Ciao Fuuma!
Finalmente riesco a ritagliarmi un po’ di tempo per dire quanto abbia amato queste drabble. Non mi aspettavo di vederti in questo fandom – non mi aspettavo che drabble tanto belle potessero nascere nello spazio irrisorio di minuti (correzioni a parte) – quindi sono doppiamente felice e stupita di leggerle e di trovarle qua. Te lo ripeto ogni volta ma ogni volta è sempre più vero, quindi eccomi a ribadirlo: tu fai magie. Con le parole fai vere e proprie magie. Hai un modo così musicale, puntuale, di scegliere parole che abbiano suoni che si mescolano in bocca e, allo stesso tempo, immagini incisive che sono frutto di un dettaglio, eppure raccontano un’intera storia. Così come la mano sul tettuccio di Crowley, vuota della mancanza di Aziraphale (ho amato questa frase: “C’era un angelo tra le sue mani, capelli di neve, occhi di panna e cuore di burro”), vuota di tutto ciò che lo definiva, lo rendeva umano come umano non è un angelo (guance soffici e papillon, in primis). Poi ho letteralmente adorato la seconda drabble: la descrizione della libreria che si allinea a quella dei sentimenti di Aziraphale, la descrizione di Crowley che accendeva stelle negli occhi e nove in petto, il termine tormenta che ritorna e non è solo un agente atmosferico, è la sensazione in cui la mancanza ha scagliato entrambi, è Crowley che la cavalca, è Aziraphale che la ricorda insieme a denti che sono tentazione e veleno. Ma la cosa che ho amato più di tutto è che, nonostante la distanza, l’addio, i perdoni forzati non c’è mai rabbia uno per l’altro, mai rancore. Solo una struggente, addolcita, nostalgia. Perché Azi è una luce che non può essere adombrata, è purezza. Crowley è un meraviglioso subbuglio in cui il perdono è solo forzato, mimato, non necessario. Ho adorato la neve che si mescola allo zucchero a velo per il ritorno di Azi (lo metterà sulle sue amate crepe?) e Crowley che non tentenna, nemmeno un attimo. Lo perdona. Senza se e senza ma. E chi ferisce e chi è pronto al perdono sono ruoli interscambiabili, che si invertono, confini che seimila anni hanno fatto labili. Poi questa frase: “Nel buio d’inverno, la voce del demone brilla come la coda di una stella cadente” mi ha fatta sciogliere e, se la sposto, dietro ci sei tu, in tutta la tua bravura, in tutta la tua immaginazione meravigliosa e affastellata. Non la adombra nemmeno l’happy ending di cui tutto l’universo aveva bisogno! 🤍
Bravissima, davvero. È sempre bellissimo e fonte di ispirazione costante leggerti. Fai bene al cuore! |