Recensioni per
Una scatola color carta da zucchero
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 124 recensioni.
Positive : 124
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
26/11/21, ore 00:11

Cara Sett.,
bellissimo questo tuo farci rivivere la sera dello strappo, -e le sensazioni della mattina dopo - dalla parte di André: non sempre ci si pensa, concentrati come siamo su Oscar e sugli effetti di quella rivelazione e di quella nottata sconvolgente su di lei, e sul suo equilibrio, ma anche André non deve essersi sentito troppo bene quella notte, e nemmeno la mattina dopo. Noi nell'anime lo vediamo comprensibilmente abbattuto, ma, tuttavia, controllato, mentre, nutrendo i piccioni, risponde al Generale che gli chiede che cosa passi per la testa di Oscar, o quando, a Versailles, la sta aspettando per aiutarla a montare a cavallo dopo la parata d'addio. Ma chi sa che cosa deve essergli passato per la testa! Per prima cosa, il senso di indegnità, come tu ben dici, che lo porta, una volta giunto nella sua stanza, "a farlo crollare ai piedi del suo letto, la testa tra le mani e gli occhi serrati con forza contro le ginocchia rannicchiate al petto. Non si era nemmeno sentito degno di sdraiarsi sulle coperte, o forse non voleva provare di nuovo quella sensazione, quella del materasso che si deforma sotto al suo peso". Una scena meravigliosamente triste, che hai saputo gestire con misura, come ti è proprio. Poi, la sensazione, la certezza, bruciante, di avere rovinato tutto: quel primo bacio, che doveva essere inizio e suggello del loro grande, grandissimo amore, e che André aveva immaginato in tanti momenti diversi, tutti teneri e romantici, aveva avuto luogo in una circostanza e in un momento tutti diversi. Tu ci porti nella sua testa, in cui passano e ripassano non i ricordi-magari!- , ma (tocco di finezza non da poco!) il ricordo delle sue fantasie: "Milioni di volte aveva immaginato il suo primo bacio con lei: d’inverno in una carrozza piccola; contro il tronco di un albero al termine di un duello; nella scuderia, nascosti tra i loro due cavalli; nel parco, nei giardini della reggia, sulla torre la notte; davanti al fuoco, in riva al mare con i pantaloni arrotolati al polpaccio e i capelli sulla faccia; in camera di lei vicino al pianoforte; sul terrazzino, al tavolo della colazione oppure appoggiati alla balaustra; in camera di lui, alla scrivania, oppure nascosti contro il fianco dell’armadio, o seduti sul suo letto; a Parigi su un ponte sulla Senna, in una stradina di Montmartre, al Café Procope scandalosamente in mezzo a una folla di avventori, contro un muro, nel tavolo più intimo di una taverna che conoscevano solo loro e dove andavano da ragazzi; a cavallo, ognuno sul suo mentre cavalcano vicini, oppure tutti e due sullo stesso cavallo; sull’erba, sulla paglia, sulla seta, insomma, ovunque, ovunque.
E tutte le volte, tutte le volte, in ogni sua fantasia, appena prima che le loro labbra si sfiorino, lei si illumina in un sorriso"."
Invece, è successo tutto in maniera imprevista, brutale, rabbiosa, come non doveva andare. E tu sottolinei molto bene che non è stato tanto un bacio dato per desiderio, per lussuria, tanto che Andrè nemmeno quasi se la ricorda la sensazione che gli hanno lasciato quelle labbra tanto desiderate, ma per rabbia, in seguito all'indifferenza, delusione, ira, che montano ad André in corpo per essere stato non tanto trascurato a vantaggio di un altro uomo (se Oscar gli avesse, per assurdo, confidato che Fersen la ricambiava, André si sarebbe ritirato in buon ordine: questo la dice lunga sulla sua grandezza umana e sulla profondità dei suoi sentimenti), ma che si è accumulata per aver visto Oscar crescere in quel modo, trascurare tutto quello che intimamente poteva renderlo felice, e poi vederla decidere di mandare tutto a rotoli e di negarsi tutto. E, non potendo farla risolvere a più miti consigli con le parole, magari davanti al camino, davanti a un bel fuoco scoppiettante ("Vuoi che ti spieghi la metafora?"..ma che metafora è più esplicita di due visi che quasi si toccano, di due cosce che si sfiorano...?), ecco quel bacio improvviso, con tutto quel che ne segue. Sei stata superlativa: un aggiornamento bellissimo, grazie di cuore!
D.
(Recensione modificata il 26/11/2021 - 08:54 am)

