Recensioni per
Una casa di fumo
di _Il colore del vento_

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/02/22, ore 14:59

Ciao, cara ** arrivo a lasciarti due parole a questa storia che partecipa agli Oscar della Penna: non concorrevo in questa categoria quindi non so come tu sia andata ma la storia è validissima, come sempre scritta meravigliosamente e con una caratterizzazione inedita di Orion che mette i brividi e fa riflettere. Mi sento di dire che non voglio arrivare alla fine della mia vita, avendola subita come ha fatto lui, collezionando sogni e immaginando mondi, avventure, mai davvero affrontate o vite mai vissute. Interessantissima l'analisi di tutto il suo rapporto con i figli, in particolare con Sirius, che, al contrario del padre, ha avuto il coraggio di sfondare certe barriere, e lo ha lasciato ancora più solo e consapevole della propria inettitudine. Forse sarà un paragone molto azzardato ma mi ha fatto pensare tantissimo a Zeno, il personaggio de La coscienza di Zeno, bloccato dalla propria mediocrità.

Scusa se stavolta mi sono soffermata poco ma il tempo ultimamente è quello che è, sigh çç
ti mando un abbraccio grande e spero di rileggerti presto ♥
buon week end, cara!

Bennina

Recensore Master
25/12/21, ore 23:17

Io ho letto questa storia innumerevoli volte perché non ho parole per dirti quanto mi sia piaciuta. E in effetti le ho cercate a lungo per poterti scrivere una recensione sensata, che fosse meritevole di questo bellissimo ritratto di Orion Black in punto di morte. Mi ha colpito quest'uomo che si rifugia nei suoi mondi immaginari e tiene la realtà lontana da lui, resiste per tutta la vita ai tentativi della realtà di imporsi, di farsi presente, delegando ogni incombenza a Walburga, sentendo i figli come un fastidio che lo separa da ciò che ha a cuore, dalla sua immaginazione. Devo dire che mi ha fatto riflettere molto, perché capita di essere come Orion, soprattutto in questo periodo in cui la realtà è minacciosa, il futuro incerto e gli spiragli di luce si alternano a momenti di oscurità, di pensare di rifugiarsi nel mondo interiore, di immaginare cose che non possiamo fare, di sfiorare il mappamondo (o Google Maps) di fantasticare di vite che non possiamo vivere. Noi che poi a quelle fantasie diamo forma di parole e dedichiamo tempo, energie e spazio che altrimenti potrebbe essere vita, socialità, gesti concreti, ci rendono ben chiaro il bisogno di Orion di stare da solo, di tenere il resto della famiglia e del mondo fuori dalla soglia del proprio studio.
Eppure, alla fine la vita va avanti lo stesso e questa storia è la dimostrazione concreta del senso della frase di Silente "non vale la pena vivere nei sogni e dimenticarsi di vivere" perché quello che Orion si lascia alle spalle è solo fumo, sogni infranti e possibilità non colte. E mi dispiace che questo destino tu lo abbia riservato a un personaggio che amo, ma cionondimeno ti ringrazio, perché questo spaccato è stato meraviglioso e assolutamente plausibile.
Spero che leggerai queste parole sconclusionate domani, che magari ripensare a questa storia triste e malinconica la sera di Natale non è il massimo, ma si dice che le feste rendano un po' malinconici e io mi sono detta che sì, era arrivato il momento di togliere questa storia dall'elenco delle storie da recensire.
Tantissimi auguri di buon Natale, cara, è sempre un piacere immenso leggerti!
Sev

Recensore Master
16/11/21, ore 23:40

Ciao tesoro ❤
Quando arrivo sul tuo profilo so che devo sempre prendere un pacchetto di fazzoletti e tenerlo qui sulla scrivania accanto a me, perchè lo renderai necessario in pochi paragrafi. Ho salvato questa storia da un po', mi aspettava e oggi ho deciso di recuperare qualche arretrato. L'avevo segnata, ammetto, perché ho visto Sirius e Regulus tra i personaggi, ma sono rimasta sopresa (in positivo) e affascinata dal personaggio di Orion.
Lo ammetto, lo pratico poco e sono contenta che tu mi abbia dato lo spazio per provare ad apprezzarlo, per quanto i suoi difetti siano visibilissimi qui su carta. Prima di tutto, il difetto che più ho trovato pungente, è quello di essere stato padre senza essere stato padre. Ha messo al mondo due figli e non è mai stato capace di ascoltarli. Forse li ha immaginati, ha immaginato tanti mondi in cui stavano bene insieme, ma immaginare (l'ho capito sulla mia pelle) non è abbastanza. Quel giorno, quando Sirius si è richiuso in sé stesso ed è andato a giocare con la tenda, avrebbe dovuto dirglielo. Avrebbe dovuto ammettere che lo accetta così: a quel bimbo serve un po' di amore che qualcuno in quella casa faccia qualcosa perché io sono disperata çç. "Non riesco a essere come mi vuole lei" ero gonfia dal dolore, voglio che questo sia messo agli atti. Però Orion se ne sta zitto, forse gli dice che viene a riprenderlo dopo e lo lascia lì: senza il conforto di un genitore è naturale che Sirius scappi via e rompa il suo equilibrio. L'equilibrio che si è rotto: Walburga è tornata ad odiarlo, ora come non mai. Non ha fatto il padre e Sirius ha abbandonato la barca. Questa non la si può chiamare casa.
Rimane solo Regulus, che cerca di farsi strada tra i mondi che il padre immagina nel suo sogno, ma viene chiuso fuori: i libri vengono prestati, ma il tempo Orion non riesce a darlo a nessuno. Non è bravo ad esserci per gli altri e lo scopre quando è sul letto di morte, circondato da delle persone che non si è mai sforzato di conoscere da solo. Ma la frase che pronuncia alla fine a Regulus mi spezza il cuore. Vorrei che poi Regulus cercasse Sirius e glielo dicesse. Lo vorrei tanto.
Grazie per averla scritta: come al solito leggerti è una cosa deliziosa. Ti mando un abbraccio fortissimo,
Sia ❤

