Ciao Roberto,
come sempre le tue poesie mi incuriosiscono anche se, per trovare il loro significato più recondito, occorre ben più di una lettura, parlando per me stessa, in quanto spesso sono ermetiche e possono dare adito a diverse interpretazioni, le quali, magari, si discostano dal pensiero tuo di base.
Questa volta il termine “vinile” mi ha fatto meditare pensando in che rapporto fosse con il resto dei versi. Ma alla fine mi è parso di cogliere una invocazione nel desiderare di essere stretto in un abbraccio al fine di non sentirti straziato dalle tante cose che ti capitano intorno e che risulta simile all’ascolto della melodia sprigionata da un violino che potremmo ascoltare su un disco in vinile.
Inutile ingaggiare guerre sia con i Demoni, che hanno ben altri nemici da combattere, che con la tua controparte quando la vedi ancheggiare venendoti incontro e abbattendo ogni tua difesa.
Inutile andare avanti ad oltranza quando senti la stanchezza coglierti e magari aprire persino un abisso sotto di te: l’unico lenimento sta tutto in quell’abbraccio, che tu definisci sottile, ma che pare l’unico a poterti risollevare l’animo.
Sicuramente sarò andata ampiamente fuori tema anche questa volta, ma le parole mi hanno suggerito questi pensieri a cui, certamente, tu darai le opportune spiegazioni.
E’ sempre una piacevole sfida per me cercare di interpretare i tuoi versi.
Un caro saluto e a risentirci prossimamente. Elena |