Recensore Master
26/11/21, ore 00:08

Bellissimo capitolo, cara Sett! Mi è piaciuto ancor più del precedente, perchè è difficile scavare nei pensieri di Andrè, dopo il famoso epilogo dell' ep.28. E tu ci sei riuscita talmente bene... con questa specie di rew mentale, di nastro che si riavvolge fino al punto di rottura, quello che davvero ha colpito il suo cuore, come una freccia avvelenata, quel "Ora che ho deciso di vivere come un uomo". Ed è bello quando gli fai pensare ad altre possibilità, tipo essere ricambiata da Fersen, che pur determinando un addio tra loro, non avrebbero scatenato quella rabbia. Così come mi è piaciuto molto che tu abbia sottolineato l'assenza di vero piacere, di libido, in quello che è successo: ha sognato per anni il loro primo bacio (che carrellata stupenda di situazioni hai descritto) ed ora non ricorda nulla di quello che le ha imposto, come non ricorda la bellezza del suo seno o del contatto col corpo di lei.  Anche l'aspetto della mancanza di reazione di Oscar è stato da te analizzato e descritto in modo magistrale...leggevo e pensavo "E' vero, Oscar non reagisce come saprebbe fare..." e la speigazione che dai è assolutamente IC. Ma neanche la Ikeda saprebbe analizzare così i suoi personaggi!
E poi, come dopo un temporale, tutto si ricompone: Andrè mette insieme i pezzi e lo ritroviamo, con quella calma ritrovata e quella passività voluta, fuori dalla reggia con le briglie di Caesar tra le mani.
Che altro posso dirti! Non vedo l'ora di scoprire come farai proseguire questa storia. Sei anche veloce negli aggiornamenti (chapeau!)
Grande, grandissima!  
Che bello...vado a rileggerlo!

Recensore Veterano
25/11/21, ore 22:38

Cara settembre, il tuo stile è davvero bello. Ammiro enormemente voi scrittori/scrittrici che riuscite a dare forma a un’idea. A raccontare situazioni e sentimenti.
A volte mi mettete addosso la voglia di provare a scrivere qualcosa ma di certo le uova marce me le risparmierei 😄 E allora preferisco continuare a leggere voi, che tante emozioni ci regalate.
Capitolo molto bello dove si scava nel dolore del nostro Andrè.
Sono molto curiosa di vedere come farai evolvere le cose tra di loro da questo punto in poi.
Immagino però che prima arriverà la proposta di Girodelle.
Un saluto

Recensore Veterano
25/11/21, ore 22:08

I miei complimenti per questo secondo capitolo, altrettanto bello come il primo, dove hai descritto minuziosamente le riflessioni di André nella sua introspezione, tra ricordi di infanzia e amarezza della sera precedente, nella paura di affrontare nuovamente il suo tarlo più insidioso cioè la paura di perdere oscar.

Originale il dialogo tra lui e l'attendente di Girodelle.

Molto bello, i miei complimenti!

Recensore Junior
25/11/21, ore 20:40

Ciao Settembre,
complimenti per questo nuovo capitolo: il punto di vista di Andrè....
Finalmente svelato il perchè del titolo...
Mi piacciono questi flash-back: Andrè che rimembra alcuni episodi di quando erano bambini oppure alcuni momenti particolari della sua vita con Oscar....Ma soprattutto ho amato la frase " Lui ne fa collezione dei suoi sorrisi "....L'amore che nutre Andrè per Oscar è immenso, sempre un passo indietro a lei mai troppo lontano e mai troppo vicino...Almeno sino a quella fatidica notte...Ed ora stanno per reincontrarsi anche se il tempo è stato breve ma mai così dilatato per Andrè...Mai così lontani come ora.....Mi chiedo cosa accadrà...Se ne andrà di nuovo in Normandia lasciandolo così nell'attesa che di lui non ne ha davvero più bisogno??? Aspetto con ansia il seguito...

