Ciao, come ricorderai ho adorato Zihuatanejo quindi, mi sono "fiondata" quando ho letto di questo "spaccato" che mi riportava alla storia. E non mi hai delusa. E' vero. Se non leggi la "partenza", non puoi capire. Ma se ce l'hai ben presente, in mente e cuore, la capisci a pieno. Te la gusti a pieno.
Così assaporo le battute, l'ironia che diventa respiro nuovo, inatteso. Perchè Sam e Dean possono finalmente permettersi di respirare e di sorridere, senza il terrore di veder spazzata via ogni cosa. La vita non si è mai trattenuta dal tirare loro il tappeto sotto i piedi, lasciandoli a cercare di recuperare l’equilibrio perché non piombassero a terra, tentando al contempo di non trascinare nient’altro con sé (e mi pare un'immagine davvero singolare e azzeccata il riferirsi a oggetti reali, concreti: i soppramobili di Lisa, il cappello di Bobby...tutto in qualche modo "scivolato" via...).
C'è tutto. Tutto quello che mi piace "incontrare".
C'è il passato che ancora brucia, che è cicatrice, che è paura di perdere di nuovo ogni cosa faticosamente riconquistata. C' è il sospiro sofferto di Sam, quando si chiede cosa racconterà a suo figlio, contrapposta alla sicurezza di Dean che sa bene...cosa gli racconterà. Hanno vissuto il Male più profondo, quello che arriva da insospettabili Angeli che, nell'immaginario collettivo dovrebbero proteggere. E invece spesso annientano. Ma hanno conosciuto Castiel. E questo basta. Qualcuno proteggerà il piccolo Dean. Almeno uno.
Non puoi capire se non ti sei commossa per il travaglio interiore di Dean, la tenacia di Sam, la resilienza di entrambi. Invece qui tutto è "chiaro". Perchè già ti sei commossa e già hai pianto. La volontà di Dean di "regalare" una festa di compleanno a Sam. Il suo modo di coinvolgere il nipote. Lo scherzo, il gioco, i cartoni animati di cui Dean è diventato "esperto"...la voglia di recuperare il tempo perso, tra un'Apocalisse e l'altra che, magicamente, viene restituito attraverso gesti semplici come il "fare la lotta", con il suo piccolo omonimo.
Mi parli di famiglia, di foto sul frigorifero che raccontano, tra una calamita e l'altra, che la vita è proseguita, è andata avanti. E poi arriva ogni tanto la frase che riporta a "quel passato"..che ancora ti fa svegliare, in un bagno di sudore o che ti fa dire L’essere tutti vivi è un lusso enorme, non può fare a meno di pensarlo ogni mattina, ma è anche un lusso che non concede alcun diritto all’oblio.
E allora ci entro dentro (mi fai entrare dentro), in quella casa, in quella stanza,in quel salotto animato da voci che sono tornate a concedersi il privilegio di ridere. Sono con loro, in bilico tra ciò che è stato e ciò che, con coraggio, riappropriandosi del proprio destino, sono riusciti ad essere. Quando si esce dall'orrore non si può dimenticare, non ci può essere oblio ma c'è la sincera gratitudine per aver avuto una possibilità, per essere riusciti a riacciuffare la propria esistenza.
Questa storia non è una piccola cosa. Nasce dall'amore e dalla cura che hai messo nella "partenza". Li ho percepiti allora e li ho rivissuti qui.
Grazie ancora e scusa della recensione forse poco lucida e "organizzata". Ma volevo scrivere prima che il lavoro mi assorbisse totalmente. E, in questo periodo a volte le parole non sono così fluenti e precise come vorrei... purtroppo...ma alla fine, ciò che volevo dire, l'ho detto. E allora non aggiungo altro. Aspetto la prossima..."gestazione"!
Eclissidiluna
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