Ehi ciao,
sono ALya97 .
Sono sempre stata attratta dalla mitologia greca come miti e racconti, e sì, anch'io so di questo mito .
Il linguaggio è scorrevole e hai fatto percepire le emozioni di Mirra, il suo costante amore carnale per il padre , dovuto ad Afrodite : certo che gli dei combinano pasticci e li fanno combinare soltanto perché non possono essere toccati dai mortali .
Si legge con attenzione perché fai opportuni stacchi fra un paragrafo e l'altro, rendendo la lettura più leggera - nonostante il tema affrontato - .
La grammatica è ottima, non ho trovato errori. Si vede che ti sei immedesimata e hai scritto come se davvero Mirra esistesse.
Il tuo racconto è colmo degli spasimi di un amore impossibile, ossessivo e compulsivo, che la fa addirittura digiunare . Il senso di prostrazione di un amore ossessivo, malato e fuori dagli schemi è ben aggregato a ciò che Mirra farebbe, non dovuto da lei ma dalla dea Afrodite, e dal suo ossessivo pensiero di soddisfare un desiderio incestuoso .
Avevo già letto di questo mito su Wikipedia e sul web , e ne sono rimasta sconvolta , l'ennesima prova che chissà cosa pensassero i Greci di temi delicati e certamente fuori dal comune .
Mi sono soffermata sulla tua storia perché ne ho lette alcune, ma la tua mi ha affascinato proprio perché è come se si sentisse viva Mirra, dilaniata dall'amore cocente per il suo stesso padre .
Il racconto può anche completarsi così, ma vorrei tanto la reazione di Cencreide o quantomeno, che cosa farebbe Cinira - magari che Mirra fugga dal palazzo scoperta dalla madre e venisse trasformata in albero - .
Non ho capito l'ultima scena: cioè, Mirra sta fantasticando che suo padre stia facendo consapevolmente con lei ,
oppure il padre sta facendo davvero con lei nel racconto ?
Perché hai scritto : " (...) Mirra poteva dirsi felice: suo padre le stava dedicando la carezza, mortale sì, più passionale che potesse esistere (...) "
e poi : " (...) Doveva accontentarsi di quelle ultime fantasie deliranti: sarebbe morta vergine, e per opera del suo stesso padre (...) " .
Forse l'hai messo apposta per far nascere il dubbio ma va bene così.
Però la costruzione è coerente, segue un suo corso, anche se fa rabbrividire la punizione. Anche perché c'è da dire : ma che fine ha fatto Cinira dopo aver inseguito la figlia per ucciderla ed averne aperto la corteccia - secondo alcune versioni - ? Anche la moglie Cencreide
- se non sbaglio il nome - che sarà successo dopo ?
Mi auguro che la recensione ti piaccia, perché è positivissima e penso davvero ciò che sto scrivendo. |