Cara Giorgia, innanzitutto perdonami per il ritardo con cui ti lascio la recensione. Mi copro il capo di cenere...
Allora, di tutto il pezzo, la cosa che mi ha colpita di più è indubbiamente l'atmosfera. E non parlo dell'atmosfera carica di afrori che certamente c'è nello spogliatoio, ma della sensazione che mi è arrivata, leggendo, di vivere esattamente quei momenti filtrati dalla coscienza di Tobio. Non so come spiegarlo, ma ho percepito una sottile malinconia, quasi una stretta al cuore dall'inizio del capitolo. Come se lui fosse completamente immerso in una sostanza viscosa in movimento, che è la sua quotidianità, ma ne fosse allo stesso tempo estraneo, al di fuori. Ha un pensiero per ciascuno dei suoi compagni, è vigile, vede tutto, ma ogni dettaglio è come se gli scivolasse via, non lo toccasse davvero, lo guardasse e non lo sentisse. Forse è solo la mia visione distorta, ma l'immagine della scia arancione in costante movimento che è Hinata, rafforza questa sensazione, come se il mondo così com'è gli stia sfuggendo di mano, eppure ne sia già completamente inghiottito, senza saperlo. Quasi fosse un comprimario nella storia che porta il suo nome. Questa sensazione permea -per me- il capitolo dall'inizio alla fine (con sua risoluzione) e me lo ha fatto amare.
Il mondo che gira attorno a Tobio (dalle conversazioni sulla fine del mondo, alle interazioni che lui è perfettamente in grado di seguire e comprendere che si svolgono attorno a lui) è lì, ma è come se non fosse lì, perché forse è il suo stesso "io" a essere già proiettato altrove. O meglio: rimasto incastrato altrove.
Credo che questa frase: "Forse è stato ingenuo pensare che il silenzio e lo sguardo gelido che gli aveva riservato fossero sufficienti a metterlo a tacere o a tenerlo a distanza come era sempre stato prima con i compagni di squadra delle medie. Con lui, purtroppo, quel trattamento non funziona." sia esemplificativa di quello che intendo. In qualche modo lui si sente sfasato rispetto all'attuale realtà che vive e la sua adolescenza -evoluzione, crescita, sblocco- dovrà riguardare proprio questo. L'autopercezione di dove si trovi, della realtà differente da quella che gli è rimasta radicata addosso dalle scuole medie e contro cui (o verso cui) deve relazionarsi.
E' molto chiaro il discorso della sua attuale estraneità alla situazione in cui si muove, secondo me, per il fatto che nemmeno ricordi i nomi di tutti i suoi compagni. Viglio dire... siamo quasi alle Nazionali, è un pezzettino ora che ce li hai intorno, no? In questo dettaglio, vedo "il Re" con corona, mantello e scettro, stop.
Ma è un re prossimo a vacillare...
L'argomento di discussione sulla fine del mondo: ecco, io non lo so se è voluto, ma credo che ci sia una correlazione tra questa fine del mondo e la fine del mondo di Re Tobio. Tutto sta per crollare, il vetro che lo separa dal resto della sua realtà, quasi fosse fuori (o dentro) all'acquario in osservazione, sta per spaccarsi, presto anche lui respirerà davvero la stessa aria satura di emozioni (non puzzo, emozioni) degli altri e allora il passaggio sarà completato.
La prima grande crepa si forma appena escono dallo spogliatoio e Hinata gli domanda di parlare di lui sul suo diario della pallavolo. Perché cavolo dovrebbe parlare di un altro, nelle sue cose personali!? Ma il dubbio si insinua tra i pensieri di superiorità di Tobio quando gli viene sbattuta in faccia una considerazione talmente ovvia, quanto detonante: "…Perché?! Come sarebbe: perché?! Perché IO sono il tuo partner, siamo IO e TE il “Duo bislacco” del Karasuno!"
E' in questo momento che il Re sente di non essere più solo, ma di appartenere a qualcosa? Arriva in questo istante la picconata? Il pensiero latente che soppianterà il suo masochistico, ignaro, tranquillizzante senso di onnipotenza e distaccamento?
"Hinata ride e torna su di lui puntandogli addosso occhi brillanti e tutti quei denti bianchissimi e, all'improvviso, in una maniera misteriosa che gli fa battere il cuore, Tobio si sente davvero minacciato da lui." Il soggetto è per lo più Hinata, ma questa frase è viva, mentre questa: "Con una mano lo prende per le guance e le strizza per spegnere il suo sorriso, lo spinge via e riprende a camminare veloce, mettendo quanta più distanza possibile tra loro.", dove è Tobio il soggetto totale, impallidisce a confronto. In questi momenti a me arriva il messaggio che Tobio è padrone delle sue azioni, ma non più delle sue percezioni ed emozioni: i suoi gesti passano come meccanici, uno sguardo di Hinata, invece, smuove qualcosa, più del suo stringere le guance dello stesso.
