Partendo dal fatto che le Rufy/Robin non mi piacciono affatto, questa è scritta in modo così delicato e adorabilmente Rufy, che non potevo non commentarla. xD
(Robin ha i miei stessi librii *O*), detto ciò.
Questa è Rufy vero e proprio, nella sua ingenuità - ma diciamo anche genuinità - e semplicità. Io ho sempre pensato che lui, alla fine, avesse un pensiero semplice: mi piace fare una cosa, la faccio; voglio quello, lo prendo... non c'è una, non so, "barriera" di conformazione, buonsenso o anche di comprensione di tutte quelle regole sociali che ogni uomo "normale" dovrebbe avere.
Quindi, se Rufy ama guardare Robin leggere, lo farà sempre e se ama vederla sorridergli, lo farà ancora di più. La frase finale sembra "stupida" ma è tanto esplicativa. Primo, associare quella sensazione sonosciuta a qualcosa che conosce, e così elementare come la fame, è tipico dei bambini - e l'animo di Rufy è effettivamente puro come quello dei bambini, nonostante tutto. Poi è una costatazione così naturale, che non ti viene neanche da pensare che Rufy potrebbe riflettere sulla cosa; per lui c'è quella sensazione nel guardare Robin, quale sia il nome della sensazione o cosa sia, poco importa.
Questa recensione è davvero orribile mi sa, ma ho avuto un improvviso blocco da "come-mi-spiego?".
Questa l'ho adorata ancora di più e l'IC è purissimo! Ancora complimeeenti! |