Recensore Veterano
25/11/21, ore 19:01

Complimenti Settembre,
scrivi benissimo. Sei entrato/a benissimo nella testa di Andrè. Che non può tornare indietro, perchè ormai il fatto si è compiuto. Ma se quella sera non avesse ceduto al dolore ed alla disperazione indotta dalla prospettiva di separarsi da Oscar, se Andrè l'avesse invitata a sedersi davanti al camino ed avesse fatto ricorso ad una metafora, (come fai ipotizzare al tuo Andrè), le cose si sarebbero evolute in meglio? Credo di no, la terapia è stata una terapia d'urto, ma forse ha aperto nuovi orizzonti di consapevolezza. Aggiorna presto!

Recensore Master
22/11/21, ore 09:45

Ciao settembre17. Mi fa piacere tornare a commentare una tua storia. Quando ho letto, all'inizio del capitolo, che nell'organizzare cerimonie di classe Girodelle non abbia rivali ho pensato che è proprio così. Ho ben immaginato Oscar avviarsi alla parata, con quanto accaduto la sera prima nel suo cuore. Ho sorriso nel leggere di Victor che si è sentito divino, un prescelto, un eletto. Emblematico quanto scritto delle mani di Oscar, riguardo le quali ho riflettuto. Mi è piaciuto quanto scritto di Victor e poi troviamo André. Significativa la ripetizione di "lei e lui " e "lui e lei." Nel finale è presente quella scatola, titolo della storia, con il suo significato. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 22/11/2021 - 09:47 am)

Recensore Junior
21/11/21, ore 00:32

“La verità è negli occhi di chi guarda”……
Perché in fondo la verità Oscar l’aveva sempre avuta davanti, ma i suoi occhi erano incapaci di vederla. Nello specchio non si era mai soffermata a guardare il suo aspetto, le sue mani: mani da pianista, mani da spadaccina, mani di donna. Oscar vedeva riflessa solo la sua strada già tracciata; quella di un ufficiale al servizio di sua maestà, di un soldato consacrato al dovere, alla lealtà e all’abnegazione di se’. E allora non poteva non rimanere abbagliata da una verità - l’amore di Andre’ - che ha l’energia e il calore accecante e dirompente del sole. Proprio Andre’ il cui unico scopo nella vita era proteggerla, l’ha costretta a guardare quel sole riflesso nello specchio e Oscar inizialmente può solo chiudere gli occhi per non rimanerne offesa. Occhi che riaprirà gradualmente, occhi nuovi in grado di leggere finalmente i sentimenti di chi le è accanto e soprattutto i suoi.
Hai descritto, con profondità e delicatezza tipiche della tua capacità introspettiva, una Oscar che tenta di continuare a non vedere rimanendo ancorata ad un mondo che si appresta a lasciare, nonostante tutto, con nostalgia e malinconia. E hai descritto senza falsa ironia le speranze di un Girodelle che vede nel turbamento di Oscar un sentimento che è solo frutto del suo desiderio.

Leggerti mi regala sempre una forte emozione e so che non mancherai di regalarmene ancora nel proseguo di questa storia così tua eppure così immersa nei caratteri di questi splendidi personaggi.