"Ma sente di volerlo chiedere comunque a Hinata, come se fosse una cosa speciale andare insieme lì, oggi. E sta quasi per parlare. Poi però non lo fa perché… Già, perché?" Per me, qua, sei stata bravissima, in pochissime parole, a indicare che la crosta si è spaccata e lui, Tobio, *sente* la necessità di avvicinarsi a Hinata, proprio perché *oggi* ha un significato speciale per lui, MA, ancora non capisce il motivo di questo suo desiderio. Il fatto che la parola successiva che esce dalla bocca di Hinata sia "Tuo nonno" è da brividi. E' tutto un circolo di ricordi, pensieri, rimpianti, dolori piccoli e grandi, conosciuti e non, che pungono come spilli e staccano piano piano la corazza che lui ha inchiodato sull'anima.
"«Davvero Kageyama? Scriverai di me sul tuo diario?! Di me e basta?» l’imbecille illumina la strada. Che esagerato, non può essere felice e sorridere in maniera normale come tutti gli altri?!
«Sì. Ma vedi di meritartelo, boke! Perché per ora hai solo difetti!»
Prima di pensarci gli infila una mano tra i capelli, poi si rende conto che forse è un po’ troppo, allora stringe le ciocche ramate strattonandole, col cuore che vuole uscirgli dalle dita, bofonchiando che schifo, sei tutto sudato e lo spinge via, mentre l’idiota ride con quel suono di campanelle, talmente stupido e leggero che ogni volta che Tobio lo sente vorrebbe ridere con lui, invece finisce sempre per picchiarlo." E vabbè... dai, è evidente TUTTO qui... Più delle picconate, come ho scritto su, qua è la risonanza con quel suono di campanelle, che fa vibrare il vetro e lo incrina.
"Passa qualche secondo di silenzio.
Ma Hinata è rumoroso anche quando sta zitto.
Tobio senza volerlo si riempie dei suoi suoni: il suo respiro, il suo deglutire, le sue dita che scrocchiano, la sua gola che si schiarisce e… stranamente non ne è irritato, odia ammetterlo, ma si sente anzi confortato da quella viva presenza che colma ogni spazio."
Altro passaggio in cui è chiaro dove si stia spostando il focus del povero Tobio... E infatti, il Re si inchina al giullare, alla fonte di interesse, a quel bagliore in movimento, al nord di una bussola che da ferma prende a girare vorticosamente e gli sbatte in petto quei ricordi dell'anima e li confonde.
Da qua in poi è un crescendo di emozioni che dilagano da quella breccia e fanno iniziare a vivere e sentire il Tobio dell'inizio capitolo (da telecamera che osserva ciò che lo circonda a parte di ciò che lo circonda). Infatti... Tobio sta per avere un attacco di panico... Lui non è abituato a tutto questo, lui non sa come gestirlo, lui non...
"E mentre la vita quotidiana intorno a lui riprende il suo corso [...] Tobio dà un morso al taiyaki sperando di deglutire anche il nodo alla gola che da qualche minuto lo sta soffocando. Erano anni che non ne assaggiava uno. Ha un sapore buonissimo. All’improvviso si rende conto di essere felice. [...]
All’improvviso, per la prima volta, si riscopre grato di essere arrivato proprio con questa squadra ai Nazionali e pensa che… [...] …che non è tanto male avere degli amici."
Ecco. La perfezione.
E quell'atmosfera un po' opprimente e dacadente che sentivo all'inizio, quella tensione lungo il capitolo, mentre lui è in bilico tra nuove cose, vecchie memorie emotive, stravolgimenti e una cometa arancione, ecco che quell'atmosfera diventa intima: da osservare da fuori, lui E' nell'acquario, lui adesso respira, lui sente.
Sto recensendo mentre rileggo e non ricordavo affatto questa frase finale: " Vuoi vedere che il mondo è davvero finito ieri e ne è iniziato uno nuovo, oggi?!
" L'ho scritto su, qua lo hai confermato e sai cos'altro hai confermato? Che le tue intenzioni narrative sono arrivate prima di averle dichiarate in maniera perfetta, che tu sei una grande donna potente e comunicativa, che non tradisci mai, che sei davvero brava.
Che altro dire, cara mia? Il Re è morto! Viva la Regina (tu)!!! TIVVUBBI!
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