Ho recuperato questa incredibile lettura, che si avrei dovuto bearmici ad Halloween. Ma per quelli come me, Halloween non finisce mai.
Ammetto di averla letta ben due volte, avevo bisogno di focalizzarmi su dei passaggi piuttosto duri e complessi (tanto di cappello).
Sinceramente, penso di non essere abbastanza ingamba da poter recensirti stavolta…le mie stupide e banalissime parole inquineranno sicuramente la complessità e bellezza di questa OS!
Innanzitutto, come hai ben detto, l’horror é un genere particolarmente difficile, se non che abusato dalla notte dei tempi, perciò creare dal nulla una situazione di questo tipo affatto scontata, con due personaggi altrettanti complessi e caratterialmente fedelissimi alla loro storia originale (non horror) è già di per sé uno dei migliori risultati possibili.
E proprio da questo proposito che voglio cominciare, facendoti dei complimenti sentiti per il character, sei stata attentissima e ad ogni battuta e reazione dei due amati protagonisti - e si vede - con un’attenzione per i dettagli che stavolta non è solo un fatto narrativo e descrittivo, ma proprio che parte da loro, dalla loro essenza più personale. Ho esultato di gioia per tutta la loro conversazione, perché ammetto che non me lo sarei aspettata in questo contesto, a causa della difficoltà della sfida. E invece, ho gioito, ho avuto i brividi in entrambi i momenti: nel primo incontro benevolo, e nel secondo in cui cercano di uccidersi. Hai realizzato un teatrino che mi ha ricordato loro ad ogni sguardo e frecciatina, nonostante il contesto e il tono orrorifico attorno. Questo per me ha già il massimo del valore.
Passando poi al resto, mi ripeterei a idolatrare il tuo talento da scrittrice, con descrizioni impeccabili, ma soprattutto suggestive, creando delle chiare immagini piene di atmosfera e angoscia. La tua è una scrittura alta, seppur tu pensi che ci sia ancora tanto da imparare - ma quello c’è sempre - ma il tuo talento non viene solo da questo. Una scrittura, per quanto buona, senza immaginazione, ossessione e passione non crea una storia come questa, dove i dettagli prendono forma per un motivo preciso, per quella voglia di mostrare una specifica visione in cui Zoro e Nami rientrano nel loro modo di essere.
C’è una struttura perfetta, con tanto di incidente scatenante avvenuto - chiamiamolo - OFF SCREEN, perciò la storia inizia già dentro l’azione, con tanto di mistero da risolvere che angustia gia dalle prime e minuziose descrizioni. Per seguire poi con la giusta proporzione degli eventi, il mistero che diventa più fitto, un protagonista eroe che diventa antieroe e il mostro che non è poi così mostruoso, come sigillato dentro una storia, una maledizione; il tutto passando continuamente dalla morte all’amore, dall’amore alla morte. Gli ingredienti ci sono tutti, e ogni genere letterario/cinematografico utilizza gli stessi stilemi continuamente creando sempre qualcosa di nuovo, così come hai saputo fare tu con una naturalezza impressionante.
Grazie per il finale, è stato meraviglioso, e ha smorzato quell’angoscia che mi stava facendo logorando. Con tanto di battuta apprezzatissima di Momo fatta a Zoro (io svengo per ste frecciate, lo sai).
L’horror ultimamente è approdato su un terriccio molto più umano e sentimentale che pauroso, ed è infatti quello che più preferisco, perciò non c’è necessariamente bisogno dello schermo per storie di questo tipo.
Complimentissimi, sei un talento speciale!
Robi
♥️ (Recensione modificata il 05/11/2021 - 08:31 pm) |