Ciao, mia carissima Star^^
Ma è arrivato Natale in anticipo e non me ne sono accorta? La mia autrice preferita di tematiche belliche mi ha dedicato una storia sui marines!!! **
Ti chiedo ancora scusa per il ritardo con cui ti lascio il mio parere, cercavo il momento adatto per organizzare i pensieri che ho raccolto giorni fa. ❤️
Ho davvero la percezione che tu riesca sempre a superarti, sia per i contesti narrativi che svisceri sia per la suggestività delle immagini che descrivi.
Il contesto della giugla - insieme all'introduzione che hai scritto per la storia - preannuncia già scenari piuttosto tosti per i soldati che sono chiamati a viverli, devono dimostrare di avere una forza di sopravvivenza notevole circondati da nemici non solo umani. Nella giungla si verifica una selezione naturale, vige la regola del più forte, i marines che stanziato in quel territorio sono tenuti ad adottare questa mentalità selvaggia per riuscire a non soccombere ai pericoli.
I tuoi marines - in particolar modo il protagonista - sembrano essersi abituati molto bene a quelle zone impervie, sono diventati un tutt'uno con l'ambiente, si sono allontanati dalla civiltà.
In questo scenario così selvaggio, i soldati non dimenticano la vita che hanno vissuto prima di arruolarsi, che uomini sono stati in passato nella sensibilità con cui affrontano le difficoltà dei propri simili. In questo senso ho apprezzato molto la sensibilità di Phil nei confronti di quel giovanissimo soldato spaventato e ancora di più il fatto che lo associ ad un affetto lontano.
La descrizione della battaglia aerea che si svolge sotto gli occhi del marine ha affascinato anche me. Sei riuscita a mostrarcela attraverso la sua prospettiva e ho avuto la percezione di trovarmi su quella spiaggia con lui a seguire la scena.
C'è eroismo e coraggio nelle azioni dei piloti. La priorità di quegli uomini è primeggiare, l'unica altra scelta possibile è la morte, piuttosto di vivere nella vergogna di una cocente sconfitta.
Tornando alle condizioni inumane dell'isola, la follia è una conseguenza logica e questo rende le azioni pericolose; non ci sono più regole, tutto diventa concesso contro il nemico, l'unica e sola regola è annientarlo in tutti i modi che si conoscono. I soldati diventano più votati ad uccidere, diventano avidi e crudeli, sembrano quasi pirati senza morale che non si pongono alcun problema a scempiare i cadaveri.
Nell'ordinario di queste pratiche, il tuo protagonista continua a distinguersi dal resto dei compagni, sembra non perdere l'umanità degli uomini che giungono dalla civiltà e che - in teoria - dovrebbero provare empatia nei riguardi dei loro simili.
Non è facile tenere alto l'umore in condizioni così estreme, sono quindi comuni pensieri catastrofisti per la loro incolumità, d'altronde si trovano dispersi nell'oceano e alle loro spalle hanno lasciato sogni e vite spezzati dal conflitto. Nelle loro divise il loro unico obiettivo si riduce a uccidere i nemici e a difendersi da essi, questo pensiero tiene in vita la mente quando il corpo in quelle condizioni malsane sta ormai deperendo.
La natura stessa si rivolta contro di loro. Gli animali feroci li costringono a guardarsi di continuo le spalle e i violenti fenomeni atmosferici rallentano le loro operazioni militari.
Per quanto il malessere fisico stia debilitando Phil e lo stia rallentando, non manca affatto di forza di volontà. Rimasto solo nel mezzo di uno scontro a fuoco, non sono solo le condizioni fisiche a tormentarlo, anche la mente colpita dalla febbre inizia a giocargli brutti scherzi riproponendogli un rimorso che si porta dentro e che sembra offrirgli la giusta tenacia per non arrendersi agli eventi.
Alla fine Phil non sarà più solo a battersi contro i soldati giapponesi, ma in condizioni di vita o di morte anche lui è costretto a cedere alla crudeltà umana.
A questo punto della narrazione, ho ritrovato tutto quello a cui accennavo prima. Hai descritto una foresta molto realistica e suggestiva, mi sono venuti i brividi. La stessa cosa vale per le atrocità commesse dagli uomini: cadaveri appesi e torturati per estorcere informazioni, vendette e indifferenza per le sofferenze.
In questi scritti emerge sempre la bellezza e la profondità dei tuoi racconti: per ogni forza armata di cui ci racconti metti in evidenza luci e ombre.
Ho trovato sia un dettaglio originale la questione del cerchio rosso come richiamo al Giappone, diventa per i soldati americani il simbolo del nemico ma allo stesso tempo salvezza quando viene associato al tramonto del sole e al sopraggiungere dell'oscurità.
In conclusione, mi piace molto anche l'aesthetic che hai creato, rende davvero molto bene le atmosfere del racconto.
Egregia come sempre. ❤️❤❤
A presto!
Un forte abbraccio,
Vale (sempre tua affezionata lettrice) |