Quanto mi fa strano, tornare ad utilizzare il box recensioni. Erano due, forse tre anni che non lo facevo... ma non potevo esimermi dal commentare questa piccola perla.
Ciao Moon, bentrovata e bentornata. È un mix di sensazioni strane, quello che mi accompagna mentre scrivo queste righe: malinconia, contentezza, nostalgia, piacere, commozione. Sei sempre stata brava e capace nel toccare le corde giuste dei tuoi lettori, che tu stia scrivendo una storia originale di 50 capitoli o una one shot, come questa.
C'è tanto qui, sebbene possa sembrare un qualcosa di frivolo, leggero. Volutamente frivolo e leggero, perchè il periodo in cui l'hai ambientata ti consente anche questo: non dover costruire chissà quale trama, quale complesso background della storia, perciò risulta godibile e piacevole anche e soprattutto perchè non è impegnativa. Ciò non la rende, ovviamente, superficiale.
C'è un ragazzino undicenne, ribelle, affascinato da un mondo che l'ha sempre incuriosito, probabilmente in cui trovava rifugio dal proprio, troppo severo e oscuro.
C'è il fratellino minore, più mite, sensibile, plasmabile secondo i dettami e l'ideologia imposti da Walburga Black, spaventato da ciò che gli veniva mostrato e chiesto di fare.
C'è una madre severa, arcigna, priva di sensibilità, compassione, gentilezza ma attenta solo alle apparenze e al conservare il buon nome della famiglia.
C'è una ragazza adolescente, in procinto di sposarsi con il primo capitato che pare avere tutti i requisiti richiesti per essere considerato un partito accettabile, strana, dal carattere imprevedibile e la follia negli occhi e nei gesti, che fatica a reprimere.
E poi c'è un momento spensierato, un attimo di normalità fra i due fratelli, in cui riescono a sentire la sintonia e l'affetto, sulle note di una canzoncina che qualsiasi bambino babbano dell'epoca (ma anche di oggi) conosce e non può far a meno di canticchiare. Azzeccatissima.
Crudelia De Mon, Crudelia De Mon... farebbe pau-ura perfino a un leo-on. Al sol vederla muori d'appren-sioon! Crudeliaaa, Crudeliaaa…
Menzione d'onore per questa scena, che ho immaginato in ogni dettaglio e mi ha fatto davvero ridere un sacco "cinguettò a voce alta l’altezzosa ventenne mollando mantello, cappello e borsa sopra il servizievole Kreacher, sotterrato così da metri di stoffa ed aggrappato all'ingombrante portaombelli alto quanto lui". Povero Kreacher.
Grazie per averci regalato questo gioiellino. Spero di leggerti prestissimo, di nuovo.
Un grande abbraccio,
Ellie
|