Cara Dorabella,
un Natale, quello del 1789, particolare e doloroso per questi due uomini che tu hai fatto incontrare per condividere un comune sentire: l’affetto di un padre che non era riuscito a mostrarlo più efficacemente a quella sua figlia soldato, tanto amata e rimpianta ora che il tempo era scaduto, e l’uomo che l’aveva sempre ammirata e alla quale aveva obbedito praticamente per una vita intera.
Non è più epoca di festeggiamenti in questa Parigi dove la Rivoluzione ha preso piede e dove la nobiltà tutta aveva cominciato a disperdersi e ad allontanarsi dalla reggia per paura di ritorsioni dai parte dei rivoltosi.
Il grande palazzo dei Jarjayes ora è più solitario che mai, anche perché il generale ha obbligato sua moglie Marguerite a riparare in Svizzera per essere certo di salvaguardarne la vita, ma il prezzo che doveva pagare era ora una profonda solitudine, soprattutto da quando anche la cara vecchia Nanny, una mattina dell’estate appena passata, si era addormentata per non risvegliarsi più, ma con un sorriso impresso sul volto, certamente lieta per aver raggiunto quelli che sempre aveva considerato i suoi bambini.
Girodelle sempre elegante nel suo aplomb è fermo insieme al padre di Oscar di fronte al quadro che la ritrae come Marte e che lascia sempre interdetto chiunque si ponga in attenta osservazione.
Girodelle, per mantenere saldo il ricordo di colei che aveva sperato, in un passato neanche troppo lontano, potesse diventare sua moglie, ha trafugato un piccolo ritratto di Oscar, che tiene religiosamente chiuso in uno degli armadi di casa e ogni tanto lo rimira quasi riuscisse a stabilire un contatto con il soggetto dipinto per continuare un muto discorso solo fra di loro.
Il rammarico del generale è profondo e ancora ribadisce a Girodelle che se si fosse imposto maggiormente a sua figlia, costringendola a sposarlo, forse sarebbe ancora viva, ma Victor sa che in quella eventualità Oscar certamente non sarebbe stata felice, poiché il punto forte di Oscar era sempre stato il coraggio delle sue scelte e quella non lo sarebbe stata.
Anche questa volta hai eseguito, a parole, un perfetto ritratto di questi due uomini, i quali a diverso titolo, sono stati fondamentali nella vita di Oscar e nelle scelte che lei ha operato durante il corso della sua vita e di cui tutti e due sono stati testimoni oculari.
Pennellate gentili e forti al contempo per portare anche il lettore a percepire il sentire di quei due uomini così simili e così condannati alla solitudine del cuore.
Un affettuoso saluto, Dorabella, e, sapendo quanto non ami questa festività, ti auguro solo e sempre un buon proseguimento per tutto ciò che ti sta a cuore.
A presto! |