Recensore Veterano
19/11/21, ore 11:14

Io arrivo con il fuso orario di Marte (periodaccio!) ma sono felicissima di ritrovarti con una nuova storia caratterizzata dal tuo stile pulito e accurato, che avvolge i personaggi in una carezza. Decisamente originale questo approccio al temutissimo ep. 28, partendo dal 29. Un'introspezione che guarda al passato recente (solo poche ore prima) in cui più si cerca di allontanare un pensiero, più esso torna prepotente. Perchè il suo protagonista è " forza immobile, rovere ben piantato a terra", senza la quale ci si renderà conto di non poter vivere, nonostante gli abbagli della vita.
"Carta da zucchero" è uno dei miei colori preferiti, come lo è già diventata questa storia. Complimenti, davvero.
Ti abbraccio forte e a presto (sul serio ;-))

Recensore Veterano
18/11/21, ore 13:21

Carissima Settembre17,
che meraviglia ritrovarti con una nuova storia pubblicata nientepopodimeno che il 17 novembre. Le tue condivisioni hanno un carattere a dir poco rituale.
Mi ha fatto molto piacere leggere la tua personale visione dei fatti immediatamente successivi al “fattaccio”, momento fondamentale all’interno dell’anime, a partire dal quale si gettano le basi per la Rivoluzione della mente e del cuore.
L’Ode di Pindaro è perfetta nel suo messaggio: da un episodio negativo come quello dello strappo è derivato un bene profondo, una nuova consapevolezza che, diversamente, non ci sarebbe stata. André le ha rivelato tutta la verità, ha scostato il Velo di Maya, ma nella maniera sbagliata (e di questo avrà sempre il rimorso. Anche se, data la profonda prostrazione di quel momento, non me la sento di accusarlo).
La tua Oscar, sconvolta per i fatti della notte precedente, indossa la sua divisa rossa/armatura (e si sente già meglio) per recarsi alla sua festa di commiato. Apprezzo molto il fatto che hai dato voce alla malinconia a alla nostalgia nei confronti delle persone e dei luoghi che ha frequentato quotidianamente nel corso degli ultimi vent’anni. Nell’anime non si accenna minimamente a questa cosa, ma è umano che Oscar abbia provato tali sentimenti, per quanto risoluta nella sua decisione di abbandonare l’incarico di comandante delle guardie reali.
Il tuo Girodelle, precisino e con la sua voce un po’ nasale, è davvero lui!  
Oscar, per non dare voce ai pensieri martellanti, si fa assorbire dai festeggiamenti ed è più estroversa del solito. Il povero Girodelle, già cotto come una pera, crede di essere ricambiato, mal interpretando il suo entusiasmo e il suo turbamento (povero Giro’!).
Ma vogliamo parlare delle mani?! Oscar prima d’ora non le ha mai paragonate a quelle di nessun altro uomo (appaiono grandi solo a confronto di quelle di altre donne: della Regina o di Rosalie). Per la prima volta, attraverso le sue mani, realizza la sua diversità e non più tornare indietro.
Ha descritto magistralmente la burrasca di sentimenti che agita il cuore della nostra beniamina: da una parte è furiosa e biasima André per il suo gesto e le sue parole; dall’altra non può non volergli un gran bene per i loro trascorsi. Ho amato particolarmente questo punto:

Sapeva che lui era fuori ad aspettarla. A reggere le briglie del suo cavallo. L’aveva fatto ogni giorno, per quasi vent’anni: non sarebbe certo mancato l’ultimo. Nemmeno dopo quello che era successo. Lo conosceva bene, lei. Avrebbe potuto scrivere un trattato sull’ostinazione di André Grandier”.

Ma quanto amore inconsapevole c’è già in queste parole?!
Il ricordo finale del gioco dello specchio durante l’infanzia richiama in maniera geniale il suo percorso sotto il porticato, tra un alternarsi di Luce e Ombra (pensa un po'), alla fine del quale la aspetta André.
Non vedo l’ora di leggere il seguito e sono molto felice del fatto che ti sei sentita pronta per percorrere una strada tutta tua. In bocca al lupo per questo viaggio! Io ci sarò.
Un forte abbraccio e spero a presto,
G88

Recensore Master
18/11/21, ore 11:54

André, col suo gesto scriteriato, ha distrutto in un attimo anni ed anni di bei momenti passati assieme ad Oscar, e financo la vita e la dignità di lei: le resta solo la sua forza.. ma il suo animo piagato - da Fersen prima, da André poi - la porterà inesorabilmente verso la tisi e la fine. Complimenti per l'apparizione del discendente di Athos.

