popolata di angeli e demoni.
Ed ora ti lascio con una frase di Good Omens che mi è sempre piaciuta un casino e che trovo perfetta per questa tua ultima storia e forse (perché no?) un po' per tutte le tue storie... in un certo senso, tutte le storie parlano di e sono suggerite da angeli e demoni: "L'Inferno non è una grande riserva di cattiveria, né il Paradiso è una sorgente di bontà; sono solo due fazioni opposte nella grande partita a scacchi dell'universo. Il fatto è che la vera grazia e la vera cattiveria albergano nella mente degli uomini".
Ancora complimenti vivissimi!
Alla prossima,
fennec

Recensore Veterano
18/08/21, ore 13:21

Cosa sarebbe la vita senza ironia! Bisognerebbe dotarsi di un pozzo senza fondo a cui attingerne, soprattutto per quella verso se stessi. Mi ritrovo molto sul fatto di non riuscire a mettere "etichette": in base alla sensibilità e alle conoscenze di ciascuno, ogni virgola assume un particolare significato. Il genere ti è davvero congeniale (ma cosa non lo è??? Penso da tempo che riusciresti a rendere magiche anche le previsioni del tempo...); hai creato un piccolo capolavoro, un universo alternativo in cui convivono angeli e demoni che mi ha fatto sorridere spesso (dall'esibizione della coscia di Giove - mi ha ricordato "La vita è bella" nella scena in cui Benigni finge di essere il sindaco e intrattiene gli scolari alla certezza che anche per i demoni, quello "bello e poco sveglio" è Fersen!), senza però dimenticare le situazioni in cui invece è necessario non farlo.
Il tuo demone è un tenerone (l'avrei visto bene rosa e peloso) e, mi par di capire, dobbiamo ringraziare lui (oltre alla Ikeda) se siamo tutti qui a leggere e scrivere.
Un ringraziamento particolare va a te invece, caro Gral, per le perle che ci regali, qualunque sia il genere tu decida di intraprendere (qualche pagina più in là sono stata talmente colpita dalla potenza di un tuo recente scritto che mi sono davvero sentita inadeguata a lasciare un commento). Sperando che tu e la tua magica penna torniate presto su questi lidi, un carissimo saluto (rigorosamente profumato di cannella;))
A presto

