Ciao^^
niente lavoro, niente soldi, tre fratelli minori e la madre in stato vegetativo in ospedale. In effetti, si capisce perché ogni tanto ad Artin venga la tentazione di fare come Mario, che beve, si ubriaca e per un po' non pensa alle sue disgrazie.
Probabilmente da una parte sarebbe facile fare così, ma dall'altra, per una persona come Artin, sarebbe probabilmente molto più difficile.
Una struttura di personalità come la sua soffre molto di più nel non fare che nel fare, anche se a vuoto. Cerca lavori ovunque, anche i più umili, sopporta ogni umiliazione, ma almeno ha la consapevolezza di aver fatto tutto ciò che è umanamente possibile.
Dispensa sorrisi a tutti, in omaggio agli insegnamenti della madre. Una madre assente eppure presente, allo stesso tempo persona fisica che giace in ospedale e ricordo lontano come di persona molto amata ma perduta per sempre. Il reparto ospedaliero dove le fa visita è già una specie di mausoleo silenzioso, popolato di ombre, che però gli è diventatioun luogo familiare, nel quale ha una sua collocazione e un suo ruolo.
Questo primo capitolo ci descrive una situazione altamente instabile, e altamente a rischio di drastici peggioramenti. Sono curioso di vedere come evolverà.
Come sempre complimenti, a presto! |