Recensioni per
Non chiamiamoli haiku, ma raccolta di piccoli e scarni pensieri
di kamony

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
19/02/24, ore 20:33
Cap. 2:

Ehilà 😘
Questa breve poesia è così bella e profonda. Immagino la luna come un volto che dal cielo ci guarda e cerca una bella coppietta per passarsi il tempo. Ed ecco che trova due innamorati e, con la luce argentata proveniente dai suoi occhi, li spia mentre si sbaciucchiano
Veramente molto bella, mi piace questa tua idea, spero tanto che continuerai questa raccolta 😊
Complimenti stellina ✨!

Recensore Master
19/10/23, ore 10:53
Cap. 2:

Ciao Kamony,
provo a cimentarmi nel commentare qualche haiku, sperando di non fare i miei soliti panegirici e, in particolare, di dare un senso compiuto alle tue parole.
Questo colpisce per il soggetto preso in esame: la Luna, che diviene delizia per gli scrittori, e soprattutto pura ispirazione per i poeti, relativamente alle emozioni che è capace di regalare semplicemente osservandola.
L’argomento è forse inflazionato ma c’è chi riesce a donare alla Luna una vita propria. Infatti, in queste stringate righe, essa diviene la protagonista, in quanto agisce spiando silenziosa quei due amanti in vena di effusioni, che, suppongo, sotto il lucore dell’astro, abbiano tutto un altro sapore.
Ecco allora che essa, anche come soggetto inanimato e immobile, funge da deus ex machina e si gode curiosa l’idilliaco incontro avendo creato le condizioni adatte.
E’ sempre piacevole, nonché interessante, leggere le varie interpretazioni che uno stesso argomento è in grado di suscitare, sia in chi scrive che in chi legge, poiché arricchisce entrambi.
Complimenti e un saluto.

Recensore Master
03/10/23, ore 07:29
Cap. 2:

Ti stai cacciando in un ginepraio, cara kamony: hai deciso di far poesia rinunciando alla moltitudine delle parole e alla musicalità della metrica.
Eppure hai in Ungaretti un eccellente modello. E poi, metti sapientemente le mani avanti sia nel titolo (perché "ermetici", però?) che nel tuo lungo prologo, o disclaimer, o sproloquio, che dir si voglia.

Personalmente adoro il genere, perché richiede notevole impegno e capacità di sintesi, e perché si adatta molto bene all'essenza stessa dell'ispirazione: un fugace momento di realtà aumentata, un frammentario avvicinarsi di orizzonti lontani. Il lettore è obbligato a soffermarsi e a completare con la fantasia la stringatezza delle parole.

E, sempre personalmente, trovo che l'"esercizio di sintesi" sia stato svolto magnificamente in questo caso.
Qui oltretutto hai scelto un soggetto particolarmente trito e ritrito, dunque difficile!
Eppure mi è piaciuta quell'immagine di una luna tutt'altro che distaccata, anzi un po' guardona, un po' complice e stimolante - ma sempre discreta -, che sovrasta i due amanti un po' esibizionisti, visto che hanno il tempo di accorgersi di quella desiderata presenza.

P.S. È praticamente impossibile riprodurre lo schema metrico 5-7-5 di un haiku, perché la metrica giapponese si basa sulla "mora", non sulla sillaba come la metrica italiana. Dunque non sei la sola a non riuscirci! E nessuno, qui, è poeta. Probabilmente, i poeti sono una razza estinta :)