Recensore Master
18/08/21, ore 12:44

Mio caro Cavaliere, vi ritrovo in pieno spolvero, dopo aver letto la vostra “Dissolvenza” , pubblicata in altro settore, che tanto amaro in bocca mi ha lasciato, provando a farla mia, come spesso mi accade con gli scritti a cui mi accosto, e che mandano un certo tipo di messaggio, per la drammaticità della storia e che ho scorto in ogni singola parola, il cui concetto di fondo mi è girato in testa talmente tanto che ancora cerco di farmene una ragione.
Ma questo nuovo brano è semplicemente stupendo e accattivante. Un racconto corale, come so che a voi piace fare, nel rispolverare la vita di André Grandier, sotto un diverso punto di vista, facendo intervenire un nuovo personaggio, creato dalla vostra fervida immaginazione, al quale non possiamo non affezionarci, come tutti quelli che avete di vostra iniziativa inserito, di volta in volta, nelle storie con le quali avete allietato le ore di molti lettori, facendoci sorridere, arrabbiare, soffrire, e anelando un lieto fine, una continua ricerca di quella luce finale che tutto illumina, comprese le anime dei personaggi tutti che, per mano vostra, vivono di vita propria. E in più condividete con me il fine della creazione delle fanfiction, che sarebbe quello di poter dare una nuova occasione, qualche opportunità in più a personaggi che l’Autore che li ha creati, non ha concesso. Nel caso di Madame Ikeda, il suo lavoro si è votato, in puro stile giapponese, alla tragedia, trafiggendo il cuore di molti adolescenti del tempo, avendo la scappatoia però di poter ancora e nuovamente sognare, inventando universi alternativi, palcoscenici sempre nuovi e diversi sui quali farli muovere. Forse il desiderio è quello, non tanto recondito, di poterli trattenere ancora un po’ insieme a noi, e forse con il passare del tempo, o meglio con l’età che avanza, si percepisce il bisogno di avere qualcosa che culli la mente e il cuore e stemperi le ansie. E questo voi avete fatto ogni volta che la penna è stata stretta dalle vostra dita, e le parole e i pensieri hanno avuto la possibilità di essere espressi, mediante la vostra inconfondibile abilità di fine narratore, da Scrittore consumato, dal lessico colto ma fluido, per poter essere apprezzato da tutti coloro che si accostavano alle vostre opere.
Le vostre non sono mai state semplici storie, racconti tanto per passare il tempo; ognuno di loro ha lasciato nel lettore una emozione particolare, una sensazione che è diventata propria. Come le storie, difficile anche dimenticare certi personaggi nuovi che avete tratteggiato e che avete inserito, per fare da degno corollario ai protagonisti di questa storia che, fin tanto che esisteranno le fanfiction, e la fantasia e l’estro, saranno i punti cardinali da seguire, non ci stancheranno mai, anzi saremo sempre in pole position per abbeverare di bello e di buono la nostra mente avida di poter continuare ad abbracciare personaggi che sono entrati nel cuore divenendo quasi familiari, dei quali vorremmo poter conoscere di tutto e anche di più.
Uno sprone quindi per tutti gli autori che si cimentano nelle fanfiction per volare con la fantasia.
Anche questa volta, come mio solito, mi sono fatta prendere la mano, non tanto dalla storia in sé, che peraltro ho apprezzato moltissimo, con la quale ho sorriso e che mi ha lasciato un buon retrogusto in bocca, quanto per il messaggio che avete voluto veicolare e che è giunto forte e chiaro a questa e ai molti altri lettori e lettrici, i quali non attendono altro che le vostre penne proseguano il loro percorso narrativo, delineato dalla fantasia e dal cuore che l’Autore del momento imprimerà.
Non mi resta che porgervi un affettuoso saluto con un inchino alla vostra Arte.

Recensore Junior
18/08/21, ore 09:22

Caro Gral,
Perdonami se non sono in grado di esprimermi in maniera più profonda di un semplice, banale e scontato grazie. Vorrei riuscire a rivelare tutto quello che racchiude ma posso solo offrirtelo così, dal profondo del cuore.

Perché non è gentilezza ma onestà intellettuale la constatazione di un talento puro e limpido che va ben oltre la storia e gli splendidi personaggi che la fantasia di madame Ikeda ci ha regalato. 
Ed è un dono raro saper maneggiare registri stilistici così differenti pur mantenendo una profondità di significato tale da celare una lacrima dietro il sorriso, un brivido dietro l’ironia, una ricchezza linguistica fuori dal comune dietro i giochi di parole.
Leggerti equivale sempre ad essere lì assieme ai tuoi personaggi, a vederli, toccarli, viverli perché ce li hai donati e sono diventati parte di noi e io me li porterò sempre nel cuore, primo fra tutti il tuo pulcino, tra i pochi al mondo a possedere la Luce.

Qui sulla scia di un tuo componimento (tra i miei preferiti) ricalchi l’intera vita di Andre’ e di conseguenza di Oscar e dei personaggi che ne hanno incrociato e determinato l’esistenza. E lo fai stavolta tramite il suo demone, un personaggio, o meglio un’entità, se così si può definire, che appartiene solo alla tua penna e che proprio per questo è unico e geniale. Ci racconta di un Andre’ e di un amore che rasenta la perfezione - un incarico facile facile no? - ma è proprio nell’attimo in cui lui cede ai suoi istinti che diventa dannatamente vero, reale, umano. È questo attimo di debolezza che fa breccia nel muro impenetrabile che avvolge la vita di Oscar e la costringe ad uscire allo scoperto e a mettere a nudo la sua anima. Un unico gesto di ribellione capace di sconvolgere tutto e che la porterà a vivere la rivoluzione sia fuori che dentro di lei.
Insomma si possono costruire infiniti intrecci e finali ma senza di lui non ci sarebbe storia.

Lo ribadisco e confermo: questo demone mi è davvero simpatico.

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