Cara Futeki,
arrivo a recensire questo bellissimo regalo, anche se con quasi 24 ore di ritardo, pronta a commuovermi di nuovo. Non c'è molto di triste in questa storia, solo molta introspezione, ma non so spiegare quanto è bello rivedere i propri personaggi preferiti, dipinti proprio come te li immagini. Così hai fatto, hai preso i Neville e i Pansy che amo tanto, che ti ho quasi forzato ad amare, e li hai dipinti su carta, con pennellate nette, decise, senza esitazioni. Si sente che mi hai letto, che mi hai ascoltato, e lo trovo bellissimo.
Ma parto dal titolo, che poi un po' riassume tutta la storia. Perchè questa è un'intervista, un'intervista di Pansy a Neville, di Pansy a se stessa, e perchè no, anche di Neville a Pansy. Lasciati dire che è geniale il modo in cui li fai avvicinare, mi piace proprio, perchè ricalca i miei headcanon senza prendere in prestito le idee che ho su di loro. Veramente, non avevo pensato mai a Neville che fa una grande scoperta e Pansy che va a intervistarlo, ma avrei potuto pensarla, capisci che intendo?
Quindi, inizia la storia con un'analisi di Pansy verso se stessa, un'analisi che ci accompagnerà per tutta la OS. E dall'altra parte, dalla parte sinistra del testo, procede la narrazione, e vanno di pari passo con elegante gentilezza, come ad accompagnare il lettore.
Ho amato, davvero amato, come Pansy rimanga rigida per la maggior parte del testo, cercando di abbracciare quegli ideali che le inculcavano da bambina. Lo chiama Paciock, come sempre l'ha chiamato, ma quasi come se fosse un estraneo che vede per la prima volta. Ma non è la prima volta che lo vede e questo fa la differenza. Quindi Neville cerca di farsi chiamare per nome, ed è dolcissimo, proprio da lui. Lei sembra quella stronza e fredda, è lei a fare l'intervista e porre le domande, ma è lui che conduce il gioco.
[...] le venne in mente che no, non avevano frequentato la stessa scuola per tutti e sette gli anni, perché durante l’ultimo lei aveva vissuto come una privilegiata, mentre lui si era battuto per ideali che lei non aveva neanche compreso, non finché qualcun altro non aveva vinto quella guerra anche per lei.
Questa frase è una stoccata tra i denti, fa proprio male, perchè anche qui: ne abbiamo parlato mille volte, di come l'opposizione a scuola nell'ultimo anno tra Neville e Pansy sia qualcosa che mi interessa moltissimo.
E poi si inizia a parlare della Mimbulus Mimbletonia, ed è qui che sempre si fanno più chiari i paragoni tra la pianta e Pansy. Probabilmente Neville non lo fa volontariamente, ma noi sappiamo che tu sì, perchè è proprio quello che ci lasci intendere quando parli di una difesa che non è letale ma è efficace, una pianta che ha una certa apparenza, magari sgradevole, ma che nasconde altro dentro. E parallelamente, l'intervista di Pansy si fa ancora più fitta, ancora più acuta, ancora più dolorosa. Si sente letta dentro, Pansy, che non si sente mai veramente capita da nessuno, che si è sentita intoccabile per tanti anni, ma ha iniziato fin troppo a mettersi in discussione. Dopo la guerra.
Perchè si trova lì, d'altra parte? Cosa l'ha spinta? L'ambizione? Ma è una giornalista già brava (e ho notato come Neville già lo sapesse. Seguiva la sua carriera senza dirlo?), allora perchè? Perchè una scoperta ulteriore sulla Mimbulus Mimbletonia potrebbe renderla una migliore giornalista? Forse è solo una scusa, una scusa perchè vorrebbe solo essere una migliore persona, e perchè non confrontandosi con quello che da tutti è dipinto come eroe? Ma Neville non si sente un eroe, e non si accorge nemmeno di come appare, con quella gentilezza disarmante con cui la legge.
Paciock è cambiato, non è più impacciato, ma resta IC nella tua caratterizzazione, perchè è sempre più sicuro di sè, ma una sicurezza che non è mai boria, che non lede a nessuno. Sta lì, Neville, sicuro di chi è o quanto meno di chi vuole essere, mentre Pansy vacilla su quella sedia di legno, e tenta di leggerlo mentre si legge.
La parte che mi ha colpita più di tutti, da tutti i punti di vista. Stilisticamente, prima di tutto, le domande in corsivo di Pansy e la narrazione si fanno più serrate, più brevi e quindi più efficaci a livello visivo. Ma anche perchè da una parte Pansy ricorda quante volte è scappata per paura, e dall'altra invece la vediamo accettare di rivedere Neville, così dimostrando che sì è cambiata, anche se sembra essere la stessa. Come la Mimbulus Mimbletonia che fa fuoriuscire puzzalinfa (non veleno, mai veleno), ma in realtà ha un'infinità di priorità positive e utili.
"Sì."
Alla fine Pansy accetta, perchè Neville non ha nessuna donna, nessun uomo, anche se s'imbarazza a parlare della sua vita privata. Perchè forse, lo voleva sapere un po' anche lei.
Futeki, ho amato questa storia in ogni sua parte, e il fatto che sia "mia" è la cosa che mi piace di più. Va veloce veloce tra le preferite, in modo da poterla rileggere ogni volta che vorrò sentirmi avvolta dalla cosa più vicina a un tuo abbraccio.
Già sai quanto ci tengo.
Grazie, ancora
Mati |