Leggerti è stato come fare una bella cavalcata (anzi, una cammellata) a rotta di collo per un arido deserto berbero, alla ricerca di oasi e di miraggi, tra musica (capolavoro: "fatto di paradossi e, / fatto, supero questi dossi") e scossoni. A volte ho desiderato rallentare, immergermi in un'atmosfera più interiore, ma poi, avvolto come te nel sicuro mantello dell'autoironia, mi sono sforzato di starti dietro, cercando di vederti come un saggio tuareg esperto della vita. Il volto coperto dalla tagelmust tinta nell'indaco di seduzioni culinarie. |