Ciao!
Posso dirlo? Che dolore, che immenso dolore! Questa storia fa male esattamente come la prima, la seconda, la terza volta che l’ho letta. Ti confesso che se ci fossero stati due Bonus Sangio, uno sarebbe andato senza ombra di dubbio a questa storia, perché è semplicemente meravigliosa e spaccacuore, nel modo più semplice e assoluto che esista. Trovo intanto che la canzone che hai scelto di utilizzare si adatti perfettamente al testo e che i tuoi protagonisti siano tutti raccontati in modo assolutamente OC. Sarà che sono debole (debolissima) per Remus, per i Remadora, per tutti i racconti che riguardano la sua infanzia di lupo mannaro, ma questo mi ha catturata fin dalla primissima riga. Trovo calzantissima la scelta di raccontare questo bambino sommerso da un’improvviso olfatto da lupo, che arriva a catturare tutti gli odori che prima passavano inosservati, con precisione quasi chirurgica; in particolare, quello primordiale, inspiegabile e impalpabile, della paura – fatto di sudore freddo, ormoni, tremiti, preoccupazione che esala dal fiato e dalla pelle. Ho amato l’immagine di questo odore che gli rimane attaccato sulla lingua come una piuma di zucchero, a descrivere quest’immagine feroce – quasi qualcosa che ti fa mancare il respiro – con una metafora tanto “dolce” e infantile. Ho amato poi che ogni persona, per lui, abbia un odore preciso e riconoscibile, che sappia dargli il suo preciso aroma. Sarà che io, in primis, sono una persona che “vive col naso”: gli odori sono una parte importantissima della mia vita, del mio relazionarmi con gli altri, ed è verissimo che l’odore di una persona, di un luogo, possono fartelo più sentire casa di molte altre cose. È una cosa di istinto, primordiale, che non puoi controllare. Penso che l’olfatto sia il senso meno ingannevole e più affascinante, che va dritto al centro del cervello e dei ricordi. E con i sensi da lupo sempre all’erta, anche per Remus non poteva che essere lo stesso.
Mi è piaciuta moltissimo quindi la carrellata degli eventi della sua vita raccontata con un odore preciso: la felicità di aver trovato degli amici veri, della fiducia, che sa di terra in un aprile pieno di eccitazione e calore; l’odore di muffa, stantio e abbandono, quando si è ritrovato solo, vagabondo della vita, in mezzo ad un mondo che festeggiava la sua vittoria; incenso misto a labdano di Sirius… è così poetica la sua descrizione. Ah, sono troppo debole pure per Sirius! E poi di nuovo la solitudine e poi infine Dora. Il sapore salino della sua pelle mutevole. E poi lei che lo raggiunge ad Hogwarts: sono particolarmente affezionata a questa parte di storia, tanto che avrei voluto che la Rowling ce la raccontasse di più. Ma forse è meglio così: così che ognuna possa rivedere ed immaginare la fine che avrebbe voluto per loro due, le loro ultime parole, la felicità di incontrarsi in un mondo che sembra sul punto di finire ma che, grazie anche al loro sacrificio, sopravviverà. Ho amato l’idea di una piccola Dora che si innamora già in fotografia di Remus e che decide di sposarlo. Conoscendola, avrà scelto quello col sorriso più schivo e lo sguardo più buono: perché anche lei è sempre andata oltre tutte le apparenze, visto che per lei l’apparenza non è nulla, visto che sa bene quanto può essere mutevole e ingannevole. Serve quello che resta sotto. E per quello che resta sotto si fanno promesse di matrimonio e si combattono le guerre. Sono felice che l’ultimo odore che lui abbia sentito non sia quello della paura che ha accompagnato tutta la sua vita ma quello dolciastro della speranza.
Poi vabbè, con la parte finale mi hai definitivamente triturato il cuore. PEEVES. Santo Merlino, si può piangere per un Poltergeist? Madonna, ho riletto la scena un sacco di volte e ogni volta è davvero sempre più commovente. Perché anche nella morte vincono le risate e quelle nate tra quelle mura grazie ai Malandrini e ai loro eredi, Fred e George, non rimarranno dimenticate. Non da Peeves, quantomeno, che aveva già giurato ai gemelli di portare avanti la loro eredità. Poi sul Lago Nero, tutti quei visi amici: Lily che accoglie Fred con il materno amore con cui Molly ha accolto Harry nella sua casa, Ted, James e Sirius… tutte le gioie della sua vita che compaiono e, anche se impalpabili, gli ricordano che amare è sempre la scelta giusta e chi è stato amato non verrà dimenticato. Immagino che poco più lontano, in disparte, a festeggiare la vittoria della guerra, ci sia anche Silente: lui che ha sacrificato la sua vita per porre fine al dominio di Voldemort, per trovare la chiave per farlo, che ha sempre ripetuto ad Harry quanto importante sia la potenza dell’amore. Immagino vedere quegli abbracci e capire davvero l’importanza di quelle parole e come, in vari modi, ognuno di loro abbia insegnato ad Harry quanto può cambiare il mondo. Immagino poi che Remus lanci uno sguardo anche a lui: se ha avuto quello che ha avuto, è perché in primis un Preside illuminato ha accolto un lupo mannaro nella sua scuola e ha piantato un Platano Picchiatore per proteggerlo. Il resto è storia!
Ti ringrazio per questa meravigliosa lettura. Davvero. Vola anche tra le preferite, non so perché non ce l’abbia messa prima, e bravissima, di cuore!
A presto, un abbraccio forte 🤍 |