Recensioni per
28 luglio 1943
di Fiore di Giada

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
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Nuovo recensore
14/03/24, ore 05:26

Sublime carme sulle scie di una storia che tuttavia non andrebbe mai dimenticata, un episodio storico passato all'oblio come nulla e di cui varrebbe espressamente la pena parlarne, andrebbe conosciuto e più a fondo. Tutti i libri di storia parlano di fatti successi in passato ma non tutti traspaiono in realtà e chi l'ha detto che anche tra questi omessi non ce ne siano degli altrettanto importanti o se non addirittura di più? Io conosco bene la tragedia provenendo inoltre da una terra non poi così lontana da quella e dalla stessa guerra che tuttora grida e incombe, le stesse campagne urlano ancora vendetta. I campi e il mare tuttavia non smettono ancora di farlo, è come se la terra fosse stata uccisa, continua a esserlo e non solo nella memoria del posto ma anche dell'aria tuttora sporca. Lurida non solo per quello che ha visto all'epoca ma anche per quel che vede tuttora. Ho conosciuto bene la storia bellica sul bombardamento della mia vicina Bari, io sono di Lecce e anche gli uliveti del circondario di qui hanno tastato gli stessi odori. Pochi giorni addietro, era la mattina del 2 luglio c'era una festa patronale nel paesino vicino alla mia casa. La gente quel mattino si godeva paciosamente la fiera dopo improvvisamente il caos. All'incirca se non addirittura precisamente, erano le 11 antimeridiane del 2 luglio 1943. Lo ripeto, pure e lo farei ancora. Me lo raccontò mio nonno che assistette dalla sua graziella in lontananza, sembrava un film ma era realtà, non poi così assurda e questo lo credo ma neppure per noi che stiamo assistendo a dinamiche non poi chissà quanto distanti da quelle. Pedalando per le mulattiere agresti, udì un rumore improvviso. Egli, tuttavia, non conosceva assai di quel borghetto a due passi dalla provincia barocca. Non sapeva neppure che quel giorno vi era una festa patronale in corso quando assistette a tale scena. Certo, per quanto l'Italia in guerra fosse ancora accanto ai paesi dell'Asse e contro gli Alleati, non poteva mai immaginare che la battaglia giungeva fin lì, un paesino sperduto tra interminabili vigneti, alberi da fico a pochi passi dallo ionio e dall'adriatico ma comunque sterminato al punto tale da non apparire neppure su una dettagliatissima cartina geopolitico-militare. Così, pensò a dei fuochi d'artificio e quindi spinto dalla curiosità si arrestò per qualche istante o forse più a godersi lo scenario che in men che non si dica non era proprio quel che immaginava. Come poteva mai farlo? Tergiversò parecchio, poi, corse al riparo. Certo, che il mio nonno paterno fosse stato un temerario non era del tutto sbagliato. Quel che il cielo a quel dunque mostrava non era alcuna esibizione ludica nè tanto meno pirotecnica come quelle a cui assistiamo negli ultimi anni per via delle frecce tricolore che si formano nella non poi così distante Galatina dritti verso l'adiacente Gallipoli per poi trafficare lì per lì lungo tutta la costiera che ne costeggia l'ex provincia romana. Quello a cui assistette era un vero e proprio bombardamento, dei B-24 americani detti in dialetto locale "li tiralettu" disseminarono il loro carico per le distese prima d'allora incontaminate della piana salentina. Il bersaglio in realtà fu aldilà della campagna di mio nonno ma anche al di là del paese prima festoso e ora infuriato. L'impatto avvenne dopo Salice e prima di San Pancrazio, nel pieno della terra dell'Arneo. Ora, che ci facevano quegli americani lì? Quella zona non la conosceva nessuno e loro si? Non c'era assolutamente nulla e soprattutto allora, ne siamo proprio sicuri? Perchè a pochi passi da lì e all'uscita dell'ultimo paese sopra citato c'era un piccolo aeroporto locale che all'epoca ovviamente, da alleati nostri quali erano, fungeva da posto di blocco nazista. Mio padre aveva capito che era per questioni di vita o di morte, invece la verità è proprio questa. C'era persino un mio compaesano morto da eroe tra i cieli dell'adriatico, un altro aviatore come loro. Fa uno strano effetto parlare di cose simili quando tutto questo è tornato, ogni cosa mi riporta qui e ovunque mi girassi. É proprio vero che è sempre rimasto il mondo di Oppenheimer quello in cui viviamo noi. Ora so anche quella di Bari, in mare ci fu proprio una carneficina. Complimenti!
(Recensione modificata il 14/03/2024 - 05:31 am)
(Recensione modificata il 14/03/2024 - 05:36 am)