Recensore Master
08/10/21, ore 04:22

Ciao!
Inizio a scrivere questa recensione consapevole di non sapere bene cosa dirti. Ho appena concluso la lettura e la sola cosa che ho in mente è quanto mi sia piaciuto questo racconto.
Come è già accaduto in altre occasioni, trovo che i tuoi personaggi schiudano mondi estremamente vividi – è come se fossero finestre su idee e riflessioni prima ancora che personaggi, una particolarità che amo molto.
Il tuo Orion mi ha colpita molto, il cuore della sua caratterizzazione – questa staticità nella vita che lo porta paradossalmente a non vivere affatto – è amara quanto realistica. Ho visto nel tuo protagonista un sognatore, certo, ma anche un codardo, che rinuncia a priori a plasmare la propria realtà preferendole mondi irreali dove ogni azione, parola, respiro è misurata sulla sua sola volontà. D'altronde, lo chiarisci bene nella prima parte: Orion non ha mai saputo vivere assieme agli altri – variabili impazzite nei suoi disegni perfetti.
Ho trovato interessante la scelta di ambientare il racconto al tempo dei suoi ultimi istanti di vita, e ho apprezzato come questa scelta assuma un significato specifico man mano che il racconto prosegue, sino ad avere il peso di un macigno quando si arriva alla conclusione.
Ecco, credo che la conclusione mi abbia un po' spezzata. E non credo sia stato Orion a farlo, con le sue ultime parole che spera possano aggiustare qualcosa – aprire uno spiraglio nei silenzi di quella casa –, bensì il vuoto che si respira intorno a lui. Dall'assenza fisica di Sirius a quella emotiva di Regulus – taciturno, sconosciuto, forse già condannato – si tocca con mano l'inesistenza di questo nucleo familiare e il peso di averne fatto parte.
L'amicizia con Alphard l'ho trovata tragicomica nella maniera più amara possibile, perché è a metà tra il tragico e il comico che l'unica persona da cui Orion si sia sentito compreso è quel parente che Walburga cancellerà dall'albero genealogico; sembra quasi che il destino stesso si impegni a rimarcare la distanza incolmabile tra marito e moglie.
Un aspetto che mi ha colpita tanto è stato poi il ruolo di Sirius nella vita del tuo Orion. Con lui più che con Regulus e Walburga emerge la natura egoistica del personaggio, che mal giudica la fuga del figlio soprattutto perché lo trascina a forza nella realtà. È un passaggio di rara tristezza e trovo sia stata bravissima a far emergere la portata delle emozioni contrastanti vissute da Orion.
Sempre su Sirius, ho amato come lui sia in fin dei conti la sintesi dei genitori: idealista quanto il padre, vuole affermarsi nella vita vera quanto la madre. Sullo sfondo c'è poi Regulus, che sembra essere in potenza tutto ciò che è Sirius, ma in lui vincono i silenzi e il desiderio di essere apprezzato (emblematica la scena del piccolo Regulus che annuncia al padre assente di aver imparato a leggere).
Non sono sicura di aver colto tutte le sfumature di questo racconto, in compenso sono certa di non aver detto abbastanza in questa recensione, ma spero emerga quanto abbia apprezzato queste pagine, la caratterizzazione estremamente curata e umana di Orion, i personaggi che si muovono attorno a lui (i contrasti con Walburga mi sono parsi proprio inevitabili, emerge chiaro e tondo che lei e Orion abbiano due modi di stare al mondo diversissimi, direi quasi due mentalità opposte), la narrazione fluida che conquista sin dalla prima riga.
A proposito di quest'ultima, sarà che non ti leggo da tempo, ma ho trovato la tua scrittura ancora più matura di quanto ricordassi.
Insomma, tanti tanti complimenti, leggerti è sempre una bellissima esperienza.
Un abbraccio!