Ciaooooooo!
Allora, io non so se questa impressione sia frutto della mia fantasia o dell'orario, ma dopo circa una decina di righe ho esclamato: "Ma io questa storia l'ho già letta!". Ho visto che l'avevi pubblicata nel 2014 con un vecchio account (se posso chiedere, come ti chiamavi? Magari mi torna in mente qualcosa XD), ed era un periodo in cui ero molto attiva sul sito, quindi chissà, forse non mi sto drogando del tutto XD Mentre leggevo mi sono riaffiorati alla mente i due protagonisti, di cui non ricordavo i dettagli, ma che comunque mi hanno lasciato subito un senso di familiarità. Quindi già questo ha contribuito a farmi leggere questa storia col sorriso sulle labbra, oltre al fatto che l'ho trovata molto tenera e per certi versi intima.
Mi piace il fatto che all'inizio tu abbia descritto Clelia e Riccardo come due anime solitarie, che hanno smesso di contare sugli altri. Ho percepito molto bene la solitudine di entrambi, che paradossalmente, però, li ha portati a essere aperti a nuove conoscenze, forse col pensiero che tanto non avevano niente da perdere in quanto a rapporti umani, e quindi tanto valeva buttarsi.
Fin da subito si dimostrano un po' acidelli l'uno con l'altra, eppure nessuno dei due sembra disturbato da questo fatto, un aspetto che ho trovato tenero perché mi ha dato l'idea che questi due fossero un po' anime gemelle, non necessariamente in senso romantico, ma un po' come se fossero due unicità in grado di incastrarsi alla perfezione. Per esempio, un dettaglio che mi ha fatto tanto sorridere è quando entrambi dichiarano di non sopportare i rispettivi nomignoli, eppure entrambi li usano ed entrambi li tollerano, ma ho come l'impressione che se a farlo fosse stato qualcun altro si sarebbero irritati, e pure tanto.
Piano piano la loro solitudine lascia però il passo a quella condivisione che deriva da un rapporto non forzato, che scorre senza intoppi, senza forzature - nessuno dei due ha obblighi nei confronti dell'altro, si incontrano se il destino lo vorrà, anche se chiaramente, col passare del tempo, entrambi sperano di incontrarsi per qualcosa di più di una casualità.
Penso che entrambi abbiano percepito la crescita così naturale e inaspettata di questo rapporto, un rapporto molto intimo e diretto, scoperchiato da qualunque sovrastruttura sociale, capace di parlare più al cuore che alla testa. E date queste premesse non potevano che ispirarsi nella loro arte ed essere l'uno la Musa dell'altro, dando a entrambi la possibilità di ritrovare quella passione perduta e che acquisisce una nuova prospettiva grazie al loro incontro.
E son proprio contenta che alla fine il loro rapporto riesca a fare quel passettino in avanti, anche se credo che in realtà ciò che li lega sia già molto più profondo di un bacio, come dicevo ho avuto proprio la sensazione che fossero anime gemelle.
Una storia che mi ha lasciato proprio col sorriso sulle labbra, le anime solitarie che si incontrano mi piacciono sempre tanto, quindi senza volere hai centrato proprio uno dei miei temi preferiti! E poi mi piace anche il messaggio di speranza che trasmetti, perché quante volte ci siamo ritrovati bloccati nella nostra ispirazione, pensando di non avere più niente da dire? E invece a volte basta solo cambiare aria, o persone, o luoghi per ritrovare quel guizzo di creatività per produrre ancora. A volte penso che sia un passaggio obbligato, d'altronde la mancanza di ispirazione può essere sinonimo di qualcosa che non ci soddisfa, quindi la si può vedere anche come uno stimolo a reinventarsi.
Concludo con i miei più sentiti complimenti, scrivi davvero bene <3
Alla prossima,
Simona |