Ciao. Inizio col dire che questa è la tua seconda storia che leggo, la prima è stata Soap.
Di quella storia ho ancora l’amaro in bocca perché in tutta la perdizione che annaffia le vite dei personaggi non c’è spazio per una possibile dolcezza (la posso chiamare così? Probabilmente non è il termine giusto ma fra i due protagonisti c’è già tutto: empatia, attrazione, affetto – stravolti nella prospettiva, me ne rendo conto, malsani, e va bene, però quel tenace filo di violenza che resta fra di loro e non si può tranciare è duro da accettare, almeno per me), mentre qui la dolcezza c’è ed è disarmante. Però vado per gradi:
- La trama è fantastica, geniale le squadre che diventano clan con tanto di passaggi “interni” – Iwaizumi che molla Toshi per Oikawa del resto è scritto dappertutto, anche nelle stelle.
- I personaggi, anche: Toshi è un po’ autistico anche nel manga per cui vedo fantasticamente tirato qui il tutto alle estreme conseguenze nel suo ruolo di capitano di una squadra di tirapiedi, sicari e quant’altro. Tendo è davvero bello in tutte le sue manifestazioni, la loro prima volta è perfetta, il loro continuo rassicurarsi del fatto che stiano facendo insieme ciò che vogliono fare – forse è banale, ma chiedersi e chiedere che cosa vuole l’altro è la base di tutto in questo mondo stravolto dalla violenza, nel quale i bambini vengono cacciati di casa oppure vengono addestrati a prevalere sull’altro: bellissimo il finale nel quale Toshi rinuncia ad avere il predominio, si mette un gradino più in basso – almeno fra di loro, non devono valere le regole del mondo marcio, e per questo è assolutamente verosimile la carneficina finale perché fa parte appunto del mondo marcio nel quale le regole sono diverse e ormai loro due non ne sono più toccati.
- Trovo molto efficace la narrazione al presente in prima persona perché ci fa seguire la linea dei pensieri di Toshi che solo in apparenza è contorta o strana mentre in realtà mette insieme cause ed effetti, premesse e conseguenze in maniera assolutamente lineare. A tratti mi ricorda un po’ la voce di Philip Marlowe in uno dei suoi noir, o forse è solo una specie di voce fuori campo che spazia dal proprio mondo interiore a quello esteriore trovando delle corrispondenze.
- Ultima chicca: Hinata che fa il Gola Profonda della situazione, mi piacerebbe anche una storia sul giovane corvaccio nero che tanto gli piace.
Grazie, leggerò sicuramente ancora di te!
LL |