Ciao Luna,
come non dare ragione a queste tue parole che si riversano in versi pieni di amarezza.
Il mondo che ci circonda, purtroppo, corre troppo velocemente e non fa attenzione a tante cose e, in particolare, a tutto ciò che sta intorno, compresa la bellezza di Madre Natura, uniformando quindi ogni cosa.
In questo mondo che scorre, i numeri sembrano avere la meglio sulle parole, poiché bisogna produrre e raggiungere un risultato, anche a scapito del parlare o dell’ascoltare che diventano, così, sempre più ardui da mettere in atto.
Davvero per chi non si sente compreso da un tale sistema, o non riesce a stare al suo passo, può trovare rifugio nella scrittura, creandosi un luogo dove possa essere veramente se stesso, omnicomprensivo di emozioni e sensazioni, al fine di non sentirsi, a priori, un escluso dalla vita che chiede solo di essere vissuta.
Un caro saluto.

Ho sempre amato i numeri, piccole scintille della mente umana, a volte strumento di brillanti dimostrazioni matematiche, a volte insondabili misteri come i numeri primi. Ma comprendo il senso dei tuoi versi.

Numeri e lettere sono i mattoncini del nostro scrivere. Come il Lego, “rifugio”, è vero, gioco di bimbo che per lui è tutto.
Tutto è bene, tutto è male, a seconda del lato da cui lo si guarda.
“Corre veloce” il mondo, ed è male. Corrono veloci i tuoi versi, e sono belli, perché sono immediati, empatici, inteneriscono, viene voglia di copiarli.
Anche stavolta, malgrado la scabrosità dell’argomento che trattano, malgrado lo sfogo, hanno incorporato il richiamo alla “bellezza che ci circonda”, colorano il “mondo grigio”.
Danno voce al silenzio dei diversi, quelli veri.
A presto rileggerti.