Ciao Vale,
non ricordo di aver mai letto una descrizione così “estremizzata” delle piccole manie del bel conte Victor Clement de Girodelle. Ci hai rimandato, pertanto, un ritratto del piccolo mondo in cui si muove, nel quale si trova a suo agio, e che altro non è che l’apoteosi della vanità.
Hai riportato con attenzione al dettaglio, proprio come Victor avrebbe amato, la sua propensione per la bellezza che riscontrava nei tessuti, rincorrendo, fino alla follia, l’ultimo pizzo più prezioso. Per non parlare della sua folta e fluente chioma, di cui andava particolarmente fiero, e che curava tanto da usare tutti gli artifici a disposizione.
Certamente si sarebbe scontrato, in una eventuale vita in comune, con un tipo serioso come la nostra Oscar, poco avvezza e, soprattutto, poco amante della superficialità in tutte le sue forme, moda in primis, di cui non conosceva i dettami, se non forse il “color pulce”, che andava tanto in voga in quel periodo, per averglielo menzionato André!
Se il matrimonio avesse dovuto andare in porto, il bel Victor avrebbe avuto davvero vita grama, come sosteneva la sua apprensiva e gelosa madre, la quale cercava di ostacolare i disegni del marito, disperato per avere un figlio che aveva atteggiamenti non propriamente da soldato.
Questa volta sei stata sottilmente fantasiosa e ironica. Un caro saluto. |