Recensore Veterano
18/11/21, ore 09:58

Complimenti settembre17, questo primo capitolo di "una scatola color carta da zucchero" mi è piaciuto veramente tanto. È incredibile come sei riuscita a rendere reali e credibili i pensieri di Oscar, si percepiva tutta l'intensità trattenuta del suo tormento. L'ho sentita vera in ogni singolo istante ed ho avvertito proprio visivamente le sue emozioni e il suo stato d'animo. Ogni espressione e ogni sguardo velato da quel ricordo indelebile. Un punto di svolta nella sua vita e quell'amicizia perduta che già sta mutando, come le loro vite. Bravissima!

Recensore Veterano
18/11/21, ore 08:33

Che dire...una vera perla. Se questo è l'inizio, non oso immaginare il seguito, ché già non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo.
Hai descritto meravigliosamente la presa di consapevolezza di sé stessi ( di Oscar e Girodelle) giocando in modo magistrale con ricordi, riflessi, sguardi e mani.
Tutto questo partendo da un punto della storia mai ( se non sbaglio) preso in considerazione, la parata d'addio, a cui si accenna solo nell'anime. Tu invece l'hai dipinto come se ti trovassi lì! Bravissima!
C'è poi da dire che il tuo stile di scrittura mi ha lasciata piacevolmente sorpresa, tanto da essere arrivata alla fine del capitolo e dire : " ma come, è già finito???!!!" Hai un modo di indagare il sentire dei vari personaggi davvero elegante e profondo, il tutto giocando tra ricordi improvvisi, apparentemente slegati dal momento in cui riaffiorano alla mente del personaggio, e il presente .
Bellissimo, una perla come già detto.
Ora attendo di leggere André e del suo animo, la mattina dopo lo strappo.
A presto...spero davvero molto presto!
Buona giornata a te!

Recensore Master
18/11/21, ore 00:11

Magistrale, cara Settembre, magistrale.
Giochi di specchi, di riflessi del sole su superfici polite, abbagli, giochi di prospettiva.
La prospettiva falsata di Girodelle, che crede - lui! - di essere oggetto dello sguardo quasi smarrito di quella strana donna che ha imparato ad amare e desiderare.
La prospettiva falsata di Oscar, perché quando guardiamo solo noi, intensamente noi, non lo vediamo, non lo realizziamo quanto piccole e bianche e delicate siano quelle mani che crediamo mani forti, capaci di abbracciare e spezzare il mondo.
L'illusione che l'immergersi totalmente nel presente, nella parata, nel ricevimento d'addio, cancelli il ricordo penoso del cedimento della sera precedente.
La prospettiva di André che sa, lui, che uno specchio serve anche per catturare il sole.
Aspetto il seguito, ora. E presto-.
Grazie, davvero bellissimo: c'è solo da imparare da te.
D.
PS.
Carta da zucchero è il colore del mio abito preferito, ed è il colore della mia casa. UN ABBRACCIO
(Recensione modificata il 19/11/2021 - 11:57 am)

Recensore Veterano
17/11/21, ore 23:25

Davvero originale, questo racconto dettagliatamente introspettivo, tra momenti di dialogo e riflessioni sul passato, Oscar che pensa allo strappo della sera prima e il giorno dopo, come se nulla fosse successo, salutare Girodelle con il sorriso smagliante.

Ma il tarlo della dichiarazione respinta di André di fa sentire: durante la passeggiata verso l'uscita, i pensieri si aggrovigliano. Ripensa alle scene della sera prima, mescolate ai ricordi di quell'infanzia con lui che ormai non si ripeterà più.

Simpatico e originale il flashback con la sorella di Oscar, e l'associazione del gioco dello specchio con i raggi del sole insidiosi del colonnato, quando nella famosa scena dell'ep. 29, si trova André davanti e gli rivela che preferisce dimenticare.

Molto originale, i miei complimenti!