Recensioni per
Empietà.
di Jason_Trth Hrtz

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
12/04/24, ore 12:36
Cap. 1:

Ehi ciao,
sono ALya97 .

Sono sempre stata attratta dalla mitologia greca come miti e racconti, e sì, anch'io so di questo mito .

Il linguaggio è scorrevole e hai fatto percepire le emozioni di Mirra, il suo costante amore carnale per il padre , dovuto ad Afrodite : certo che gli dei combinano pasticci e li fanno combinare soltanto perché non possono essere toccati dai mortali .
Si legge con attenzione perché fai opportuni stacchi fra un paragrafo e l'altro, rendendo la lettura più leggera - nonostante il tema affrontato - .

La grammatica è ottima, non ho trovato errori. Si vede che ti sei immedesimata e hai scritto come se davvero Mirra esistesse.

Il tuo racconto è colmo degli spasimi di un amore impossibile, ossessivo e compulsivo, che la fa addirittura digiunare . Il senso di prostrazione di un amore ossessivo, malato e fuori dagli schemi è ben aggregato a ciò che Mirra farebbe, non dovuto da lei ma dalla dea Afrodite, e dal suo ossessivo pensiero di soddisfare un desiderio incestuoso .

Avevo già letto di questo mito su Wikipedia e sul web , e ne sono rimasta sconvolta , l'ennesima prova che chissà cosa pensassero i Greci di temi delicati e certamente fuori dal comune .

Mi sono soffermata sulla tua storia perché ne ho lette alcune, ma la tua mi ha affascinato proprio perché è come se si sentisse viva Mirra, dilaniata dall'amore cocente per il suo stesso padre .

Il racconto può anche completarsi così, ma vorrei tanto la reazione di Cencreide o quantomeno, che cosa farebbe Cinira - magari che Mirra fugga dal palazzo scoperta dalla madre e venisse trasformata in albero - .

Non ho capito l'ultima scena: cioè, Mirra sta fantasticando che suo padre stia facendo consapevolmente con lei ,
oppure il padre sta facendo davvero con lei nel racconto ?

Perché hai scritto : " (...) Mirra poteva dirsi felice: suo padre le stava dedicando la carezza, mortale sì, più passionale che potesse esistere (...) "

e poi : " (...) Doveva accontentarsi di quelle ultime fantasie deliranti: sarebbe morta vergine, e per opera del suo stesso padre (...) " .

Forse l'hai messo apposta per far nascere il dubbio ma va bene così.

Però la costruzione è coerente, segue un suo corso, anche se fa rabbrividire la punizione. Anche perché c'è da dire : ma che fine ha fatto Cinira dopo aver inseguito la figlia per ucciderla ed averne aperto la corteccia - secondo alcune versioni - ? Anche la moglie Cencreide
- se non sbaglio il nome - che sarà successo dopo ?

Mi auguro che la recensione ti piaccia, perché è positivissima e penso davvero ciò che sto scrivendo.

Recensore Junior
09/01/24, ore 00:44
Cap. 1:

Hai scelto davvero un tema difficile e penso che tu abbia fatto un buon lavoro. Anzitutto ho molto apprezzato i precisi riferimenti di ambientazione, ma anche il linguaggio che ha scelto, il cui ritmo riproduce un po' quello epico, impersonale, privo di collocazione nel mondo reale. Anche il fatto che la parte emotiva non emerga con preponderanza rispetto alla narrazione pura lo considero un pregio, perché questa storia, con un carico emozionale sopra, sarebbe sicuramente risultata disturbante.
Invece resta sospesa, appunto in questo limbo mitologico fuori dallo spazio e del tempo, che permette di astrarsi e sospendere il giudizio morale, lasciandosi guidare dalla narrazione.
Penso che la mitologia ti si addica molto, mi ha fatto davvero piacere leggere questa storia.